Alla mia frase si incuriosisce e decide di prestarmi un po' di attenzione in più.
Sì gira verso di me, ma non credevo li facesse con quello sguardo.
È arrabbiato, imbestialito. Devo essere sincera, a quello sguardo mi sono un po' spaventata, ma lo stesso ragazzo scorbutico che ora ho davanti mi ha insegnato a non mollare mai quando voglio o tengo a qualcosa. Quindi è quello che farò, non mi darò per vinto e non mi farò intimidire dal suo sguardo, anzi gli tengo testa.-secondo te t/n? Cosa c'è?-
-vorrei che smettessi di usare quel tono con me, sei... Sei distaccato, freddo e annoiato-
-forse perché è quello che sono.-
Abbasso lo sguardo a quelle parole, ma anche se la voglia è tanta non me ne vado e non mi faccio sopraffare dai sentimenti negativi che crescono in me.
-tu... Tu non puoi fare così. Non puoi far finta di niente, ignorare quello che è successo e semplicemente cercare di andare avanti con la tua vita. Io l'ho fatto da quando sono nato e guarda a cosa mi ha portato! Io non voglio più fare quello che ho sempre fatto, non voglio più ignorare i problemi. Non lo voglio più fare, ma capisci che facendo sembrare tutto facile tu non mi aiuti? Non mi aiuti nascondendomi le cose e non mi aiuti continuando a non arrabbiarti con me.-
Sospiro e senza guardarlo negli occhi mi siedo sullo spazio di letto non occupato da lui.
-posso?-
Chiedo guardando il cuscino di fianco a lui, il letto dove è steso ha una piazza e mezzo.
Annuisce guardando verso la finestra e io mi sdraio di fianco a lui.
-hai ragione-
Dico tutto d'un fiato.
Sembra sorpreso dalla mia risposta ma decido di ignorare la sua reazione e continuare quello che ho da dire-sto cercando di prendere questa situazione sotto gamba, ma non la sto ignorando, sto solo cercando di non farmi sopraffare da quello che sta succedendo. Cerco di non pensarci, tutto qui, ciò non significa che... Che tutto questo non mi faccia soffrire, sto male sapendo che non puoi camminare e ripensando a quello che è successo. È solo che... Non riesco a fare altrimenti. Ogni giorno quando entro in questa stanza la vedo buia e triste e in qualche modo mi sento responsabile di portare un po' di serenità... Non credo di averti mai nascosto niente Levi e spero che nemmeno tu lo abbia mai fatto.-
-tch, si ho capito-
Dopo quella risposta sintetica sospira e fissa il soffitto per qualche secondo.
-voglio parlarti di loro, tu non devi fermarmi. Non devi bloccarmi, voglio farlo. E mi farà soffrire, ne sono consapevole. Ma voglio farlo, poi però voglio sapere anche io una cosa.-
È passato dal parlare di una cosa ad un'altra in un secondo, lo guardo esterrefatta per poi annuire un po' confusa.
-si chiamavo Furlan ed Isabel... Forse però dovrei partire da prima di questo. Dall'inizio. Tu mi conosci come Levi ackerman, caporale della regione esplorativa e guerriero più forte dell'umanità, però io prima... Prima ero un bambino a cui è stato insegnato ad uccidere per sopravvivere, che rubava per mangiare e che viveva dove non si vedeva il sole.-
Lo guardo intenerita mentre parla, mentre ascolto attentamente quello che mi sta raccontando.
Non ho mai visto questo sguardo negli occhi di levi. È nuova, è un misto di indifferenza mischiata a profondo dolore e senso di nostalgia e disgusto.-io non ero nessuno, ero solo un ladro. Se ancora non lo avessi capito io ho sempre vissuto nel sottosuolo, da solo. Un giorno ho incontrato Furlan e da lì siamo diventati amici. Lui... Lui...-
Si blocca un secondo con la voce tremante e mi viene spontaneo poggiare la mia mano al suo petto e cominciare a disegnare cerchi immaginari, con lo scopo di rilassarlo.
-lui era l'unica persona che mi capiva, era l'unica che mi è sempre stata vicina dall'inizio alla fine. Lui era Furlan. Eravamo i ladri più bravi e conosciuti di tutto il sottosuolo. Ci prendavamo gioco della polizia militare e grazie a ciò eravamo riusciti a procurarci dei meccanismi di manovra tridimensionale. Avevamo imparato ad usarli come autodidatti e riuscivamo a volare anche dentro una gabbia.
Un giorno come un'altro eravamo in casa, io e Furlan. Ad un certo punto abbiamo sentito qualcosa bussare alla nostra porta. Ci siamo armati e abbiamo aperto, una piccola ed esile ragazzina rossa è entrata dalla porta, è caduta a terra con le ginocchia e il sedere in su, teneva qualcosa tra le mani, ma non riuscivo ancora a capire cosa. Furlan era sorpreso e anche io, non mi aspettavo una ragazzina. Dissi i miei pensieri ad alta voce e rimasi colpito dalla testardaggine e dalla sfrontatezza di quella ragazzina, mi ha risposto a tono. Sono rimasto colpito, devo ammetterlo.
Era ferita e debole, era affamata, era in fuga da degli uomini, non sto qui a dirti che cosa abbiamo sentito. Ti basta sapere che non avrebbe fatto una bella fine se non avessimo accettato di tenerla con noi. Tch, Isabel, era una ragazzina troppo testarda, troppo testarda e troppo impulsiva. Appena entrata in casa aveva portato il caos, aveva sporcato dovunque e in più teneva un uccellino tra le mani!
È così che abbiamo incontrato Isabel. Io non la volevo, volevo mandarla via... Ma lei era così solare, era una stella in un mondo dove non si vedeva il cielo, capisci? Furlan si era innamorato di lei, in senso metaforico, gli stava simpatica quella ragazzina logorroica.
Lei è cresciuta insieme a noi, ha imparato ad usare il movimento 3D ed è diventata una di famiglia in poco tempo. Era assurda, la situazione dico, ero... Ero quasi contento vivendo così, Vivevo nel sottosuolo, uccidendo e rubando per sopravvivere e non vedevo la luce del sole da molti anni, eppure ripensandoci ora io non ero infelice. Avevo loro e loro erano la mia famiglia. L'unica che ho mai avuto.-Levi si ferma un'altra volta e si passa velocemente una mano sull'occhio. Gliela prendo e la rinchiudo tra le mie dita, non voglio che si nasconda da me.
Sospira e stringe i denti, vedo la mandibola in tensione.
-dopo un po' di tempo passato insieme avevamo intenzione di fare un grosso colpo, forse avevamo sottovalutato i nostri nemici, o sopravvalutato le nostre abilità. Fatto sta che credevamo di trovarci davanti quei deficenti delle guardie reali, eppure non è stato così. La Legione esplorativa, guidata da Erwin, era stata avvertita della moltitudine di crimini che stavano avvenendo in quel periodo a causa nostra, nel sottosuolo. Ci hanno teso una trappola. È iniziato un inseguimento, che è finito con noi tre catturati.
Ci trattavano come criminali, come chi eravamo.-Fa una faccia disgustata ripensando ad un fatto accaduto, probabilmente.
-tralasciamo i dettagli... Ci hanno offerto un lavoro, o ci hanno ricattato. Dipende dai punti di vista, è così accaduto che siamo saliti in superficie. Dopo anni. Siamo entrati a far parte della Legione esplorativa grazie alla nostra capacità con il movimento 3D e perché in quel periodo all'umanità servivano uomini sacrificabili.
Ironico no?-Aggiunge uno sbuffo che assomiglia ad una risata e mi stampa un bacio sulla fronte. Io mi appoggio con la testa al suo petto e gli metto una mano dietro al collo, iniziando ad accarezzarglielo.
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Io ci sarò || Levi X Reader
Fanfiction~Premessa~ La storia si basa sul manga di Attack on titan, ma molti fatti sono stati modificati o annullati, non vorrei ricevere commenti del tipo: "ma la storia non faceva così, Ecc" perché lo so benissimo. Detto questo vi lascio alla trama e sper...