Eravamo negli spogliatoi, 3-0 per la Marco Rossi. Per i primi minuti nessuno parlava, il silenzio regnava nel nostro spogliatoio. Caterina e Olivia provarono a spronare i giocatori ma invano.
A: Ragazzi, credo che Nash abbia qualcosa da dirvi, vero? MI guardò.
N: Si... Fui guardato da tutti.
N: Ecco. Luke, devi giocare come fai in allenamento.
L: Che intendi? Alzò un sopracciglio.
N: Giochi con troppa ansia, stai tranquillo ok?
L: Ci proverò...
N: Lo stesso vale per te Pietro.
P: O-ok...
N: Sei migliorato molto, credi in te stesso ok?
P: V-va bene.
N: Caleb, non tornare a centrocampo, rimani in attacco.
C: Ma non riusciamo ad arrivare in attacco...
A: Ed è per questo che Nash, figliolo, entrerai nel secondo tempo. Aiuterà il centrocampo e funzionerà da catalizzatore tra centrocampo e attacco.
N: Ok...
M: Appena senti degli effetti collaterali, dimmelo subito ok?
N: Va bene...
M: Promesso?
N: Promesso.
A: Hai notato altro....nella squadra avversaria?
N: Tutto gira intorno a Leonardo Donatelli. Detta i tempi di gioco, dirige la difesa e l'attacco.
P: Q-quindi?
N: Se lo marchi a uomo, perderanno molto a livello tattico.
P: I-io?
N: Si.
A: Altro?
N: La loro difesa non è al livello del resto della squadra.
M: Capito ragazzi! Possiamo farcela!
I ragazzi entrarono in campo, io ero fermato da Scarlett.
N: Posso aiutarti?
Mi diede un bacio sulla guancia.
N: Grazie piccola
Rientrammo in campo motivati e pronti a ribaltare il risultato.
N: Posso farcela, possiamo farcela
La partita riprese. Per i primi 10 minuti, nessuna delle due squadre era in controllo. Molti scontri a centrocampo, tanti falli ed errori. Verso il 55esimo arrivò la svolta. Luke intercettò un passaggio e la passò a Pietro. Si ritrovò davanti Donatelli ma vide che ero libero e mi passò il pallone. Superai due avversari e mi ritrovai con Caleb in un due contro due. Una serie di scambi tra me e lui e Caleb si ritrovò davanti al portiere.
C: Ora non posso sbagliare! L'attaccante caricò il destro e tirò sotto la traversa. Il portiere si tuffò con ritardo e il pallone entrò in porta. 3-1.
Presi il pallone e lo riposizionai a centrocampo. Non avevamo tempo da perdere. Poco più di 30 minuti per fare altri due gol per il pareggio.
M: Dai ragazzi continuiamo così! Urlò il capitano.
Leonardo Donatelli: Ragazzi. Occhio al numero 7! Quel ragazzo è molto interessante
La partita riprese. Per 10 minuti stavamo attaccando ma la Marco Rossi passò ad un modulo difensivo che limitava il nostro attacco. Caleb stava per rientrare a centrocampo per aiutarci.
N: Stai dove sei! Qua ci pensiamo noi! Urlai a Caleb che rimase in attacco.
Dopo uno scontro a centrocampo, la palla stava rotolando fuori verso la rimessa laterale ma con uno scatto, Luke, controllò il pallone e me la passò. Mi ritrovai davanti Donatelli. Non volevo rischiare. Uno-due con Pietro e lo superai. Feci un altro uno-due con Caleb e mi ritrovai nella loro trequarti. Superai gli ultimi due difensori con una serie di doppi passi e tirai con il sinistro da fuori area. La palla baciò il palo e poi entrò. 3-2. Non esultai. Presi il pallone e lo rimisi a centrocampo.
M: Dai ragazzi! Crediamoci!
LD: TSK.....è davvero forte quel numero 7
Mancavano 20 minuti. In quei 20 minuti la Marco Rossi era in balia del nostro gioco. Dopo l'ennesimo attacco la palla rotolò fuori dal campo. Il terzo uomo assegnò 1 minuto di recupero.
L: Ragazzi, ci giochiamo tutto in quest'azione! Luke rimise il pallone in campo con la rimessa laterale.
Dopo una serie di rimpalli, la palla mi arrivò tra i piedi. Mancavano 30 secondi. Superai con facilità due avversari. Mi ritrovai davanti a me Leonardo. Feci la finta di papà ovvero i doppi passi seguito da un elastico. La finta mi permise di superare Leonardo. Calciai in porta. Se il pallone fosse entrato la partita sarebbe finita sul 3-3. Purtroppo la palla baciò la traversa e poi uscì. Arrivò il fischio dell'arbitro. 3-2 per la Marco Rossi.
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Amo il Calcio
General FictionUn ragazzo appassionato di calcio si trasferisce in una nuova città con la sua famiglia. Vorrebbe giocare per la scuola ma a causa di un evento passato, non riesce.