⑤ Inverno: Jungkook

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<<Ehi scusa, mi senti?>> Continuò il ragazzo inclinando leggermente il busto dolorante.
<<Va tutto bene?>> Si preoccupò di chiedere, ma dall'altro ancora nessuna risposta.
Stava lì, girato verso la finestra, dando le spalle al letto e all'alpha, che iniziò a essere leggermente stranito dalla situazione, dopotutto non poteva essersi addormentato in piedi, quindi o era sordo, oppure si stava così concentrando a guardare la neve da essere caduto in trance.
Quello che non poteva sapere era che l'altro era in preda al panico in quel momento e la sua parte inconsapevole della mente gli stava imponendo l'utilizzo della tecnica per sfuggire ai t-rex, ma con la creatura sbagliata.

<<Sono Jungkook, grazie per l'ospitalità.>> Tentò di nuovo l'altro, con ancora nessun risultato.
Alla fine Taehyung si voltò con la migliore poker face che avesse mai sfoggiato in vita sua e, con fare sicuro, prese la carne essiccata dalla testiera del letto e la mise di nuovo sul petto del ragazzo. Dopodiché, senza dire una parola, scese di sotto e scomparve.
Jungkook era piuttosto sconvolto: aveva cercato di non essere polemico, evitando chiedere ad esempio cosa ci facessero delle manette ai suoi polsi e alle sue caviglie, semplicemente voleva parlare con la persona che probabilmente lo aveva salvato e farsi dare un paio di informazioni.
In quel momento un terribile sospetto gli sfiorò la mente: <<E se fosse un pazzo maniaco?>>
Effettivamente la situazione dal suo punto di vista non era delle più rosee: ferito, dolorante e indebolito dal digiuno, era stato salvato da uno strano uomo che aveva ben pensato di portarlo nella sua casa chissà dove, legarlo mani e piedi al letto.
<<Sono sicuro di aver letto alcuni racconti thriller che cominciavano in questo esatto modo.>>
Pensò fra sé e sé.
Poi si guardò intorno, scorgendo il bicchiere d'acqua con la cannuccia sul comodino e gli venne quasi da piangere di gioia, ma alla luce dei suoi nuovi sospetti, esitò: e se il pazzo gli avesse messo qualcosa nell'acqua?
Seguendo la stessa logica, per il momento lasciò stare anche la carne, mentre rifletteva: << L'altra volta la carne era buona e non mi ha dato effetti strani, se non quello di volerne ancora.
Magari provo a rosicchiarne un pezzettino per accertarmi del fatto che anche questa volta sia innocua. >>
Poi si avvicinò quanto poteva al bicchiere, facendo attenzione a non scivolare dal letto con il sedere. Lo guardò approfonditamente e ne studiò il contenuto, trovandolo limpido e all'apparenza normale. Non vedeva oli o schiume di nessun genere a pelo d'acqua, tuttavia ancora non voleva rischiare.
<<Perché dovrebbe avvelenarmi o drogarmi, se sono qui alla sua mercé?>>
Si chiese Jungkook. Logicamente non trovò risposte, ma si disse che i maniaci non ragionavano come lui, dopotutto non valeva la pena di morire a 22 anni per due sorsi d'acqua.

Guardò verso il caminetto acceso e riconobbe che quel matto fosse perlomeno attento al benessere delle sue vittime. Jungkook odiava il freddo con tutto se stesso, per questo aveva in programma di trasferirsi, appena fosse diventato indipendente.
Osservò le sue gambe muoversi sotto la coperta, poi il suo busto e gli venne voglia di scoprirsi e vedere da cosa fossero causate le le fitte di dolore che lo prendevano quando si muoveva.
Sentiva inoltre lo stinco destro pulsare e un dolorino persistente al polso e all'ascella sinistri.
Iniziò a dare piccoli morsi alla carne appoggiata sul suo petto e a pensare a un modo per studiare il suo ospitante.

Taehyung era sceso in cantina con una nonchalance inaspettata, recitando perfettamente la sua parte, nonostante dentro si sentisse morire.
Aveva bevuto forse un litro d'acqua tutto insieme per inumidire la gola arida e si era andato ad accoccolare sul divano, seguito da Erika.
Sperava di riaddormentarsi, in realtà la tempesta fuori era ancora troppo rumorosa e la sua paura pressante come non mai.
Si tranquillizzò solamente al mattino, quando anche un impellente stimolo fisiologico lo tirò giù dal suo giaciglio: doveva fare la pipì. Fortunatamente il tempo all'esterno si era assestato e il vento non si sentiva più.
Salì nuovamente le scalettine e aprì la botola, salendo su, sicuro, dati i rumori, che l'ospite stesse dormendo.
Gli passò davanti e si affacciò alla finestra: aveva indovinato le sue previsioni sul meteo. Poteva tranquillamente uscire a fare i bisogni e fare anche un giro nel bosco, poiché negli ultimi due giorni non aveva portato a casa lo straccio di una preda.
Ravvivò il fuoco e si spogliò dietro la testiera del letto, mentre l'alpha era nel mondo dei sogni. Prese le chiavi e si avventurò all'esterno.

La neve fresca era soffice sotto le sue zampe e lo strato gli arrivava quasi alle spalle. Taehyung sperò che per il momento le bufere si calmassero, o sarebbe dovuto restare chiuso in casa prima del dovuto.
Si avviò verso il bosco e qui si avventurò.
Guardò per aria, godendosi lo spettacolo dei verdi abeti impolverati di bianco.
Annusò l'ambiente, ma gli odori erano quasi tutti ovattati dalla coltre bianca sulla quale si era nel frattempo seduto, così dovette prestare la minima attenzione ad ogni sfumatura che percepiva. All'improvviso una fragranza molto appetitosa gli colpì le narici: sembrava un roditore e, mentre realizzava l'idea, stava già camminando velocemente verso quella direzione.
Un coniglietto selvatico stava scavando fra la neve proprio di fronte a lui che, mimetizzato alla perfezione, riuscì a farne la sua colazione in quattro e quattr'otto.
Si accorse che l'istinto del lupo si stava affievolendo rispetto ai giorni precedenti e d'ora in avanti avrebbe cacciato quasi solo con le sue forze, senza il predatore a guidarlo.
Si aggirò ancora fra gli alberi, trovando altri piccoli animali morti il giorno precedente e perfettamente conservati nella neve: due uccelli grandi come piccioni e altri piccoli roditori che si pappò lì per lì.
Gli uccelli invece volle portarli a casa e mangiarli durante il giorno, arrostiti sulla brace del caminetto.

Si avvicinò all'abitazione e sbirciò dalla finestra l'interno del monolocale, per accertarsi che il marmocchio dormisse ancora. E a Taehyung sembrò essere ancora nelle braccia di Morfeo, così si trasformò in essere umano e rientrò di soppiatto, chiudendosi delicatamente il portone alle spalle.
Con la massima attenzione si rivestì e appoggiò le due prede sul tavolo della cucina.

Jungkook si svegliò con un brontolio in pancia, alimentato da un buonissimo odore che, durante il suo riposo, aveva preso possesso della stanza.
Alzò la testa e vide il suo carceriere dargli le spalle, mentre sistemava qualcosa sui mattoni del camino. Il ragazzo dai capelli castani si spostò leggermente e Jungkook vide un paio di sostanziosi volatili spennati venir cotti su una gratella.
L'odore era a dir poco paradisiaco per lui che mangiava strisce di carne essiccata da quasi due giorni e godeva persino a sentire il suono del grasso che si scioglieva e cadeva sui tizzoni, sfrigolando prima di carbonizzare.
Il maniaco non si era accorto che l'inquilino si fosse svegliato e continuava a trafficare con droghe varie per insaporire l'arrosto. Jungkook lo osservava in silenzio, sperando che i rumori del suo stomaco non lo tradissero.
Portava vestiti abbastanza leggeri: una maglietta a maniche lunghe rossa probabilmente di lino e un paio di pantaloni di tuta neri. I piedi non riusciva a vederli, perché il ragazzo era accovacciato per facilitarsi nel maneggiare il cibo.
Jungkook poté avere una visuale abbastanza completa di come fosse fatto, visto che della volta precedente si ricordava solo il viso. Notò che aveva più o meno la sua stessa età, anche se era più mingherlino di lui.
<<Ci credo: mangia solo carne essiccata questo qui!>> Pensò.
La cosa che lo turbava era che non riusciva ad inquadrare la sua razza: non aveva odore di umano e non aveva odore di lupo. Il suo olfatto era ottimo, non l'aveva mai tradito, ma questa volta pensò di aver preso una bella botta in testa, perché non riusciva a venirne a capo in nessun modo.
Aveva bisogno di sapere chi fosse biologicamente, per capire come comportarsi con lui e su quali leve fare pressione, ma non aveva mai sentito un odore del genere.
Nel frattempo che rifletteva, si accorse anche di un altro dettaglio: aveva una voglia matta di fare la pipì.

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