12: 47 ero fuori da diverse ore e stavo camminando verso casa con Scarlett. Le mie braccia avevano nuovi lividi e lacerazioni provocate dai tre ragazzi. Avevo un dolore fastidioso al fegato causato da una ginocchiata. Il mio labbro inferiore era spaccato, avevo un sapore di sangue in bocca. Scarlett mi guardava preoccupata sentendosi in colpa per come ero ridotto.
S: T-tutto ok Nash? MI chiese guardando per terra preoccupata.
N: Si...va tutto bene. Dissi tossendo
S: S-sicuro?
N: Si
Dopo quelle parole cadde il silenzio tra noi, un po' per il nostro fare taciturno e un po' per la poca conoscenza che c'era tra di noi. Arrivammo davanti a casa mia.
N: I tuoi saranno preoccupati, dovresti andare..
S: N-non sono a-a casa...
N: Sei solo te?
S: S-Si..
N: Vieni da noi a mangiare allora
S: M-ma, n-non mi sembra i-il caso.
N: Stai tranquilla
Entrammo a casa e fui accolto da mia sorella Gaia con abbracci e baci sulle guance. Scarlett non ricevette lo stesso benvenuto da lei per motivi di astio e gelosia ma solo un "ciao". Dopo alcuni attimi arrivò mia mamma che mi sgridò per il comportamento durante la mattina e continuò a farmi una ramanzina per come ero ridotto.
M: Mi farai impazzire uno di questi giorni Nash. Scosse la testa disperata.
M: E te piccola da dove arrivi?
S: M-mi chiamo S-Scarlett
M: Hai proprio un bel nome lo sai?
S: E'-E' un n-nome inglese c-come mio p-padre
M: Capisco. Ma sei la ragazza di Nash? Ma come fai a sopportarlo è un incubo.
S: N-non s-siamo f-fidanzati! Scarlett diventò rossa in volto come un tramonto a ferragosto.
N: Faccio una doccia, Scarlett mangia con noi.
Feci una doccia in pochi minuti per poi tornare a tavola per pranzo. Mangiammo pasta al sugo e petto di pollo. Per dolce del gelato al cioccolato. Poi io e Scarlett andammo in camera mia al piano di sopra, mamma e Gaia erano andate a fare la spesa e un giro del vicinato a nostra insaputa. Scesi per un bicchiere d'acqua e realizzai di essere solo in casa con Scarlett. Tornai da lei.
N: Siamo soli in casa... Presi le mie Winston Blue, aprii la finestra e iniziai a fumare.
S: C-COSA!? S-SOLI!? Disse lei coprendosi il viso.
N: Stai tranquilla, non voglio fare nulla di scandaloso...Feci un tiro.
S: S-scusami...Ora penserà male di me. Nash è stato dolcissimo con me e io vado a pensare che mi farebbe cose...sono proprio stupida! Mi odierà adesso!
Mi avvicinai a Scarlett portando il mio viso a pochi centimetri dal suo viso, la vedevo turbata che scuoteva la testa.
N: Tutto ok? Chiesi curioso.
S: S-si! S-scusa p-per aver pensato male!
N: Tranquilla...Dissi accarezzandole la guancia.
Tornai a fumare dalla finestra per alcuni minuti per poi essere interrotto da una domanda di Scarlett.
S: P-perchè v-volevi u-un m-io bacio?
N: A..è vero. Quando giocavo, mamma mi dava sempre un bacio sulla guancia prima di ogni partita, tutto qui.
S: S-sulla g-guancia?!
N: Si, sono rimasto stupito pure io quando mi hai baciato sulle labbra.
S: P-potevi dirmelo p-però! Scarlett mi tirò il cuscino.
N: Scusa...almeno ora sei qui con me, questo è l'importante.
S: Il mio primo bacio...Disse Scarlett a bassa voce, quasi sussurrando.
N: Hai detto qualcosa?
S: N-no! Sorrise
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Amo il Calcio
General FictionUn ragazzo appassionato di calcio si trasferisce in una nuova città con la sua famiglia. Vorrebbe giocare per la scuola ma a causa di un evento passato, non riesce.