Scesi dal bus camminai verso casa con Scarlett e Luke. Notai le varie smorfie di Scarlett nei confronti del fratello per le varie frasi dette durante la giornata.
L: Nash perché non giochi più?
N: Non ti riguarda..
L: Dai, dimmelo, sono curioso
N: Ho detto no...
S: P-però q-quel giorno, h-hai giocato.
N: Non ti ci mettere pure te. Non gioco più a calcio..
L: Che palle che sei...
S: S-saresti u-un giocatore m-molto f-forte Nash
L: Com è?
S: D-da solo contro tre h-ha fatto gol.
L: Cooosa?! Dai unisciti a noi Nash.
N: No...
S: D-dicci il m-motivo almeno..
N: Fatti i cazzi tuoi Scarlett...
S: .... La ragazza non disse nulla per il resto del cammino e i suoi occhi erano fissi al suolo.
Andammo nelle rispettive case e dopo una rapida doccia mi buttai sul letto a pensare alla mia prima giornata di scuola. Una ragazza dai capelli rossi, altezzosa e dal carattere regale di nome Caterina. Un ragazzo moro con il sorriso stampato in volto che vive di calcio di nome Marco. Il ragazzo tenebroso di nome Caleb e Luke, fratello di Scarlett. Già, Scarlett, la giornata era partita con la gelosia nel vederla mano nella mano con un altro ragazzo, aiutarla quando fu spaventata da Caleb per poi farla rattristire a fine giornata. Mi sentivo una merda. Sapevo che le parole di Scarlett non erano pronunciate con odio ma le ho risposto male, malissimo.
M: Nash, Gaia è pronto!
Andammo a mangiare. Mamma chiese le classiche domande a me e Gaia: "Come è andata?" e "Avete fatto nuovi amici" oppure "Ti piace qualcuno/a?" Se Gaia rispondeva con entusiasmo, io dicevo "si" o "no" senza emozioni. Il fatto di aver ferito Scarlett mi aveva colpito il cuore. Dovevo fare qualcosa.
N: Vado a fare un giro, torno subito.
M: Non fare nulla di spericolato ok?
N: Tranquilla.
Uscì e andai a bussare a casa di Scarlett.
L: A, che ci fai qui?
N: Posso parlare con Scarlett?
L: Per colpa tua si è chiusa in camera e non ha aperto bocca, dovresti vergognarti!
N: Infatti sono qui per scusarmi...
L: Non è in casa, è uscita
N: Sai dove si è recata?
L: No, se non la trovi ti ammazzo ok?
N: Capito...
Avevo un'idea in mente. Il luogo dove ci siamo incontrati per la prima volta, le altalene al parco. Andai lì e la notai seduta proprio sulla "sua" altalena. Andai da lei e mi sedetti sulla "mia" altalena.
N: Disturbo?
S: ...
N: Scusami....
N: So che non volevi essere cattiva, ma il calcio non fa più parte di me...
S: Nash?
N: Sì?
S: Mi abbracci?
Abbracciai la ragazza che iniziò a piangere sul mio petto. Mi sentivo in colpa. Il mio cuore emanava emozioni contrastanti: amore nei suoi confronti e odio nei miei. Non sapevo come comportarmi. Accarezzai i suoi capelli finché non smise di piangere.
S: S-scusami, è-è la seconda v-volta che piango su di te....
N: Se non fosse per il mio carateraccio, non staresti piangendo...
S: A-andiamo a casa?
N: Si.
S: Luke s-sarà preoccupato..
N: Mi ha minacciato di morte se non ti riporto a casa...
S: Tipico d-di Luke. Disse ridacchiando.
Arrivammo davanti a casa di Scarlett. Luke aprì la porta e mi tirò un pugno sul viso, sulla guancia destra.
S: F-fratellone!
L: Nessuno fa piangere mia sorella!
S: S-stai bene?
N: S-si, me lo sono meritato...
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Amo il Calcio
General FictionUn ragazzo appassionato di calcio si trasferisce in una nuova città con la sua famiglia. Vorrebbe giocare per la scuola ma a causa di un evento passato, non riesce.