⑥ Inverno: incontro

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Jungkook andò un attimo nel pallone: non poteva comunicare una cosa del genere ad uno sconosciuto che probabilmente voleva stuprarlo. D'altra parte non poteva nemmeno trattenersi per sempre o farsela addosso, cosa avrebbe fatto quando si sarebbe presentata la numero due?
Così, dopo infinite fisime, si schiarì la voce per attirare l'attenzione dell'altro ragazzo.
<<Ehm scusa...>> Iniziò <<Senti mi dispiace disturbare, ma avrei bisogno di un bagno.>>
Taehyung nel frattempo si prese l'ennesimo infarto, ma questa volta gli servì meno tempo per reagire.
Si alzò in piedi e andò dietro la testiera del letto per prendere le chiavi delle manette, che in realtà teneva in tasca, ma l'alpha non doveva vedere.
Gli si parò davanti silenzioso e a Jungkook la situazione non piaceva per nulla. Aveva il cuore in gola e il respiro accelerato, tuttavia riuscì ad accennare un mezzo sorriso nel tentativo di dissimulare il suo terrore al proprio carceriere.
Taehyung non era molto convinto nel farlo uscire nelle condizioni in cui era e si maledisse di nuovo, perché alla gestione dei bisogni non aveva minimamente pensato.
Lo scoprì, gli sollevò il pantalone e gli aprì le bende per controllare prima lo stato del suo stinco: non era un medico, ma a occhio e croce non era messo per nulla bene. Jungkook, se prima aveva il forte desiderio di vedere cosa gli fosse successo, adesso chiudeva gli occhi inorridito alla vista del proprio osso che si intravedeva leggermente dalla carne rossa viva.
Taehyung invece, pur essendo preoccupato, non fece una piega, anzi, si avvicinò alla ferita per annusarla e accertarsi che non si stesse infettando. L'odore lasciava ben sperare, ma alla vista risultava molto gonfia ed eccessivamente arrossata. I lembi di pelle alle estremità avevano una piccola crosticina giallognola, il resto era ancora carne viva.
Guardò Jungkook negli occhi con un'espressione neura, si girò e si avvicinò al camino per togliere la gratella con l'arrosto dalla brace, poi scese in cantina.
Jungkook non ci poteva credere: era stato ignorato.
Iniziò a innervosirsi, sia per lo stimolo della pipì, sia perché il maniaco sembrava idiota, oltre che pazzo.
<<Magari è sordo davvero->> pensò <<ed è anche muto, ecco perché mi ignora e sta zitto.>>
Si calmò un attimo, appena in tempo per vederlo risbucare dalla botola con in mano una bottiglia di plastica gialla, dei fazzolettini di stoffa, un pacchetto di carta pieno di qualcosa e un asciugamano tutto macchiato di marrone.
A Jungkook vennero i sudori freddi nel vedere l'ultimo oggetto.
<<Quello è sangue secco.>> Pensò.
Iniziò a tremolare e sentì gli occhi inumidirsi, la testa svuotarsi e il cuore martellare nel petto.
Taehyung si mise di nuovo al lato del letto, vicino alle gambe e tirò a sé il comodino, dove appoggiò le cose che si era portato.
Alla vista del bicchiere d'acqua intatto, sfilò la cannuccia e lo bevve lui.
Si sedette in fondo al letto e si mise l'ascugamano macchiato in grembo, per poi sollevare le game del marmocchio e portarle lì sopra.
Jungkook era paralizzato dalla paura e si lasciò toccare.
Taehyung afferrò la bottiglietta gialla e la aprì, prendendo con l'altra mano un fazzoletto, e iniziò a farne colare il contenuto sulla ferita dell'altro.
Jungkook strizzò gli occhi, ma quando si rese conto che non bruciava, li riaprì e osservò meglio: il liquido era denso, di un colore marrone e al suo naso puzzava da morire.
Con il fazzoletto Taehyung spargeva il betadine sulla pelle intorno alla ferita cercando di farne colare il meno possibile sull'asciugamano. A opera ultimata, richiuse la bottiglietta e aprì il pacchetto di carta che aveva poggiato sul comodino, estraendone un rotolo di garza che iniziò a girare intorno alla ferita. Quando fu soddisfatto, la strappò e appoggiò il piccolo rotolo sul comodino.
Spostò le gambe del ragazzo sul letto e si alzò per andare a prendere lo scotch e fissare adeguatamente la garza alla gamba.

Jungkook aveva trovato l'inaspettata operazione delicata, quasi rilassante, tant'è che il panico si era dissolto in quel quarto d'ora.
Osservò l'altro prendere la sua roba e andare giù a metterla a posto.
Quando risalì, aveva un giaccone addosso.
Si avvicinò al letto, prese le caviglie del moccioso e le liberò, lo stesso fece coi polsi, salvo poi legarli insieme.
Jungkook sussurrò un <<Grazie>> e si sedette sul letto. La testa gli girava un bel po', ma il castano si era già avviato ad aprirgli la porta e non se ne rese conto. Gli indicò l'esterno, troppo diffidente per parlare.
<<Non hai il bagno in casa?>> Domandò Jungkook.
Taehyung non prese bene la domanda, che gli parve pretenziosa e lo guardò male, per poi indicare nuovamente l'esterno.
<<Fa freddo e sono scalzo, ti prego.>>
Taehyung allora gli rese le Timberland e il moro sembrò rasserenarsi un poco. Gli sembrò un compromesso piuttosto accettabile e dopo essersele infilate corse fuori.
Taehyung lo seguì, restando sconcertato.
<<Ma sei deficiente?>>
Urlò.
Il marmocchio stava liberando la sua vescica a un metro dalla porta di casa e al padrone dell'abitazione stava per prendere un colpo.
Jungkook, sconcertato anche lui, con ancora il batacchio al vento, si girò.
<<Allora non sei sordomuto!>>
A quelle parole Taehyung fu veramente tentato di impugnare il badile e rendere lui sordomuto.
Jungkook nel frattempo aveva finito anche di risistemarsi i pantaloni e si avvicinò all'altro: <<Forse l'altra sera eri stanco e non mi hai sentito->> fece per stringergli la mano <<Sono Jungkook.>>
L'altro schifato e stizzito indietreggiò.
<<Cosa vorresti fare ora con quelle mani lerce?>> Chiese sconvolto.
<<Dai non fare il pignolo.>>

A quella risposta Taehyung girò i tacchi ed entrò in casa, seguito dal più piccolo che, confuso, blaterava giustificazioni improbabili alle orecchie del castano, tra le quali: "mi scappava forte forte", "faceva un sacco freddo" e "che vuoi che siano due gocce".
Fosse dipeso da lui, lo avrebbe preso a nocchini in testa fino al giorno dopo, ma la sua condizione di inferiorità fisica gli suggerì di non cercare guai.
<<Ora ti lego alla testiera e non ti libero più, brutto sudicio che non sei altro!>> Gli promise.
A quelle parole Jungkook si risedette quieto e buono sul materasso, aspettandosi il peggio dal maniaco infuriato, che tuttavia si diresse in cucina e si lavò le mani, per poi spezzettare e mangiare uno dei due uccelli da lui cucinati.
A quel punto a Jungkook iniziò a brontolare lo stomaco, ma non aveva il coraggio di chiedere più nulla all'altro e rimase così seduto sul letto a testa bassa, un po' dispiaciuto, un po' spaventato da quei modi tanto rudi.

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