Qualcuno all'esterno parlava con Erika facendole i complimenti per quanto fosse bella e buona, mentre lei sembrava essersi calmata e starsi godendo le carezze che riceveva.
Taehyung sedeva sul divano con un malessere che gli mordeva la bocca dello stomaco e in preda all'indecisione: uscire subito o aspettare che bussi?
La sua ansia decise per lui di aprire quella porta, per trovarsi davanti a un Ten smagrito e stanco, ma che con una tenerezza infinita coccolava l'allegra canina scodinzolante.
Il beta alzò lo sguardo verso di lui e il suo viso improvvisamente si rabbuiò, da ridente quale era. I suoi occhi scuri si spensero, abbandonati dalla felicità fanciullesca che prima li faceva brillare e le sofferenze rimaste sul suo volto dal rigido inverno si palesarono al castano in tutta la loro drammaticità: le sue guance erano scavate, la pelle spenta e profonde occhiaie scure gli macchiavano il volto ancora fanciullesco, seppur provato.
Taehyung non seppe trovare niente di meglio per rompere il ghiaccio che un semplice: <<Ehi, come stai?>>, detto con titubanza mentre ancora era sulla soglia di casa.
<<Bene grazie.>> Rispose, dando una ultima carezza a Erika e poi alzandosi in piedi. Si sistemò il cappotto leggero che portava, mettendosi una mano in tasca e mentre l'altra la passò dietro la nuca con lo sguardo basso.
<<La gamba?>> Domandò il maggiore, tentando invano di evitare l'imbarazzo del silenzio.
Istintivamente l'altro si toccò la coscia e alzò gli occhi.
<<Tutto bene.>> Tossicchiò. <<Alla fine avevi ragione Hyung: è guarita in una settimana circa.>> Concluse.
<<Oh mi fa piacere.>> Abbozzò un mezzo sorriso con un peso sul cuore e incrociò le braccia, non sapendo dove mettere le mani.
<<Senti ero venuto per dirti delle cose.>> Gli spiegò il più piccolo. <<Ma tu sai di diverso.>>
Taehyung sentì il cuore balzargli nel petto.
<<Cosa... cosa ti è successo?>> Gli chiese il beta con un leggero timore negli occhi e un tremendo sospetto in mente.
<<Intendi l'odore?>> Temporeggiò l'altro nel panico, cercando di racimolare qualche secondo in più per formulare una risposta che non lo ferisse troppo.
<<Sì. Hai... prestato i vestiti a qualcuno che ci ha lasciato il suo odore sopra?>> Domandò Ten, provando a darsi una spiegazione plausibile che non fosse quella tanto temuta.
<<Io... io sono stato morso Ten.>> Abbassò lo sguardo: non voleva vedere la delusione in quei cristalli di ambra che erano i suoi grandi occhi, soprattutto se la delusione gliela stava causando lui stesso. Allo stesso tempo non osava immaginare che cosa stesse pensando il compagno, seduto appena quattro metri più in là. Sentì la botola aprirsi e chiudersi.
<<Ah.>> Fu l'unica sillaba che il beta fu in grado di pronunciare in risposta, troppo ferito anche per arrabbiarsi, piangere o controbattere.
Taehyung prese coraggio e finalmente osò guardare in che stato lo avesse ridotto quella dichiarazione. Ogni segno di gioia sembrava essere scomparso totalmente dalla sua persona: si era ingobbito e teneva la testa bassa, tanto che l'omega riusciva a stento a intravedere i suoi occhi.
<<Un alpha.>> Il castano decise che era giusto informarlo almeno dei dettagli principali.
L'altro cercò di essere silenzioso mentre tirava su col naso, ma Taehyung lo sentì ugualmente. Voleva spingersi in avanti ed abbracciarlo, ma si rendeva conto che era ridicolo farsi consolare dalla causa della propria tristezza, così restò semplicemente lì davanti e aspettò in religioso silenzio che si riprendesse. Il suo castorino ridotto così non lo aveva mai visto, ripensò a tutte le volte che era stato difeso, coccolato e amato da lui. Ad un certo punto gli risultò impossibile restare lì senza far nulla e pian piano gli si avvicinò. Gli toccò una spalla. <<Ten.>> Lo chiamò dolcemente, poi lo circondò con le braccia e fu in quel momento che l'altro cominciò a singhiozzare rumorosamente, facendo scendere dalle sue gote grandi gocce salate. Ricambiò l'abbraccio con forza, quasi aggrappandosi al castano.
<<A-vevi pro-mes-so.>> Iniziò a parlare tra i singhiozzi. <<Sa-re-mo rima-sti in-sie-me.>>
Taehyung, con i lucciconi e il naso tappato, non trovò il cuore di rispondergli altro che:<< Ho trovato il mio compagno. N-non ho potuto farci niente.>> Una calda lacrima gli rigò la guancia sinistra.
Il beta smise man mano di singhiozzare e si staccò dal castano, per guardarlo negli occhi nocciola coi suoi lucidi e gonfi.
<<Mettiamoci seduti. Per favore.>> Propose il più grande mentre indicava la panchina che, con la bella stagione, aveva riposizionato nel proprio giardino.
Erika li guardava da davanti la porta di casa, nell'attesa che qualcuno la facesse entrare.
Si avviarono verso la panca e si accomodarono, mettendo una certa distanza fra i loro corpi.
Taehyung non sapeva come comportarsi: non voleva parlarti ancora della sua situazione sentimentale per non farlo piangere ancora, ma allo stesso tempo non voleva essere indelicato e tirare fuori un argomento superficiale solo per farlo distrarre.
Mentre rimuginava a tal proposito, Ten gli tolse ogni scelta, iniziando a parlare lui con tono molto più tranquillo.
<<Sei stato un pezzo di merda.>> Sputò, senza onorifici. <<Ti avevo detto che mi ero allontanato perché ci soffrivo troppo a essere usato da te e tu sei tornato lo stesso e mi hai usato ancora.>> Un'altra lacrima gli rigò in volto, ma stavolta era di rabbia. Lo guardava con gli occhi accesi dal fuoco dell'ira e ombreggiati dalla delusione, ma il suo corpo non si mosse di un millimetro contro di lui. <<Avevo creduto alla tua buona fede, pensavo ti fossi veramente ritrovato in quella zona per caso.>> Abbassò il tono della voce, rendendosi conto che si stava alzando eccessivamente. <<Poi ho trovato quella schifosa scatola delle medicine che prendi.>> Si ingobbì e incrociò le dita. <<Potevi portarle via e io non mi sarei reso conto di nulla. L'avrei preferito Hyung.>> Continuò. <<Ero venuto con l'intenzione di non farti parola di tutto questo, darti le informazioni che dovevo e andarmene per non tornare più, ma quando ho sentito il tuo odore Hyung...>> Non concluse quella frase, ma il significato era lampante.
Taehyung si mordeva forte il labbro inferiore e piangeva in silenzio, non volendo controbattere in alcun modo le parole del più piccolo, poiché descrivevano la pura e semplice verità. La sola risposta che gli salì alle labbra, fra le lacrime fu: <<Non ce l'ho fatta T-Ten. Sono stato debole. Passare il c-calore da solo m-mi spezza.>>
<<Pensa a me.>> Si limitò a ribattere. <<Comunque non ero qui per parlare di questo.>> Cambiò repentinamente discorso, vedendo il suo amato così in difficoltà.
Si asciugò la faccia con una mano e lo osservò meglio: aveva le labbra gonfie, gli occhi rossi e lucidi, le sopracciglia corrucciate e la testa abbassata.
Si sentiva un folle, ma soffriva ancora di più a vedere i tratti dell'omega così mutati dal dolore e avvertiva il bisogno di alleviargli il prima possibile.
In tutta la sua rabbia, ancora non trovava la forza per staccarsi veramente da lui e guardarlo in quelle condizioni, visibilmente pentito, gli faceva salire un desiderio irrefrenabile di perdonarlo seduta stante.
Si liberò immediatamente di quei pensieri e parlò del reale motivo per il quale era andato da lui.
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Scenery
Teen Fiction[Conclusa il 30/04/2019] Taehyung è un mite lupacchiotto che da tempo ha lasciato il proprio branco di origine, prediligendo una vita solitaria sulla cima di una collina. Le sue tendenze all'ascetismo vengono però sovvertite all'arrivo di Jungkook. ...