Paura. Terrore. Mancanza di coraggio. Queste emozioni mi riempivano il cuore e facevano vacillare il mio corpo. Le gambe mi tremavano, i miei palmi sudavano freddo. Mi mancava l'ossigeno. Dovevo giocare a calcio contro un ragazzo più allenato di me, più pronto fisicamente e non aveva da perdere nulla. Io avrei perso Scarlett. Non potevo lasciarla a questi tre teppisti. Dovevo salvarla. Non riuscivo a vederla sofferente tra le mani di quel ragazzo. Ero disperato. Non giocavo da tre anni e avevo fatto di tutto per cancellare il calcio dalla mia esistenza dopo quello che accadde 3 anni fa. La sola vista di un pallone mi tormentava l'anima. Non potevo tirarmi indietro, andammo al campo. Il capo dei tre si posizionò davanti al cerchio di centrocampo, gli altri due tenevano Scarlett.
?: Le regole sono semplici, devi segnare nella porta avversaria. Ci saranno 3 partite, chi arriva a 2 vince la ragazza.
N: Le regole sono semplici, posso farcela. Dissi guardando Scarlett.
Le mie gambe tremavano, le mie ginocchia sembravano pesanti e il mio battito incrementava secondo dopo secondo. Guardai la mia mano, tremava.
N: Stai calmo, puoi farcela. Osserva l'avversario. La scarpa destra è molto consumata in confronto alla sinistra; è destrorso. Non è più alto di te ne più grosso. Puoi farcela. Dimentica cosa successe 3 anni fa e salva Scarlett, la tua candela nella notte.
?: Sei pronto? Inizio! Esclamò il ragazzo partendo dal centrocampo.
Dalle sue movenze capii che era un giocatore offensivo, quando giocavo ero un trequartista, entrambi eravamo carenti in fase difensiva, eravamo alla pari. O almeno lo pensai per qualche secondo. Non riuscii a fermare la sua corsa, il mio corpo fece qualche passo per poi fermarsi a passi dal pallone. Mi superò e segnò il primo goal. 0-1 per lui.
N: Cazzo sto facendo!?! Scarlett è in pericolo ora, se non vinco la prossima sfida è finita!
Strinsi i pugni, presi il pallone e lo riportai a centrocampo.
?: A parole non sei male ma quando devi dimostrare il tuo valore...fai ridere! Dai inizia!
N: D-dammi un secondo. Dissi impaurito.
Chiusi gli occhi, respirai lentamente, pensai ai suoi e ai miei movimenti. Potevo farcela. I suoi movimenti erano facili da leggere. Inoltre ero io ad attaccare, non credo fosse bravo in fase difensiva.
N: Sono pronto.
?: Fammi vedere cosa ai fare.
Calciai il pallone con debolezza, i miei movimenti erano arrugginiti e influenzati dal mio passato. L'avversario si avvicinava prepotentemente, non sapevo cosa fare, ero nel panico. Chiusi gli occhi, ascoltai il suono dei suoi passi rapidi e scattanti. Un attimo prima che potesse rubarmi il pallone, riuscii a superarlo in dribbling per poi segnare. Goal, 1-1.
N: H-ho...ho...s-segnato?!?
Ero confuso, stordito, sbalordito. Non credevo di fare goal dopo tutto quello che passi. Ma non avevo tempo da perdere in festeggiamenti, mancava un'ultima sfida, rubargli il pallone e segnare. Ero in svantaggio. Netto svantaggio.
N: Posso farcela, ho imparato i suoi movimenti ormai, il mio corpo si sta abituando a giocare e sono più tranquillo. Posso farcela. Il ragazzo prese il pallone e lo mise a centro campo, ma stavolta fu seguito dai due ragazzi. Se prima avevo l'1% di farcela, ora non ho possibilità, tre contro uno, come avrei fatto a rubare il pallone e segnare?!
S: P-Puoi f-farcela Nash, c-credo i-in te! Urlò Scarlett
N: D-datemi un secondo!
Andai da Scarlett di fretta. Il suo volto era in preda alla disperazione, sapeva che non avevo alcuna possibilità ma i suoi occhi argentati emanavano energia, fiducia e coraggio in me. Non voleva arrendersi. Non avevo il diritto di arrendermi, dovevo farlo per Scarlett.
N: Posso chiederti un favore?
S: S-si
N: Dammi un bacio.
S: C-COSA!?
N: Ti spiego dopo, per favore Scarlett, ti supplico.
S: o-ok....
Scarlett mi baciò sulle labbra con occhi chiusi.
S: F-fatto... Arrossì.
N: Grazie
Tornai in campo. Ero tranquillo, sapevo di potercela fare. Non avevo più paura. Mi preparai e i tre iniziarono. Dopo pochi secondi capii che solo il ragazzo che mi sfidò all'inizio sapeva giocare, gli altri due erano solo li per spaventarmi. Chiusi gli occhi e sorrisi. Sapevo di non avere possibilità di perdere. Ero in pieno controllo della partita. Riuscivo a mantenere la giusta distanza tra gli avversari e la mia porta.
N: Devo rubare il pallone poi è fatta.
Il ragazzo avanzò, io chiusi gli occhi per poi riaprirli e sfidarlo in un duello. Se durante la prima sfida mi comportavo come un cucciolo indifeso e impaurito, ora ero un lupo, affamato, deciso e coraggioso. Fece gli stessi movimenti e riuscii a rubargli il pallone dopo alcuni secondi.
N: Devo solo segnare ora.
Provai ad avanzare ma i due compagni giocavano sporco. Calci, gomitate e pugni. Rischiai di perdere il pallone più e più volte ma riuscii a mantenere la palla.
N: Non ho opportunità di superarli...almeno che non provi la giocata di papà vista sul VHS. Non ho alternative. Posso farcela.
I tre correvano contro di me, io chiusi gli occhi e poi superai i due ragazzi con finte di corpo per poi trovarmi in uno contro uno con il ragazzo. Una serie di doppi passi riuscirono a sbilanciarlo e farlo cadere per terra. Lo superai e segnai con tranquillità. Goal. Rimonta completata. 2-1 per me. La cosa più importante era aver salvato Scarlett che corse verso di me e mi abbracciò in lacrime.
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Amo il Calcio
General FictionUn ragazzo appassionato di calcio si trasferisce in una nuova città con la sua famiglia. Vorrebbe giocare per la scuola ma a causa di un evento passato, non riesce.