N: Che vuoi?
S: P-perchè...
N: Perché cosa?
S: Stai s-soffrendo d-da solo..
N: Non sto soffrendo...
S: I-invece si...
N: Non voglio giocare...
L: Invece si, ma sei un codardo!
N: Non mi conosci..
L: Tu ami il calcio ma non vuoi più giocarci perché hai paura di non amarlo come in passato!
N: Ti sbagli...
Caddi per terra scombussolato. Mi toccai la testa dalla confusione.
M: Siamo qui per te Nash, tutti abbiamo scheletri nell'armadio, stai tranquillo.
N: N-non sapete cosa ho passato...
M: Questo è vero, ma soffrire da solo non ne vale la pena, ci siamo noi per te.
N: N-non riesco a calciare un pallone, quelle immagini, quelle sensazioni e gli effetti collaterali sono troppo per me.
L: Smettila di piangere, non sei da solo. Ci sono io, c'è Marco e c'è una persona che ci tiene a te.
S: N-non preoccuparti Nash, p-puoi a-anzi possiamo farcela!
N: N-non lo so....
Per alcuni secondi il tempo sembrava non scorrere, tutti erano fermi a osservare dietro di me. Era Caleb. Era sul terrazzo fin dall'inizio ad ascoltare tutto. Camminava con aria minacciosa verso di me. Mi prese dal colletto e mi alzò.
C: Diventa quello che sei!
N: Che intendi?
C: Se ami il calcio, gioca! Mi tirò una ginocchiata in pancia.
C: Questo è per la figura di merda che mi hai fatto fare la scorsa settimana!
Tossì per alcuni secondi. Caleb camminò via.
C: Ti aspetto al club di calcio Nash, non farmi incazzare!
S: S-stai bene?
N: S-si...
Suonò la campanella, dovevamo rientrare in classe. Avevo detto a Marco, Luke e Scarlett che ci avrei pensato durante la notte.
Erano le 23: 17 ero dalle altalene a fumare. Le uniche luci erano i lampioni, il cielo nuvoloso creava un'atmosfera tenebrosa. Non erano presenti rumori attorno a me. Passai diversi minuti a fissare per terra in cerca di risposte. Ero confuso, non sapevo cosa fare o con chi parlarne. Poi davanti a me arrivò lei. Come una candela nella notte. Scarlett era davanti a me.
N: Che ci fai qui? E' tardi, vai a casa..
S: V-volevo parlarti...
Sospirai.
S: P-posso? Disse indicando l'altalena accanto a me.
N: Fa come vuoi...
S: S-sei d-davvero forte, t-ti invidio...
N: Che intendi?
S: H-hai passato anni d-difficili e n-non mostri segni di d-debolezza. N-non come me...
N: Le persone forti sono altre, io non lo sono...
S: S-si invece!
N: Le persone forti non hanno paura di una palla...
S: Sei proprio stupido! Incrociò le braccia, sbuffò e guardò lontano da me.
N: Che ho fatto?
S: Non sei più solo Nash, c-ci siamo noi per te ora!
N: Secondo te, posso....possiamo vincere la mia paura?
S: S-se non ci proviamo n-non lo sapremo mai... Guardai la ragazza negli occhi ripensando ai bei ricordi che avevo mentre giocavo.
N: Mi hai convinto. Torno a giocare a calcio!
S: D-davvero?!
N: Si. Sei incredibile lo sai? Mi avvicinai a lei e le baciai la testa.
S: G-g-grazie!
Il giorno dopo.
N: Marco, tieni. Gli consegnai il foglio di applicazione per il club di calcio.
Il ragazzo lesse l'applicazione.
M: Benvenuto tra noi Nash!
L: Ora posso romperti le ossa senza sentirmi in colpa
N: Devi prima raggiungere il mio livello..
Luke sbuffò.
N: Papà, sono tornato!
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Amo il Calcio
General FictionUn ragazzo appassionato di calcio si trasferisce in una nuova città con la sua famiglia. Vorrebbe giocare per la scuola ma a causa di un evento passato, non riesce.