②③ Inverno: digiuno

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Le temperature iniziavano veramente a farsi rigide e il vento continuava a soffiare fuori dalla casupola. Il gelo della notte aveva fatto cristallizzare la candida neve al suolo e sugli alberi e il timido sole che sbucava dalla foschia mattutina non sembrava forte abbastanza per sciogliere quel mondo ghiacciato che diveniva la collina con l'arrivare dell'inverno.
La solita stella iniziava a irradiare di luce soffusa anche la stanza nella quale i due teneri innamorati riposavano beatamente.
A Jungkook prese un mezzo infarto quando si svegliò la mattina e addirittura credette di star sognando per quanto fosse idilliaca quella visione: Taehyung stava dormendo su di un fianco accanto a lui.
Gli mancò il respiro e cominciò a diventare paranoico, modulando ogni singolo suono che emetteva per non svegliare quel magnifico lupacchiotto dormiente.
La testolina castana dell'altro era appoggiata al suo braccio destro steso in avanti, che aveva in quel momento la stessa utilità di un cuscino. Il resto del corpo, raggomitolato nelle coperte, sembrava ranicchiato molto vicino al suo petto.
Dopo aver fatto mente locale ed essersi reso conto di quanto gli scappasse la pipì, decise di provare a sfilare il proprio braccio da quella dolce, ma scomoda situazione.
Cominciò piano piano a ondeggiarlo e a tirarlo verso di sé, il tutto in modo insopportabilmente lento visto dal punto di vista della sua vescica.
Dopo alcuni mugolii e smorfie carinissime del castano, Jungkook rientrò finalmente in possesso di tutto ciò che gli serviva per uscire di casa e sbottonarsi i pantaloni, infatti così fece.
L'aria era così gelida all'esterno che appena uscì credette gli potesse cadere il naso da un momento all'altro, tant'è che ci mise qualche attimo di più per tirare fuori l'altro organo, temendo che anche a lui potesse toccare la stessa sorte.
Rientrò in casa e si ributtò su quel letto caldo e accogliente, iniziando a fare carezzine e osservare il suo omega mentre dormiva.
Si sentiva un maniaco quando si comportava così, ma non poteva davvero farci nulla: quel ragazzo era così bello che credeva fosse uno spreco che nessuno potesse vederlo e ogni volta che poteva si gustava lo spettacolo del suo viso rilassato, gli occhi chiusi e la bocca socchiusa. Gli guardava i nei, indugiando su quelle bellissime e, adesso poteva dirlo, buonissime labbra carnose, fino ad arrivare alla mandibola così mascolina, ma ingentilita dalle guance morbide e tondeggianti.
Lo vide sospirare e credette si stesse per svegliare, così prese la prima posizione comoda che trovò e finse di dormire.
Il castano, aprendo gli occhi, vide l'alpha ancora nel mondo dei sogni e iniziò a studiarlo per capire se potesse muoversi senza svegliarlo.
Provò ad alzarsi: niente, pareva dormire come un sasso. A quel punto gattonò di nuovo fino al fondo del letto e scese. Si avvicinò al camino spento e, data un'occhiata all'esterno, iniziò a riavviarlo.
Si stese sul divano con la sua copertina a operazione conclusa, provocando in Jungkook mille paranoie:
<<Non gli è piaciuto dormire con me, è per questo che si è rimesso sul divano. Magari stanotte ho scoreggiato o l'ho molestato in qualche modo.
Ecco adesso non mi vuole più.>>
Scosso da quei pensieri, dando a se stesso la colpa dello spostamento del più grande, sentì un nodo iniziare a formarglisi in gola e i suoi occhioni chiusi riempirsi di lacrime.
Jungkook era tremendamente insicuro su loro due, in quanto effettivamente non avevano mai chiarito la loro ambigua situazione e più andavano avanti, meno Jungkook tollerava i non detti.
Taehyung lo sentì tirare su col naso e si girò per controllare, trovandolo piangente e con il naso arrossato.
Si alzò per accovacciarsi al lato del letto, proprio accanto alla sua testona nera.
<<Che c'è? Un incubo?>> Gli chiese accarezzandogli dolcemente la chioma.
<<P-perché sei andato v-via?>> Singhiozzò.
<<Ma che dici? Sono qui Kookie.>> Domandò confuso.
Jungkook si calmò un poco.
<<Prima però e-eri qui.>> Rispose aprendo quei bellissimi occhietti arrossati.
Il castano rimase un attimo spiazzato dal fatto di essere stato scoperto, ma subito si ricompose e rispose in modo rassicurante al piccolo: <<Ma che idee ti fai? È solo che non volevo svegliarti ritornando a letto.>> Spiegò dolcemente. <<Guarda che sei veramente un pollo eh.>> Commentò amorevolmente mentre il moro si asciugava le ultime lacrime.
<<Pensavo non mi volessi più stare accanto Hyung.>> Confessò per poi mettersi a sedere e soffiarsi energicamente il naso.
<<Dai usciamo a fare colazione, ché se il tempo peggiora ancora ci toccherà mangiare carne essiccata per tutto l'inverno.>> Propose il più grande nel tentativo di distrarlo da quei brutti pensieri.
Funzionò, visto che l'altro lo guardò con gli occhi luccicanti e un crescente sorriso cominciava a irradiare il suo volto di gioia bambinesca.
A Jungkook piaceva da morire andare a caccia con il suo omega perché quando avevano finito di rufolare col muso nella neve cominciavano sempre a giocare come fossero stati dei cuccioli.
Persino Taehyung, col suo temperamento mansueto, apprezzava quei momenti e li utilizzava per scaricare tutte le tensioni accumulate durante la giornata, oppure, nel caso della colazione, gli servivano per risollevarsi lo spirito dal torpore e dalla sonnolenza residui.
Uscirono uno alla volta per svestirsi e trasformarsi, poi presero la via del bosco.

Il lupetto bianco, tutto intirizzito, cercava e cercava col muso nella neve odori e tracce che potessero portarlo a qualche preda succosa. Dopo un'oretta e nessun successo tuttavia decise che forse la carne essiccata non era poi tanto male come colazione.
Il suo compare, nel frattempo, scorrazzava felice per qualche motivo fra i tronchi lì intorno, ma nemmeno lui era riuscito a scovare granché, se non una tana di topini di campagna, ma piccola e mezza vuota, infatti aveva ancora un certo languorino.
Il maggiore si sedette un attimo per vedere se si fosse dimenticato di setacciare un qualche punto, quando vide l'altro correre verso di lui all'impazzata.
Non capendo il motivo, annusò ancora l'aria e un odore spaventoso gli entrò nelle narici: l'orso si era svegliato.
Piccolo e lento, l'omega aveva tuttavia la fortuna di aver scelto una zona di caccia molto vicina al limite del territorio del plantigrado e, come un fulmine, si gettò alla rincorsa di Jungkook per mostrargli la strada più sicura per uscire da quella situazione: quella di casa.
Nel frattempo il grande mammifero, fortunatamente intontito dal letargo nel quale presto sarebbe ritornato, correva lento dietro di lui e la candida palla di pelo riuscì agilmente a scollarselo dalle calcagna.
Per sicurezza, fece segno al lupo coi calzini di rientrare a casa, azione che fecero molto velocemente data l'adrenalina che la situazione aveva loro messo addosso.
Come due saette arrivarono di fronte la porta di casa e si trasformarono in esseri umani senza pensare, spinti solo dall'eccitazione del momento.
Taehyung si voltò di scatto verso il minore con il panico negli occhi e un desiderio che gli martellava in fondo alla testa: "Toccami Kookie."

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