①⑤ Inverno: ultima fuga

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Il cielo, di nuovo bianco, aveva iniziato a rilasciare piccoli fiocchi quel pomeriggio, ma per fortuna il vento non sembrava essere intenzionato a tornare a soffiare.
Taehyung era pronto per la sua piccola gita e la sua valigia, che poi era la sua bocca, comprendeva ben una scatolina di soppressanti e poi basta.
Aprì la porta e si fermò davanti la soglia di casa sua.
<<Marmocchio sto per andare.>> Chiamò il minore che era distratto a giocherellare con Erika davanti al camino.
Jungkook si alzò e lo guardò con gli occhi tristi, mentre gli si avvicinava. Gli prese una mano gelata tra le sue, che invece erano calducce per via della vicinanza al fuoco.
<<Non prendere freddo Hyung.>> Gli disse, sempre guardandolo negli occhi <<Torna presto, ti voglio bene.>> Così dicendo gli lasciò un inaspettato bacino sullo zigomo destro, che fece avvampare l'omega, già prossimo al calore.
<<E tu non darmi fuoco alla casa, ok?>> Rispose il maggiore, scompigliando i capelli all'altro con la mano libera, per poi lasciargli un lento bacio sulla fronte. Le sue labbra erano morbide e lisce come i polpastrelli di un gattino e sentirle così fredde sulla propria fronte bollente fece venire al minore l'istinto di scaldarle a modo suo.
<<Vai dentro Kookie, mi devo trasformare ora.>> Ordinò bonariamente, interrompendo le fantasie del ragazzino che ubbidì immediatamente, già in brodo di giuggiole per il nuovo meraviglioso soprannome che aveva ricevuto.

Era quasi arrivato al grande masso quando un brezza fredda iniziò a levarsi da Nord.
Stare fuori mentre soffiava il vento non era mai piaciuto all'omega, perché non riusciva a sentire gli odori in modo chiaro, il che poteva essere pericoloso per un lupetto come lui.
Mentre avanzava si ripeteva in testa la scusa da utilizzare con il beta: <<Stavo cacciando e mi sono accorto di essere molto vicino a casa tua, tieni la vuoi questa lepre?>>
Effettivamente aveva dovuto cacciare sul serio per far filare liscia la sua storia.
<<Poi rimarrò per cena e stasera o stanotte il mio calore inizier->> Pose fine alle sue riflessioni quando vide una sagoma non ben delineata a una decina di metri da lui. Il vento aveva iniziato a soffiare più deciso e sollevava i fiocchi creando una fastidiosa nebbiolina, inoltre il lupo aveva il vento che soffiava verso la direzione nella quale stava procedendo, quindi nessun odore poteva arrivargli da davanti.
Sentì un rumore molto simile a uno sparo provenire da quella direzione e si acquattò nella neve per non farsi vedere.
Il vento seguitava a soffiare e maturava di intensità di minuto in minuto.
Ad un certo punto divenne quasi insopportabile anche per Taehyung, che a quel punto si alzò a scrutare davanti a sé. La sagoma era sparita, così decise di procedere con cautela.
Stava per raggiungere il masso, quando per terra vide delle tracce di sangue e quelli che sembravano dei segni di trascinamento. Si spaventò terribilmente e dovette respirare profondamente più e più volte prima di decidere di proseguire.
Superò dunque il masso e vide che la scia proseguiva fino alla casa di Ten.
Il suo cuore perse un battito, gli occhi iniziarono a pizzicargli e il respiro accelerò: aveva una paura tremenda che fosse successo qualcosa all'amico.
Corse verso l'abitazione e vide le luci accese all'interno.
Con timore si affacciò alla finestra e guardò all'interno.
Ten era nudo, stava seduto su una sedia di legno e trafficaca con garze e bende insanguinate mentre si osservava una gamba con aria preoccupata.
Taehyung come un fulmine si ritrasformò in umano e iniziò a bussare alla porta.
<<Ten aprì sono Taehyung.>> Urlò.
L'altro esitò qualche secondo.
<<Tae... Entra dalla finestra per favore, non ci arrivo ad aprirti la porta.>> Rispose con lo stesso tono.
Il castano stava morendo di freddo così nudo e si spostò alla finestra, vedendo Ten arrancare per aprirgli.
<<Porca puttana!>> Esordì appena entrato. <<Che hai fatto alla gamba?>> Riusciva chiaramente a vedere una ferita circolare non molto profonda nella coscia destra che buttava sangue.
<<È stato un cacciatore Hyung, mi ha preso mentre cercavo di procurarmi la cena.>> Rispose il minore, risedendosi nel punto di prima.
<<Fa nulla, l'ho portata io la cena.>> Mise la lepre sul tavolo. <<Ora fammi vedere quella gamba, forza.>>
Il beta girò la ferita in suo favore e Taehyung la osservò attentamente.
<<Dobbiamo togliere il proiettile, prima di fasciarla: guarirà prima.>> Fu il suo consiglio.
<<Ma Hyung l'altra volta è uscito da solo man mano che guarivo.>> Cercò di protestare Ten.
<<L'altra volta eri un cucciolo. Questa ti farà penare per almeno una settimana se togliamo il proiettile e diciamo due, se lo lasciamo dove sta.>> Gli spiegò. <<C'è di positivo che ha già smesso di sanguinare.>> Concluse.
Il minore pensò qualche secondo e poi interrogò l'amico:<<Ok, ma come lo togliamo?>>
<<Dammi la giusta bacchetta e ti solleverò il mondo.>>

Taehyung canticchiava nella cucina. Dopo essersi vestito, aveva spellato la lepre, l'aveva ripulita dalle parti non commestibili per l'uomo e adesso si accingeva a buttarla in padella insieme alle patate. Ten stava seduto al tavolo già apparecchiato e osservava l'altro. In quel momento lo considerava un po' il suo angelo: gli aveva pulito, disinfettato e bendato la ferita e ora lo stava per sfamare.
In realtà per lui era sempre stata un creatura divina sin da quando si erano conosciuti da piccoli: Taehyung era sempre quello più bravo in tutto, il più forte e allo stesso tempo il più umile. Ten lo ammirava da sempre, anche quando si era scoperto omega era riuscito ad essere perfetto e, se si fosse rivelato un alpha, sarebbe stato comunque impeccabile ai suoi occhi innamorati.
Non aveva idea del perché fosse in zona quella sera, Ten pensò fosse stato il destino e, forse era un'impressione dovuta all'aiuto incredibile che gli aveva dato, ma il beta lo trovava più bello che mai.
<<È pronto!>> Annunciò il castano, portando la padella in tavola.
<<Andiamo a lavarci le mani?>> Chiese.
<<Sì Hyung, grazie.>> Rispose il minore con un filo di voce: quella creatura celestiale era lì per lui e lo stava aiutando ad alzarsi per andare a lavarsi le mani. Gli si inumidirono impercettibilmente gli occhi.

<<Grazie, davvero.>> Gli disse con un filo di voce, mentre il castano gli faceva da stampella al ritorno dal bagno.
<<È mio dovere di Hyung proteggere e aiutare i più piccoli, lo faccio volentieri.>> Rispose, mentre si girava verso di lui sorridendo dolcemente. <<Ora mangiamo dai, devi avere energie se vuoi rimetterti presto.>> Lo spronò, aiutandolo a sedersi.

Cenarono in tranquillità, il castano spiegò all'altro finalmente il motivo fittizio per il quale si trovava nei paraggi e il minore gli descrisse come si era svolta l'aggressione. Per tutta la durata del racconto Taehyung trattenne il fiato dalla paura che un orrore del genere potesse succedere anche a lui, o peggio: a Jungkook.
Si biasimò mentalmente per non avergli vietato di uscire in sua assenza e sperò con tutto se stesso che non gli saltasse in testa di andare a fare una passeggiata prima che fosse rincasato. Si tranquillizzò un poco quando vide che il tempo fuori era peggiorato ulteriormente, il che avrebbe dovuto funzionare bene come deterrente anche solo ad aprire una finestra, figuriamoci avventurarsi all'aperto.
Ten si accortosi del suo cambio di umore in peggio, decise di cambiare argomento e, stuzzicato da uno stimolo per lui ancora di provenienza sconosciuta, decise di buttarsi su una questione spinosa:
<<Quindi l'altra volta poi te ne sei andato.>> Azzardò, con aria un po'demoralizzata.
<<Sì.>> Gli confermò <<Avevamo concordato sarei rimasto per la notte e così è stato.>> Rispose con un ragionamento che non faceva una piega.
<<Hyung lo sai che per me potresti restare anche per sempre.>> Gli disse quasi sussurrando e abbassando la testa.
<<Sì, ma non sarebbe giusto.>> Dichiarò il castano.
<<Io ne sarei felice e credo anche tu. Verso chi non sarebbe giusto?>> Oramai aveva iniziato questo discorso ed era costretto a scoprire tutte le sue carte.
<<Verso di te e verso i tuoi sentimenti per me, che non sono ricambiati, lo sai Ten.>>
Al beta questa frase fece più male del proiettile che si era preso nella coscia. Se fino ad un momento prima era felice, adesso in modo del tutto inaspettato, la gioia lasciava il posto alla delusione.
<<Me lo merito.>> Rifletté ad alta voce, ormai punto di piangere.
<<Mi ero ripromesso di non incontrarti più, ma non ce l'ho fatta a resistere.>> Confessò.
L'omega, pervaso nel frattempo da un calore familiare e da un lieve fastidio al basso ventre, si alzò in piedi per avvicinarsi e inclinarsi sull'orecchio nel minore: <<E non sei felice che io sia qui?>> Gli chiese con tono provocante e causandogli brividi su tutto il corpo.
L'odore del maggiore stava diventando così buono e avvolgente, che respirarlo da vicino, lo portò in confusione e ci mise qualche secondo a rispondere.
<<Hyung sono sempre felice quando mi ronzi intorno.>> Rispose guardandolo negli occhi liquidi di desiderio.



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