La Finale - Parte 1

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Ansia, preoccupazione e dubbi riempivano la mia mente durante il viaggio verso la finale al Luigi Ferraris. Lo stadio del Genoa avrebbe ospitato la nostra partita. Più di 30 mila persone a guardarci. Era la prima volta che giocavo dinanzi a un numero così elevato di persone. Sugli spalti cerano scout della nazionale italiana U-21. E' sempre stato il mio sogno giocare per l'Italia, se fossi riuscito a vincere la coppa...chissà. Nelle settimane prima della partita mi ero allenato a calciare punizioni. il mister mi stava aiutando e, insieme a svariati libri e video inerenti alle punizioni, imparavo ogni giorno di più. Frugai tra i vari libri e quaderni di papà e trovai un libro dedicato ai calci piazzati. Angoli, rigori e punizioni. Dava consigli generali su come calciare. 

M: Stai tranquillo Nash, anche se non hai perfezionato le punizioni, vinceremo lo stesso

N: Va bene. Capitano, sai il segreto di Scarlett?

M: Certo

N: Potrei saperlo? Scarlett era seduta con Olivia davanti al bus, io ero in fondo.

M: No! Mi disse ridendo.

Arrivammo davanti allo stadio. Mastodontico. A tutti noi tremavano le gambe. Chi per paura, chi per inesperienza e chi per altri motivi. 

A: Casa dolce casa. Disse il mister con una lacrima che rigava il suo volto.

L: Viveva qui?

A: No, idiota! Allenavo il Genoa 7/8 anni fa e questa era il nostro fortino. Che ricordi. 

N: Il Genoa di Skuhravy, Ruotolo, Signorini e Aguilera. Ora allena noi chissà se....no, non saremo mai al loro livello

Vidi Scarlett tremare e impaurita accanto a Olivia. Andai da lei e le presi la mano.

N: Va tutto bene, tranquilla.

S: G-grazie...

N: Non mi avevi detto che eri claustrofobica...

S: S-scusami...

O: Secondo me voleva solo tenerti per mano Nash

N: E perchè vorrebbe tenermi per mano?

O: Perchè ti...

M: Nash, Scarlett, Olivia andiamo dai, faremo tardi. Olivia sussurrò nell'orecchio di Scarlett "Fortunata"

Eravamo negli spogliatoi. Il mister ci ricordò gli schemi e le tattiche da adottare.

C: Perchè tremi?

P: H-ho paura! 30000 persone! C-come f-fai a essere tranquillo Caleb!?

C: Perchè lo faccio per la mia famiglia, per me stesso e perché amo il calcio. Ecco perché.

Le parole di Caleb tranquillizzarono il ragazzo che sembrava più sicuro che mai.

A: Ragazzi, ci giochiamo tutto, non abbiamo nulla da perdere oggi. Se non tutti i sacrifici, il tempo, il sudore, il sangue versato in questi mesi...

Cat: Grazie...

M: Forse è meglio se parlo io mister.

A: Già hahaha

M: Ragazzi, siamo arrivati fino a qui, abbiamo superato sfide insormontabili all'apparenza, abbiamo superato avversari migliori di noi in tutti i sensi possibili ed immaginabili e abbiamo superato i nostri limiti più e più volte. Ora andiamo la fuori e vinciamo!

Tutti: Siiiii!!

Mentre stavamo per entrare in campo, il mister si avvicinò a me.

A: 30 minuti in panchina figliolo, ti bastano per leggerli?

N: Si.

La squadra era più pronta che mai a vincere. Scendemmo in campo e ci ritrovammo davanti la Marco Rossi, capitanati da Leonardo Donatelli.

L: Parti in panchina Ardena? Meglio, ammira il mio operato e disperati.


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