① Inverno: la prima neve

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Quella mattina di fine dicembre il cielo era completamente bianco e l'aria gelida aveva un odore pungente. L'acqua che per tutto l'autunno si era riversata sul pendio era ora un ricordo: non pioveva da quasi una settimana e la terra sotto le verdi chiome degli abeti si stava seccando, tuttavia l'aria pesante e umida tradiva un imminente temporale.
Taehyung si trovava in quello che si poteva considerare il suo giardino, seppure non fosse provvisto di nessuna recinzione né staccionata che lo separasse dalla collina circostante e stava schiacciando un pisolino sopra la sua panca preferita: nessuno lo avrebbe disturbato su quel cucuzzolo dimenticato da Dio.
Nel frattempo intorno a lui l'inverno si palesava: un venticello iniziò a soffiare da nord, mentre sù ai piani alti le candide nubi si addensavano sempre più, nascondendo mano a mano ogni sprazzo di celeste.
Appena l'aria cominciò ad alleggerirsi, le nuvole fecero lo stesso e finalmente la stagione più fredda poteva dirsi iniziata.
Il cielo concesse solo una spolverata di neve quella mattina, ma, passato mezzogiorno, la situazione divenne quasi glaciale con intensificarsi sia del vento, che delle precipitazioni.
Fu solo in quel frangente che il dormiente Taehyung venne scosso dal suo sonno, scoprendosi più infreddolito e bagnato di quanto si ricordasse.
Aprì i suoi occhi nocciola, per poi richiuderli immediatamente, infastidito dall'improvvisa vista di un cielo tanto bianco e passò dalla posizione supina a quella seduta, curandosi di tenere nel frattempo gli occhi ben chiusi.
A quel punto, un po' ridestato dalla luce e infastidito dal freddo, scese dalla panca e si diede un'occhiata intorno: nevicava molto e tirava un forte vento, tanto da trapassare i suoi vestiti imbottiti e procurargli i brividi nonostante il suo essere avvezzo a temperature estreme. Decise pertanto di rincasare e continuare il suo agognato riposo nella propria abitazione.
La notte precedente l'aveva passata a caccia di provviste per l'inverno, così come tutte le notti addietro da un mese a quella parte. Non era semplice per lui trovarne, poiché, proprio in quel periodo, l'orso che abitava nel bosco lì vicino gli faceva una agguerrita concorrenza per poter andare in letargo e il suo territorio era off limits per le creature come lui. Così si aggirava attorno all'area, sperando di cogliere di sorpresa prede sfuggite al bruno rivale e riuscendoci anche abbastanza spesso, tant'è che quasi ogni inverno doveva costruire nuovi contenitori per carne essiccata, poiché non sapeva più dove sistemarla, anche se, non sapeva come, ogni volta le provviste finivano prima del previsto, costringendolo comunque a cacciare. Questa volta però aveva deciso che, finché il meteo lo avrebbe permesso, sarebbe uscito a caccia e si trattava di una trovata ghiotta, in quanto molti animali morivano assiderati durante le prime nevicate a causa della mancanza di ripari adeguati: non avrebbe dovuto far altro che scovare i loro corpicini con il suo olfatto impeccabile.
Varcò la soglia della sua casetta di legno, chiudendosi la pesante porta alle spalle e dirigendosi verso il caminetto per accendere un fuoco che avrebbe asciutto lui e i suoi vestiti. Posizionò i legnetti più fini sotto gli alari in ferro e preparò i fiammiferi, mancavano solo dei ciocchi più grandi che non teneva in quella stanza, ma nel seminterrato. Le ore di sonno perse tornavano a farsi sentire, infatti ci mise un un minuto buono a trovare le chiavi per aprire la botola che scendeva di sotto, ma alla fine, recuperato l'occorrente, il suo caminetto era acceso e lui un po'più felice.
Per prima cosa si tolse la giacca imbottita, perché era la sua preferita e temeva che le piume all'interno potessero sciuparsi ulteriormente: la poggiò aperta sui mattoni in terracotta che circondavano il camino, né troppo vicina al fuoco, né troppo lontana. Dopodiché mise le scarpe in un angolo, iniziando a sfilarsi i pantaloni che erano troppo fradici per collaborare e si abbassarono bene solo fin sotto le natiche, a quel punto Taehyung si sedette per terra e piano piano riuscì a vedere le sue toniche e ambrate gambe far capolino da quell'ammasso di stoffa blu. Pensò per un attimo di essere fortunato a non avere peli, per poi realizzare il motivo di questa mancanza e rabbuiarsi.
Si tolse il maglione, scoprendo anche il suo busto allenato e le morbide braccia. Appoggiò tutto il vestiario accanto alla giacca, restando seduto per terra a godersi quel piacevole calore e a studiare il proprio corpo seminudo. Effettivamente lo scorso mese era stato intenso e aveva avuto poco tempo per riflettere e per stare con se stesso, adesso era l'occasione perfetta per fare il punto della sua situazione, di tutta la sua situazione.

Al suo risveglio era ormai sera e il fuoco era quasi spento, così si sedette e gli diede una ravvivata con gli utensili appositi, giusto per evitare che la fiamma abbandonasse ultimo pezzo di legno carbonizzato e questo iniziasse a far fumo.
Si strusciò gli occhi che gli facevano ancora male dal pianto della mattina, perché ogni volta che cercava di fare il punto della sua vita finiva così?
Stiracchiò le braccia e si rese conto che dormire per terra non era stata una buona idea alla veneranda età di 24 anni, difatti aveva la schiena parecchio indolenzita.
Si tirò su per affacciarsi alla finestra e notò con piacere che il vento si era calmato e un manto bianco immacolato ricopriva terra e vegetazione fino a dove il suo sguardo riusciva ad arrivare.
<<Stasera le impronte si vedranno che è una bellezza.>>
Pensò in un moto di gioia improvviso.
In effetti non mangiava dalla notte precedente e, seppur non avesse ancora fame perché appena sveglio, doveva cacciare finché poteva.
Il suo istinto si stava risvegliando in quei giorni e la notte lo portava a caccia a chilometri da casa, ma quella sera il bisogno di uscire era incontenibile: gli accadeva ogni anno prima della stagione fredda e Taehyung si era dato la spiegazione che si trattasse di un moto di autoconservazione simile a quello dell'orso che mangia, ingrassa e accumula provviste per sopravvivere al letargo.
Così, mezzo nudo com'era, uscì di casa, chiuse a chiave il portone, si tolse l'intimo e si trasformò.
Nella sua forma animale era semplicemente solenne: non era particolarmente grande come lupo, ma possedeva un maestoso pelo candido, zampe lunghe e affusolate che lo rendevano agilissimo e i suoi soliti occhioni nocciola che scrutavano il mondo con attenzione e timore. Quando arrivava la neve e lui poteva mimetizzarsi, però, il timore scompariva e Taehyung diventava la creatura più contenta del pianeta: con la neve il bosco era suo.
Iniziò a procedere proprio nella direzione del bosco, intenzionato a fare una visita alle tane dei tanti topolini di campagna che lo abitavano, ma mentre avanzava, ecco che nuovamente il suo istinto lo costrinse a cambiare direzione verso la strada che scendeva la collina.
Era come una frenesia che Taehyung non poteva controllare: lui era dentro quel corpo solamente come spettatore, mentre la sua parte animale prendeva le decisioni per lui. L'aveva sempre lasciata prevalere perché era molto utile nella caccia, ma in quel frangente non riusciva a capire dove lo stesse portando e soprattutto: perché nella direzione in cui meno voleva andare?
Arrivare al paese sotto la collina era fuori questione per lui da almeno un decennio e il lupo sembrava volesse portarlo proprio lì.
Taehyung non capiva e, mentre cercava con i suoi scarsi mezzi di ribellarsi, si fermò e l'istinto di procedere lo abbandonò improvvisamente.
<<Sono riuscito a riprendere il controllo.>>
Gli venne automatico pensare.
Non ebbe nemmeno il tempo di girare i tacchi e incamminarsi verso il bosco che sentì in lontananza alcune persone urlare frasi scurrili e imprecazioni rivolte a chissà chi, così aumentò il passo per non farsi vedere e defilarsi alla svelta.
Purtroppo, con la neve, un paio di gambe lunghe come quelle di un essere umano sono molto più efficienti di quattro zampe più corte e in men che non si dica, i suddetti ceffi si avvicinarono abbastanza da rendere pericolosa la fuga. Taehyung si acquattò fra la neve, sperando che nessuno si avvicinasse troppo e li ascoltò con attenzione per valutare le prossime mosse da fare.
<<Cane schifoso!>>
Sentì urlare a uno di loro.
<<Fai schifo!>>
Aggiunse un altro.
Poi sentì un tonfo sordo e altri passi nella neve. A giudicare dalle camminate dovevano essere quattro, ma sembrava che uno di loro avesse una sola gamba: in caso di necessità avrebbe attaccato lui per primo.
Quando una folata di vento gli portò i loro odori, si accorse che erano tutti ubriachi, tranne il quarto, lui non aveva ancora parlato e il lupo non poteva sentire la puzza del suo alito, in ogni caso la sua paura diminuiva: sarebbe stato facile avere la meglio con avversari in quelle condizioni.
Taehyung non sapeva di preciso quanto tempo quegli uomini rimasero lì a imprecare, fatto sta che a notte inoltrata si stancarono e tornarono verso il loro paesello.
A quel punto, una volta a debita distanza, il lupo si alzò, si scosse dalla neve e fece per riprendere la via di casa, quando una voce flebile parlò:<<Chi c'è? Aiutami ti prego!>>
A Taehyung gelò il sangue: come poteva non essersi accorto che uno di loro era rimasto lì? Adesso rischiava la vita perché era stato troppo stupido da non contare i piedi che si erano allontanati.
Rimase immobile.
<<Aiutami ti prego! Ci sei?>>
A quel punto Taehyung annusò l'aria e sentì odore di sangue. Sperò che fosse di quell'uomo che lo chiamava e che fosse troppo indebolito dalla ferita per fargli male. Decise così di voltarsi e avvicinarsi un pochino, non troppo, solo per vedere di cosa si trattava.
Avanzò di qualche passetto e allungò il collo per dare un'occhiata e un altro odore, oltre a quello del sangue, lo investì: odore di alpha.
Quello fu il colpo finale che lo fece scappare a gambe levate fino a casa sua, insieme al suo adorato caminetto alla gustosa carne essiccata e alla sua fedele cagnetta Erika che gli faceva la guardia al seminterrato.

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