Seduto com'era sul bordo del letto, allungò un braccio verso la sua caviglia sinistra e iniziò a smuoverla delicatamente.
<<Ragazzino, ehi.>> Gli disse nell'orecchio.
Non ricevette risposta, allora continuò un po'più ad alta voce: <<Moccioso svegliati, coraggio.>>
A quel punto Jungkook, rincoglionito dal sonno, si mosse in avanti e, inarcandosi ancora di più, strascicò la testa sul materasso fino ad arrivare al sedere dell'altro e iniziare a strusciarci la guancia, quasi come un gattino. Taehyung rimase interdetto per qualche momento arrossendo un poco, per poi alzarsi e iniziare a scuotere l'altro.
<<Ehi bell'addormentata!>> Lo chiamò e sospirò.
Si stava diffondendo uno strano odore in casa, era pungente ma buonissimo al naso di Taehyung e sembrava provenire da un fiore, una violetta forse. Ma in quel periodo?
<<Merda.>> Pensò il castano: <<È odore di alpha: è Jungkook.>>
Il ragazzino era ancora ripiegato sul materasso a pancia in giù e stava farfugliando qualcosa durante il risveglio, ma l'altro non capì.
Aveva i sudori freddi e lo sguardo spaventato. Realizzò nuovamente la portata problematica della sua situazione e fu tentato di darsi alla fuga. Tuttavia, restò lì finché il marmocchio non tornò in grado di intendere e di volere. Questi si tirò un po' su con le braccia e guardò Taehyung con i suoi occhioni color pece. L'altro rischiò di impazzire: la fragranza che emanava e la sensualità con la quale lo aveva guardato nonostante fosse appena sveglio, gli fecero provare una marea di emozioni contrastanti che lo lasciarono stordito e imbambolato per una manciata di secondi.
Fortunatamente il ragazzino si trovava messo peggio di lui sia per il sonno, sia a causa da un certo profumo che aveva appena sentito e che ora era scomparso; in ogni caso non si accorse della confusione dall'altro.
<<Marmocchio ci sei?>> Iniziò di getto il castano.
<<Che c'è?>> Rispose l'altro ancora rincoglionito.
<<Stenditi supino sul letto e non muoverti se non in casi di necessità e urgenza->> Tagliò corto <<a occhio e croce hai delle coste fratturate.>>
<<Io ho cosa?>> Arrossì violentemente <<Mi hai spogliato? Brutto maniaco!>>
Jungkook era a dir poco imbarazzato e i suoi sospetti si stavano dimostrando veritieri. Abbassò il capo. Aveva paura e si sentiva tremendamente violato. I suoi occhioni neri si inumidirono e dai suoi occhi iniziarono ad uscire lacrimoni che cadevano direttamente dalle ciglia per quanto erano grandi e pesanti. Era confuso, abbandonato e in un posto sconosciuto con uno sconosciuto e quella poca fiducia che aveva riposto nell'altro gli era appena stata fatta a pezzi davanti gli occhi, senza vergogna alcuna.
Taehyung non capì il suo improvviso stato d'animo, come poteva? Non aveva idea di tutte le teorie complottistiche che il moccioso si era costruito in testa, né sapeva niente del suo passato.
Si inginocchiò al lato del letto per mettersi alla sua altezza e cercò di parlargli: <<Jungkook che c'è?>> Era la prima volta che lo chiamava per nome e questo sembrò sortire qualche effetto positivo sul diretto interessato che almeno sollevò la testa verso il castani. Continuò: <<Jungkook eri svenuto e volevo controllare che tu non avessi nulla di grave. Se tu fossi stato sveglio, lo avrei chiesto direttamente a te, ma non lo eri e io dovevo salvarti.>> Marcò in particolare quel "dovevo" perché il suo istinto lo aveva praticamente costretto, il ragazzino probabilmente l'avrebbe inteso come un dovere morale, ma a lui non importava: dopotutto non c'era bisogno che sapesse alcunché.
Jungkook abbassò nuovamente la testa e tirò forte su col naso. Un leggerissimo <<Grazie>> uscì dalle sue labbra rosse.
Taehyung avrebbe voluto abbracciarlo e coccolarlo, come si fa coi bambini dopo che sono caduti al parchetto, ma evitò di avvicinarsi a lui oltre un certo limite: erano sufficientemente confusi entrambi e non c'era di certo bisogno di avvicinargli anche la ghiandola odorifera al naso in un momento così.
Il moccioso comunque aveva recepito il messaggio, tant'è che, quando Taehyung tornò dal seminterrato dove era sceso per prendergli dei fazzolettini, lui era già disteso sul letto.
Si soffiò il naso e si asciugò le lacrime.
<<Solo per una settimana, finché i lividi non spariscono.>> Lo informò dolcemente il castano.
L'altro annuì guardando il soffitto, nel mentre a Taehyung venne un'idea geniale per non farlo annoiare: aprì la botola e chiamò sù Erika, che accorse piena di gioia.
Non si erano mai visti, tuttavia lei lo accettò immediatamente sdraiandosi sul letto con lui.
<<Un cane!>> Esclamò l'altro sul punto di piangere ancora, ma di gioia.
<<Ma che ci tieni là sotto?>> Aggiunse.
Il castano non rispose.L'odore di alpha non accennava a diminuire, così Taehyung decise che fare un giretto fuori casa per schiarirsi le idee non saprebbe stata una trovata malvagia. Guardò fuori e vide che non aveva più nevicato, il cielo era sereno e un pallido sole illuminava quel freddo pomeriggio.
Erika e Jungkook si facevano le coccole sul letto e lui sarebbe potuto tranquillamente uscire un paio d'ore indisturbato.Le sue zampe agili scattarono in un balzo verso la preda e le fauci la rinchiusero violentemente.
Crac
Il collo del leprotto si spezzò senza che la bestiola avesse il tempo di rendersene conto.
<<La merenda è servita.>> Pensò Taehyung, mentre sventrava il roditore e se lo pappava in una manciata di bocconi.
Non aveva idea di quanto tempo fosse trascorso da quando aveva lasciato la propria dimora, ma al momento stava troppo bene: sotto quella forma non sentiva problemi, né responsabilità, doveva solo pensare a soddisfare i suoi bisogni primari e a niente altro.
Si acquattò sotto un abete, rosicchiando alcune ossa rimastegli e restò lì sulla neve fresca, con gli occhi chiusi e il muso rivolto al cielo. Respirava lentamente l'aria gelida, lasciando che arrivasse ai polmoni riscaldata e umidificata dal proprio corpo, mentre annusava l'ambiente circostante. Si trovava dall'altra parte del bosco, quindi piuttosto lontano da casa, ma la traccia che sentiva più presente era la strada che doveva ripercorrere per tornarci. Alla fine, complice il guastarsi del tempo e il sole che minacciava di scomparire prima del previsto, si decise a tornare sui suoi passi. Stava già avviandosi, ma un odore familiare lo distrasse e lo spinse a correre verso il suo possessore.
Arrivò accanto ad un masso, segno che da qualche parte lì nei paraggi iniziava il sentiero per discendere dall'altra parte della collina <<Ma vai a sapere dove.>> Pensò, data la coltre bianca che copriva tutto.
Appena il tempo di darsi un'occhiata intorno che vide subito la creatura per cui era tornato indietro. Stava trotterellando a passo svelto verso di lui, anch'egli trasformato il lupo.
Aveva il pelo lungo, folto e bruno con striature nere. Le sue possenti zampe erano corredate di artigli ben più pericolosi di quelli del lupetto bianco e la sua coda era più grande e rigida. I suoi occhi ambrati guardavano quelli nocciola di Taehyung con la gioia pura con la quale un bimbo guarda un dolcetto.
Taehyung, di rimando, gli corse a sua volta incontro scondinzolando vigorosamente.
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Scenery
Ficção Adolescente[Conclusa il 30/04/2019] Taehyung è un mite lupacchiotto che da tempo ha lasciato il proprio branco di origine, prediligendo una vita solitaria sulla cima di una collina. Le sue tendenze all'ascetismo vengono però sovvertite all'arrivo di Jungkook. ...