Erano le 2:00 di notte. La pioggia scendeva leggera su di me e sul vicinato. Le uniche fonti di luce erano alcuni lampioni e la luce dei tuoni che apparivano irregolari nella notte. L'odore di pioggia mi rilassava la mente piena di svariati pensieri, per la maggior parte negativi.
N: Avessi le mie fedeli Winston Blue... Dissi con un sorriso sofferente. Anche se per alcuni giorni, mi mancava il sapore di tabacco e nicotina.
Camminai per diversi minuti per poi ritrovarmi in un parco suddiviso in due aree: un campo da calcio e un parco con altalene, scivoli e altri giochi per bimbi. Mi fermai davanti al campo da calcio. Decisi di sedermi su una panchina a osservare il campo vuoto. Nella mia mente passavano diverse partite di quando, 5 anni fa giocavo, i miei occhi neri privi di vita iniziavano a lacrimare. Lacrime e pioggia rigavano il mio viso mentre soffrivo in silenzio. Tirai un pugno contro la panchina procurando tagli e ferite sul lato della mano sinistra danneggiando la panchina di legno.
N: Basta piangere ora! Urlai a me stesso asciugandomi le lacrime.
Alzai lo sguardo e continuai a camminare verso la seconda zona del parco. Notai che una delle due altalene era in movimento. Una ragazza stava dondolando guardando verso il basso con occhi tristi. Di solito me ne sarei fregato e avrei continuato il mio cammino ma per qualche motivo, a me ignoto, mi avvicinai alla ragazza e mi sedetti sull'altra altalena.
N: Tutto bene? Domandai guardando davanti a me con la mia voce bassa e profonda.
La ragazza fece un piccolo balzo e urlando con la sua voce spaventata e insicura.
N: Non so cosa hai o stai passando ma non ti preoccupare, andrà tutto bene...Dissi osservando la ragazza.
La ragazza mi guardò negli occhi per qualche secondo con un sorriso forzato e occhi pieni di lacrime.
?: G-Grazie...Tornò a guardare per terra depressa.
N: Che ci fa una ragazza bella come te tutta sola al parco alle 2:00 di notte? Chiesi incuriosito controllandomi la mano ferita.
La ragazza arrossì alle parole del ragazzo tenebroso.
?: V-Voglio...voglio...VOGLIO MORIRE! Ecco.... Rispose la ragazza ormai piangendo a dirotto coprendosi il viso con le maniche lunghe della sua felpa.
Allungai la mia mano sinistra sui suoi capelli dorati accarezzandole la testa. I suoi capelli erano sottili e fragili, come lei, come me. La mia mano scese sulla sua guancia accarezzando il suo viso freddo e morbido. Smise di piangere per qualche attimo intrecciando i suoi occhi grigi come l'argento più puro incontrò il nero più buio e solitario dei miei occhi. Le sorrisi e mi abbracciò per svariati minuti piangendo sul mio petto mentre la accarezzavo. "Va tutto bene" continuavo a ripeterle a bassa voce. Smise di piangere.
?: S-Scusami... Si asciugò le ultime lacrime e tornò sulla sua altalena dondolando rossa in viso.
N: Tranquilla, va tutto bene. Riuscivo solo a dire quelle parole "Va tutto bene" non sapevo cosa dirle, non ero molto bravo a parole.
N: Mi chiamo Nash comunque...
?: S-Scarlett...m-mi chiamo Scarlett. Balbettò la ragazza.
N: Hai proprio un bel nome. Dovremo rientrare non credi?
S: S-si...
Ci alzammo e le presi la mano. Lei arrossì. Non mi ricordo perché lo feci, credo fosse la decisione migliore in quel momento. In fondo stava piangendo, erano le 2:00 di notte e non avevo mai stretto la mano di una ragazza. Non ci parlammo per tutto il viaggio di ritorno. Arrivati davanti a casa di Scarlett lei mi sorrise e mi ringraziò.
S: A-Abiti l-lontano da qui? Mi domandò dolcemente.
N: Abito qui... Indicai casa mia, ovvero quella accanto all'abitazione della ragazza.
La ragazza arrossì e si coprì il viso.
S: B-buona...b-buonanotte Nash!
N: Buona notte Scarlett.
Rientrammo a casa.
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Amo il Calcio
General FictionUn ragazzo appassionato di calcio si trasferisce in una nuova città con la sua famiglia. Vorrebbe giocare per la scuola ma a causa di un evento passato, non riesce.