Colazione

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T/N'S POV

Sono nella camera di Levi, mi sto cambiando e lui è già uscito da qualche minuto.
Ieri notte, mi sono svegliata sentendolo mugugnare al mio fianco, stava sudando e aveva una smorfia sul viso. Piangeva anche e quella scena mi ha fatto venire una fitta al cuore. Ero impotente e tale mi sentivo.
Sono ancora sorpresa da quella vista, penso che nessuno qui dentro lo abbia mai visto in quello stato. Poi mi ha anche detto che gli succede spesso!
Povero piccolo!

Aspetta cosa?!
Cosa?
Piccolo?
Piccolo! Hahahaha ok, mi sto ammalando veramente
Sì lo penso anche io

Mi tolgo la maglietta, con ancora il suo profumo addosso, decido di non restituirgliela e di usare quella come pigiama d'ora in poi.
La piego e la metto sopra il letto rifatto. Nel mentre mi cade l'occhio sulla cornice che avevo visto la sera prima.
Decido quindi di fare una cosa, che so mi pentirò di aver fatto: scrivo una lettera a Levi.
Non una lettera d'amore, smielata o che altro. Una semplice lettera.

Ciao Levi.
Volevo solo dirti grazie. Per tutto.
Non smetterò mai di dirtelo e lo so, ma davvero, non so come avrei fatto, oggi se io non fossi qui probabilmente sarei morta a causa dei giganti. Oppure dispersa in giro a vagare e cercare di non essere mangiata o morire di freddo.
Quindi grazie.
Volevo inoltre chiederti chi sono questi ragazzi nella cornice, se non è troppo confidenziale.
Per una volta ti vedo felice

.... No cancella!

Confidenziale.
Mi sembri felice in quella foto e...

No... Cancella.

Confidenziale.
Non ti ridarrò la tua maglietta, sappilo.
In compenso ho rifatto il letto.

Non dirò a nessuno quello successo questa sera e spero che tu farai la stessa cosa nel caso capitasse a me.

Volevo inoltre scusarmi per essere arrivata in ritardo... Non mi va di raccontarti quello che mi è successo, magari più avanti. Niente di piacevole sfortunatamente. Comunque grazie ad un certo Eren non mi è successo nulla.

Niente firma e niente nomi. Solo una lettera che ho appoggiato sopra il letto, aperta.

Non sarei riuscita a dirgli quelle cose di persona, quindi... Perché non sfruttare il fatto di saper scrivere?

Mi dirigo verso la mensa, sono da sola per i corridoi, sarò di sicuro l'ultima ad entrare e mi guarderanno tutti.
Odio essere al centro dell'attenzione.

Spingo le porte della mensa e mi ritrovo davanti un enorme sala dai muri bianchi, con un soffitto alto e spazioso. Vari tavoli ai lati e davanti,
riconosco un tavolo, a sinistra,dove sono seduti Hanji, Levi ed Erwin. A destra invece un tavolo con seduti la ragazza che mi ha salvato, Mikasa credo, il ragazzo che ho incontrato ieri sera, Eren, un ragazzo biondo, minuto, con degli occhi azzurri come il cielo ed un sorriso solare rivolto al ragazzo alla sua destra.
Una ragazza con dei capelli marroni e la bocca piena di cibo, mi osservava curiosa dal "tavolo dei salvatori".
Nei tavoli vicino All'entrata vedo altri ragazzi, tra cui faccia fa cavallo.

Dove vado?

Mi guardo intorno, un po' spaesata, le mani unite dietro alla schiena. Costantemente in movimento a sfregarmi la divisa marrone che avevo indossato poco prima.

E per la seconda volta non so che fare..

Vedo Eren agitare una mano dalla mia parte e chiamarmi verso il loro tavolo. Non tutti si sono accorti della mia presenza, come penso nemmeno Levi.
Mi dirigo verso il suo tavolo e saluto tutti con un sorriso a trentadue denti sul volto.
Mi chiedono di sedermi e così faccio.

-Ciao T/N!-

Mi saluta Eren.

-Hey, come va? Ti ricordi di me? -

Mi dice la ragazza corvina

-Buongiorno, certo che sì ! Ti ringrazio ancora, se non fosse per te non sarei qui! -

Ripondo io.

-Ciao, piacere io sono Armin-

Mi si presenta il biondo.

-Fiaoh, ioh bopo flapua-
(ciao io sono Sasha)

Rido educatamente divertita da quella scena.

-Ciao, io sono T/N, piacere-

-Vedo che già conosci Eren-

Mi dice Mikasa.

-Sì, ci siamo incontrati ieri, mi ha aiutato ad uscire da una faccenda poco piacevole. -

Sorrido riconoscente, rivolta al moro.

Andiamo poi chiacchierando a prenderci i piatti, raccontandoci un po' delle nostre vite. O meglio, delle loro, dato che io ho preferito non dire nulla del mio passato.

Ci sediamo e uno sguardo mi cade sul caporale seduto davanti a me, Levi.
Ha sempre quello sguardo serio e spento, che mi è capitato di vedere diverso qualche volta.

Mangia in silenzio, non ride, e non parla. Con nessuno.

Alla fine della colazione ci dirigiamo tutti verso il giardino, per iniziare gli allenamenti. Io mi stacco dal gruppo e mi dirigo verso i caporali per iniziare il mio primo allenamento, il primo di una lunga serie.

-Caporali...-

Si girano tutti verso di me, dopo averli chiamati

-Si cadetta T/N-

Rabbrividisco a quel nome e continuo la mia frase.

-Cosa dovrò fare oggi, come e da chi verrò allenata?-

Anche sapendo già la risposta ad una di quelle domande ho preferito averne la conferma.

-Comincerai con dei giri di corsa ed un riscaldamento più o meno pesante, per poi passare ad un allenamento corpo a corpo, dove il tuo allenatore e sfidante sarà... -










Io ci sarò || Levi X Reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora