La Finale - Parte 3 FINE

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Eravamo negli spogliatoi. Nell'aria si respirava speranza, energia e motivazione. Tutti sorridevano, le paure, insicurezze e ansie erano scemate via. Tutti credevamo nella vittoria. Il mister ci dava le sue solite indicazioni astratte e ambigue. 

A: Luke, ricordati di santificare le feste

L: O-ok...

C: Quando ti deciderai a superare Donatelli? 

N: Stiamo giocando 11 contro 11...

L: Ma vuoi farli vedere che non sei inferiore a quel figlio di papà o sbaglio?

N: Preferisco vincere e andare alla fase nazionale

M: Ragazzi, pensiamo alla partita adesso, avete idee per segnare?

F: N-nash, il d-doppio disastro?

N: Si può fare...

M: Dai, andiamo a prenderci la coppa!

La squadra stava rientrando in campo, gli unici rimasti eravamo io e Scarlett.

S: Nash, c-cosa mi hai detto p-prima?

N: Te lo dico quando avremo vinto la partita

S: Uffa! V-vieni qui p-però

N: Che vuoi? Dissi avvicinandomi

La ragazza mi abbracciò. 

S: T-ti conviene vincere! O-o non p-posso rivelarti il mio segreto.

N: Te lo prometto Scarlett

Scesi in campo. Tra le miriadi di sguardi che erano presenti allo stadio, gli occhi di Donatelli erano quelli più profondi, più decisi, più forti che mi scrutavano l'anima. Potevo intuire che avrebbe dato il massimo per assicurasi la vittoria.

La partita riprese. La Marco Rossi iniziò a centrocampo con una serie di passaggi di prima rapidi e precisi con 6 giocatori. La palla finì tra i piedi di Donatelli che corse palla al piede contro di me. Non feci in tempo a reagire che mi aveva già superato in dribbling.

N: Ma cosa!?

Una giocata estremamente veloce e precisa, anche se avessi provato a fermalo non ci sarei riuscito. Donatelli avanzò con i suoi attaccanti per poi segnare nuovamente con un destro sotto l'incrocio. Dopo il goal Donatelli si avvicinò a me.

LD: Ora capisci che tra noi due non c'è partita? Sono una forte inarrestabile, un vulcano che incontra un tornado, il re dei re. Ardena, non osare sfidarmi ancora. Disse camminando via.

A: Vedo che ora hai capito Nash...non sei al suo livello

N: Papà che devo fare? 

La partita riprese, passarono circa 10 minuti. In questo tempo la partita era combattuta a centrocampo, riuscivamo a malapena a reggere i loro attacchi. Eravamo tutti dietro in difesa a difendere. La palla uscì dal campo.

P: Nash, dobbiamo provare il doppio disastro

N: Andiamo, tirerai te ok?

P: Va bene!

La rimessa laterale permise alla Marco Rossi di portarsi dentro l'area di rigore ma Luke, con un contrasto molto rischioso, riuscì a recuperare il pallone.

L: Pietro, Nash vi conviene segnare ora! 

Passò la palla a Pietro e, insieme, avanzammo con una serie di passaggi ripetuti. Superammo la maggior parte degli avversari per poi ritrovarci difronte agli ultimi due difensori. Con una serie di finte li superai e ci trovammo davanti al portiere. Passai il pallone a Pietro che segnò il goal del pareggio.

Cat: E andiamo!

Non perdemmo tempo e riportammo il pallone a centrocampo. Dopo un'altra fase si duelli ripetuti a centrocampo, riprovammo il doppio disastro ma Donatelli ci fermò.

LD: Tutto quì Ardena? Che delusione..

Sulla ripartenza segnò il terzo goal.

N: E' sempre un passo avanti a noi...

M: Dai ragazzi 20 minuti per fare 2 goal!

Il doppio disastro era stato neutralizzato con semplicità. Non sapevamo cosa fare per segnare, Caleb era marcato stretto. Non riusciva a smarcarsi. 

M: Nash, ti ricordi nella fase a gironi quando mi unii al doppio disastro?

N: Si.

M: Se stavolta fosse Luke ad aiutarvi?

L: Si può fare!

F: Va bene

N: Non abbiamo alternative.

La partita riprese e riprovammo il doppio disastro. 

LD: Ancora questa tattica? 

Stavolta però, per superare Donatelli, passammo il pallone a Luke e continuammo l'azione in tre. Ci ritrovammo davanti al portiere, passai il pallone a Luke che pareggiò nuovamente. 3-3.

C: Non sei più forte di Nash...

LD: Non farmi ridere, ho fatto tre goal, Ardena zero...

C: Ma il punteggio è 3-3.

La partita riprese. Nessuna squadra riusciva a prevalere. Era ormai il 90esimo, falli, lanci lunghi e retropassaggi regnavamo sulla partita. La palla uscì e il mister mi chiamò.

N: Posso aiutarla?

A: A tuo padre dissi queste parole: Non conta battere gli atri ma vincere te stesso.

N: Capito. 

Tornai in campo. Eravamo nell'ultimo minuto di recupero. 

N: Pietro, giochiamoci l'ultima risorsa

P: S-sei pazzo!? Se sbagliamo ci segnano Nash!

N: Allora segneremo.

Riprovammo il doppio disastro con Luke.

LD: Abbiamo imparato dai nostri errori Ardena

Luke era salito sulla sinistra ma invece di passarla a lui, la passammo a Marco che era salito con noi. Il capitano corse con la palla per diversi metri per poi ripassarla al centro. Caleb era davanti al portiere, poco fuori dall'area. Era pronto a segnare ma fu falciato da un difensore prima di calciare. Il difensore fu espulso e noi avevamo l'occasione della vita; un calcio di punizione. Mi ero allenato mesi, senza successo, a calciare. Posizionai il pallone ma poco prima di calciare sentii un urlo dalla panchina, era Scarlett. Corsi da lei.

S: A-abbassati

N: O-ok... 

Mi diede un bacino sulla guancia.

S: Ora s-segna e f-facci vincere 

Tornai dal punto di battuta. Il cuore mi batteva a mille. Nonostante gli infiniti rumori sentivo solo il mio battito. Più di 30000 occhi su di me. Non ho battuto Donatelli, è vero, ma potevo vincere me stesso. Calciai e la palla superò la barriera. Scheggiò la traversa e poi entrò. 4-3. Vincemmo la partita e il torneo regionale.


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