Eravamo tutti presenti davanti al cancello della scuola, persino Caleb. Eravamo pronti per la partita contro la Giuseppe Sculli. Si dice che gli occhi siano gli specchi dell'anima. Gli occhi dell'attaccante numero 9 allora, erano frantumati, danneggiati e privi di riflesso. Solo lui e Scarlett erano all'occorrenza del motivo.
M: Siamo davvero contenti di rivederti Caleb, non ci deludere oggi ok?
C: Ok...
A: Il viaggio è di un'ora, forse è meglio se riposi sul tragitto
C: Non ne ho bisogno.
Caleb entrò sul pullman e andò in fondo e per tutto il viaggio guardò fuori dalla finestra ascoltando musica con le sue cuffiette consumate.
S: Sono i-in pensiero per Caleb..
N: Non ti preoccupare, supererà le sue difficoltà come ha sempre fatto.
S: N-non sai cosa ha passato! Tuonò la ragazza.
N: Perché tu lo sai?
S: N-no.... Disse guardando di lato.
N: Caleb è come una fenice. Ogni volta che affronta una difficoltà la supera e torna più forte di prima. Quando supererà questo ostacolo sarà più forte che mai.
S: L-lo spero...
Arrivammo allo stadio e andammo negli spogliatoi. Mentre ci stavamo cambiando notai diverse cicatrici e lividi sul corpo di Caleb. Sapevo che aveva sofferto da piccolo ma non mi aspettavo così tanto dolore. Inoltre aveva una collanina al collo.
A: Nash risolvi la partita nel secondo tempo ok?
N: Ok...
L: Tutto qui?! Non ci dice altro?
A: Non so cosa dirvi hahaha
La squadra scese in campo, senza di me, con il solito 4-3-3 contro il 5-4-1 degli avversari. Sugli spalti, tantissime persone tra cui la famiglia di Caleb e Leonardo Donatelli.
LD: Vediamo cosa è in grado di fare Nash Ardena, sono molto curioso.
La partita iniziò. Per i primi 15 minuti ogni tipo di attacco provato dalla nostra squadra era vano. La difesa solida e compatta, supportata dai centrocampisti della G. Sculli, rendeva il tutto invano. Caleb vagava per il campo senza direzione, come un esploratore perso nel deserto. Ogni suo movimento sembrava confuso e disperato. Provava a controllare l'attacco ma non era all'altezza. I contrasti al limite del regolamento colpivano l'attaccante dagli occhi privi di riflesso. Dopo un duro contrasto subito, Caleb cadde per terra. Prese un ciuffo d'erba e lo strappo dalla rabbia. Aveva perso ogni motivazione. Non sapeva cosa fare. Sembrava un pesce fuor d'acqua. Un uomo senza anima. Una fenice che non brucia. Il primo tempo finì così. 0-0. Nessun tiro da ambe le parti e Caleb ai limiti della disperazione.
??: Mamma, il fratellone farà gol vero?
M: Certo Davide. Segnerà e la Diego Milito vincerà.
LD: Speriamo che nel secondo tempo entri Ardena, mi sto annoiando.
Eravamo negli spogliatoi. Sapevamo che in caso di sconfitta sarebbe stata molto dura per il passaggio del turno.
M: Se non te la senti Caleb, puoi andare in panchina. Sei più importante di una partita di calcio.
C: In questo caso.... Non fece in tempo a finire la frase che intervenne Nash.
N: In questo caso rimarrà in campo e segnerà il gol vittoria!
P: N-nash hai visto pure te le botte che g-gli stanno dando!
N: Per Caleb queste botte non sono nulla. Lo aiuterò io nel secondo tempo.
M: Vuoi dire NOI lo aiuteremo, vero Nash?
N: Si capitano
Eravamo pronti per il secondo tempo.
compleanno di Caleb (non lo sa lui si era dimenticato)
Collanina del fratello
Vinci ma ricorda differenza reti per la Mesto
lo aiuta Nash "Non sei solo"
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Amo il Calcio
General FictionUn ragazzo appassionato di calcio si trasferisce in una nuova città con la sua famiglia. Vorrebbe giocare per la scuola ma a causa di un evento passato, non riesce.