Ero nella squadra da ormai una settimana. Gli allenamenti erano nell'ora di pranzo, tutti i giorni per 45 minuti. La squadra aveva 12 membri incluso me. Non eravamo un granché, a dire la verità eravamo molti arretrati fisicamente e tatticamente. Gli unici membri con rilevanza erano: Marco, Luke, Caleb ed io.
Marco, numero 1, capitano e di ruolo portiere. 18 Anni da compiere. Alto 187 cm, fisico nella media con un sorriso stampato sul volto. I lunghi capelli marroni che ricordavano il mogano più pregiato, erano spesso coperti da un cappellino con visiera nero. I suoi occhi, color nocciola, emanavano sicurezza, carisma e tranquillità al resto della squadra. Era il prototipo di capitano ideale, aiutava gli altri e amava il calcio. Avevo molto da imparare da lui, calcisticamente e caratterialmente.
Luke, numero 4 e ruolo difensore centrale. Un anno in più di me. Era la fotocopia di Scarlett ma con carattere opposto. Molto forte fisicamente, aveva molto da imparare sulla tattica ma il suo coraggio e la sua spavalderia lo aiutavano nel gioco. I suoi occhi argentati pieni di rabbia e collera infondevano paura e terrore a giocatori avversi e ragazzi che si avvicinavano a sua sorella Scarlett.
Caleb, numero 9 e ruolo attaccante centrale. Alto 180 cm, fisico atletico. Capelli corti e neri. Era molto tenebroso, parlava di rado e quando lo faceva le sue parole erano accompagnate da insulti e collera. I suoi occhi neri erano carichi di dolore, paura e sofferenza ma nessuno ne era all'occorrente. Il suo stile di gioco si basava sulla velocità e abilità nel tiro.
Per finire, Nash, numero 7 e ruolo trequartista. Il mio volto e il mio corpo era pieni di cicatrici, ferite e lacerazioni che mi sono procurato nel tempo. In particolare le ultime ferite ( labbro spaccato, guancia tagliata e segni sul viso) non erano ancora guarite al 100%. Basavo il mio gioco sui passaggi e dribbling. Non avevo un tiro malvagio ma dovevo perfezionarlo.
Gli allenamenti avevano diverse fasi: allenamenti individuali, di squadra e tattica. Durante questa prima settimana, Caleb procurava diversi scontri verbali e fisici con gli altri membri, rendendo il suo approdo alla squadra problematico.
Nonostante la mia condizione psicofisica causata dal calcio, che includeva vomito, insonnia e mancanza di equilibrio per citare alcuni sintomi riuscivo a giocare con facilità. Scarlett era diventata una manager della squadra insieme a Olivia. Olivia era una ragazza sportiva dai capelli ricci, infinite lentiggini e occhiali neri. Scarlett mi aiutava quando avevo i miei effetti collaterali standomi vicino. Passavamo molto tempo insieme, tra scuola, calcio e tempo libero. Iniziavamo a imparare l'uno dell'altro anche se sapevo che non era contenta del fatto che molte ragazze mi facevano la corte.
Era venerdì, durante la pausa dagli allenamenti si avvicina Caterina con fare altezzoso.
C: Voglio unirmi alla squadra come manager.
M: Va bene!
Rimasi stupito dalla sua richiesta così come tutto il resto del gruppo.
STAI LEGGENDO
Amo il Calcio
Ficção GeralUn ragazzo appassionato di calcio si trasferisce in una nuova città con la sua famiglia. Vorrebbe giocare per la scuola ma a causa di un evento passato, non riesce.