⑨ Inverno: Chittaphon

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I due lupi dapprima si annusarono, successivamente iniziarono a giocare come fossero stati due cuccioli. Si rotolarono per terra facendo la lotta e ovviamente Taehyung perse svariate volte, prima di far capire all'amico di essere esausto. Si sedette sulla neve e chiuse gli occhi tenendo il muso inclinato in alto, il tutto mentre ansimava rumorosamente con la lingua di fuori. L'altro gli fece segno di seguirlo oltre il masso, fino ad una casetta di montagna molto simile alla propria, ma provvista di veranda. Qui tornò in forma umana e recuperò i propri indumenti da dentro un vaso in terracotta vuoto, probabilmente lasciato lì per l'occasione. Era molto più bello in quella forma a parere dell'omega: aveva la pelle più chiara della sua e un grazioso nasino a punta, gli occhi felini venivano ingentiliti da un meraviglioso sorriso bianchissimo, che contrastava col colore nero dei capelli.
Si rivestì velocemente e invitò il lupo bianco ad entrare: <<Vieni Hyung, ti offro qualcosa di caldo.>>
Taehyung si scosse il pelo dalla neve ed entrò in casa. Appena dentro, si ritrasformò in essere umano e si gettò tra le braccia di quello che molte volte era stato più che un amico per lui.
<<Ten da quanto tempo? Hai cambiato casa e non mi hai detto nulla? Abitavi più vicino prima.>>
<<Troppo vicino Hyung.>> Rispose l'altro rinvigorendo l'abbraccio <<Non avevo nemmeno il tempo di tirare un sospiro, ché tu tornavi in calore.>> Aggiunse ridacchiando, per poi sciogliere l'abbraccio.
Taehyung arrossì leggermente e abbassò lo sguardo.
<<Dai stavo scherzando.>> Ammise Ten, vista la reazione dell'altro, gli sollevò il mento con tre dita e sorrise, mentre veniva mandato a quel paese in modo ironico.
<<Ti faccio un tè caldo, ti va?>> Propose il beta avanzando verso la cucina.
<<Va tutto bene, basta che mi riscaldi un po'.>> Fu la sua risposta <<Se poi hai tempo e voglia di occupartene, io sarei anche nudo.>> Aggiunse.

Una mezz'ora dopo stavano comodamente seduti fianco a fianco sul tappeto, di fronte al camino acceso a sorseggiare il loro tè e ragionare del più e del meno.
Taehyung indossava adesso una calda tuta verde pisello di proprietà dell'amico e che gli cadeva a pennello.
<<Hai un odore diverso Hyung. Non dirmi che ti sei fatto infinocchiare da quel medico pazzo di cui mi avevi parlato l'altra volta.>> Azzardò Ten.
<<Non è pazzo e le medicine che mi ha dato funzionano alla perfezione. Ne ho una scorta infinita.>>
Il beta lo guardò un po' rattristato.
<<Davvero vuoi vivere così tutta la vita? Non sarebbe meglio trovarti un compagno?>>
Taehyung iniziò ad innervosirsi e rispose serio come non mai: <<Non voglio trovare proprio nessuno. Non ho bisogno di diventare schiavo della mia natura.>>
A quel punto Ten gli si accostò leggermente e si protrasse per annusargli la noce del collo, dove stava la sua ghiandola odorifera.
Gli sospirò sulla pelle e gli lasciò voluttuoso un bacio nello stesso punto.
A Taehyung salirono i brividi lungo tutta la schiena e fece anche lui un mezzo sospiro.
<<Non mi sembrava che alcune "schiavitù"->> fece le virgolette con le mani <<che la tua natura ti concede ti dispiaccessero poi così tanto.>> Mentre rispondeva in modo tanto affilato, stava ritornando alla posizione originaria.
<<Ten smettila. Lo abbiamo già affrontato questo discorso e sai come la penso.>> Dichiarò il castano, nel tentativo di smorzare i toni.
<<Hyung io->>
<<Basta!>> Lo rimproverò Taehyung con voce ferma, dopo aver bevuto l'ultimo sorso di tè <<Il corpo è il mio e faccio come voglio. Non hai idea di cosa significhi essere come me, quindi non parlare di cose che non sai.>>
<<Scusami Hyung, non volevo farti arrabbiare.>> Rispose l'altro. Poi prese le tazze vuote e si diresse verso la cucina.
Il castano rimase lì ad osservare il fuoco con le ginocchia avvolte nelle proprie braccia, un po' dispiaciuto per come aveva risposto all'amico, ma ancora inviperito con lui.
<<Sai perché ho cambiato casa?>> Chiese Ten, tornando dalla cucina.
<<No Ten.>> Rispose laconico il castano.
<<Per il motivo che ti ho detto prima: non scherzavo.
Non ce la facevo più a essere ben accetto da te solo in quel periodo Tae. Mi facevi sentire usato e gettato via ogni mese.>>
Taehyung si strinse ancora intorno alle proprie ginocchia.
<<E hai ben pensato di sparire senza dirmi niente.>> Rispose.
<<Avevo paura.>> Ammise l'altro senza timore e, guardando in alto, notò un piccolo particolare:
<<Hyung sono le otto di sera.>> Constatò il più giovane osservando l'orologio. <<Resti qui stanotte?>> Domandò quasi sussurrando.
<<Per forza.>> Rispose il più grande. Portò la mente a Jungkook ed Erika e decise che al momento non voleva sentirsi in colpa per averli lasciati da soli: in ogni caso sarebbe poi rincasato la mattina, quindi la sua mancanza non si sarebbe sentita più di tanto.

<<Mi stai veramente dicendo che da questo lato della collina crescono i limoni?>> Domandò il più grande all'altro che, in occasione della cena, aveva tirato fuori ogni ben di Dio dalla sua dispensa e dalla cantina e gli stava raccontando suoi episodi di vita quotidiana che gli erano capitati nel periodo in cui si erano persi di vista.
Taehyung non aveva fatto altro che ridere per tutto il tempo, mentre adesso ascoltava con attenzione le spiegazioni improbabili dell'altro su come un amico di un suo amico fosse riuscito a far crescere una pianta di limone al freddo.
Entrambi avevano gli occhi lucidi e le gote arrossate sia per il vino, che per le risate e intorno alle dieci si fecero coraggio e iniziarono a sistemare il macello che avevano creato durante la cena.
Iniziarono a viaggiare dal tavolo al lavello portando via le stoviglie sporche e, col movimento dell'aria, l'odore dell'omega iniziò a diffondersi più che mai nella stanza.
<<Mi piace anche questo di odore Hyung.>> Disse Ten a voce alta mentre lavava i piatti.
<<Dammi un'oretta e tornerà come prima.>> Rispose il maggiore che stava seduto sul divano dall'altro capo della stanza. <<Dovrei prendere una pasticca ogni sera per camuffarlo, ma non ne ho dietro al momento.>>
<<Dovresti venire più spesso senza preavviso e scordandoti le medicine a casa.>> Incalzò l'altro avvicinandosi al più grande mentre si asciugava le mani. Gli si sedette di fianco e lo guardò intensamente. <<Mi era mancato il tuo profumo Hyung.>>
Taehyung si era dimenticato lo spettacolo che diventava Ten quando gli veniva così vicino a pregarlo di fare il primo passo. Aveva la chioma scura un po' scompigliata, le gote rosse e accaldate e le sue labbra piene erano socchiuse. I suoi occhi ambrati, adesso diventati due pozzi neri a causa della poca luce, erano lucidi e si erano imbambolati a guardare ogni suo neo.
Il maggiore passò delicatamente la mano sinistra fra i capelli dell'altro, sistemandoglieli un poco e mandandogli piacevoli brividi lungo la nuca. Lui chiuse gli occhi e sentì la mano di Taehyung scivolare dai capelli al suo viso, del quale iniziò a delineare i contorni con l'indice carezzando la sua pelle bollente. Appena iniziò ad accarezzargli le labbra, Ten riaprì chi occhi e gli bloccò la mano cominciando a riempirla di bacini prima sul dorso, poi sul palmo andando a salire lungo tutto il braccio e poi dietro l'orecchio sinistro, fino a prendergli dolcemente il viso fra le mani e iniziare a baciare anche quello.
Da ogni bacio che veniva lasciato sulla pelle del maggiore partivano scariche di brividi e lui diventava sempre più accaldato e sempre più rosso. Il cuore gli martellava forte nel petto e dentro la testa il pensiero di star compiendo un'azione sbagliata lo tormentava da quando aveva accettato di prendere un tè con lui.



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