③⓪ Inverno: fiori

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<<Ho fame Hyung.>> Si lamentò il minore.
Erano in quel letto da ore ormai a scambiarsi coccole e paroline dolci, tanto che oramai era passata l'ora della colazione ed era arrivata quella del pranzo.
<<Dai altri due minuti.>> Rispose il maggiore. Aveva ancora bisogno delle attenzioni del suo alpha, che lo facevano stare così bene da dimenticare tutto in quei momenti. Iniziava a sentirsi una persona quando era insieme a lui, non si concentrava più solo sul fatto di essere maschio o femmina, eterosessuale o omosessuale, alpha o omega: entrava in relazione con lui in quanto Kim Taehyung senza etichette a pesargli sulla fronte.
<<Ma io ho fame.>> Ripeté con tono cantilenante, mentre faceva ritmicamente sù e giù con la schiena per infastidire l'altro, accoccolato sul suo petto.
<<Come vuoi: andiamo. Però dopo ci facciamo un bagno, ché facciamo abbastanza schifo.>> Disse, alzandosi per ravvivare il fuoco.
Jungkook, ancora sdraiato, si mise su un fianco, appoggiò la testa sulla mano e il, gomito sul materasso per ammirare meglio la bellissima scena che gli si parlava di fronte. Osservava il corpo nudo del compagno come imbambolato e ne studiava ogni dettaglio ancora una volta, come quella notte. Gli sembrò ancora più bello.
Si alzò dal letto e gli si mise di fianco, porgendogli la mano per farlo alzare.
<<Ecco fatto, ora quando torniamo mettiamo a scaldare l'acqua per il bagn->> Jungkook lo interruppe iniziando a dargli teneri baci dietro l'orecchio e sul collo, mentre annusava profondamente il suo odore floreale.
<<Sei bellissimo Hyung.>> Gli sussurrò nell'orecchio, mentre l'altro, chiudendo gli occhi, aveva infilato una mano nella folta chioma scura del minore e aveva cominciato a bearsi anche lui del profumo buonissimo del compagno.
Si abbracciarono teneramente ancora una volta nell'arco di quella giornata e restarono così per qualche minuto, sentendo l'uno il cuore dell'altro battere sulla pelle del petto.
Furono interrotti da un buffo brontolio di pancia, proveniente dallo stomaco del minore.
<<Te l'avevo detto che avevo fame Hyung.>> Ridacchiò.
Taehyung, divertito e anche lui molto affamato, rispose comprensivo: <<Dai andiamo>> Facendogli cenno di avviarsi alla porta.
<<Oggi ti insegno a stanare le lepri in coppia, ti va?>> Gli chiese il castano, andando verso di lui. <<Devi solo stare dove ti indico e prenderle quando escono.>> Spiegò.
<<Oh, va bene.>> Rispose il più piccolo, stupito e onorato che l'omega volesse condividere con lui un po' della sua bravura nella caccia. Lo ammirava per la sua abilità di riuscire a scovare le prede così facilmente e lo riteneva un ottimo cacciatore, tutto il contrario di lui praticamente, che fino a quel momento aveva mangiato per pura fortuna, tant'è che non era mai riuscito a portare provviste a casa, come invece faceva Taehyung.

Il tempo all'esterno era favoloso: la temperatura si era alzata ancora e il sole lontano tornava a splendere sul colle con sufficiente forza per scaldare gli scuri nasi bagnati dei due predatori. L'odore della corteccia degli alberi si disperdeva nell'aria più forte che mai, insieme alle goccioline di acqua che evaporavano dai tronchi per effetto del calore del sole e intorno a loro non si vedeva altro che una vasta distesa candida illuminata.
Il lupetto bianco aveva cominciato a rufolare col naso nella neve, mentre quello nero gli stava alle spalle e osservava la tecnica sopraffina del suo Hyung nell'individuare le tane dei roditori.
Ad un certo punto il maggiore si bloccò e scavò leggermente con una zampa nella neve, richiamando l'attenzione del minore, che subito si posizionò su quel punto. L'altro nel frattempo continuava a fiutare il terreno di fronte per poi fermarsi e iniziare a scavare freneticamente ad una decina di metri da lui.
Sentì dei suoni strozzati, poi un paio di lepri gli sbucarono correndo da sotto le zampe. Scelse la più grossa e la chiuse fra le sue fauci, poi alzò lo sguardo e vide che anche il compagno ne aveva una in bocca.
Dopo quell'abbondante pranzo si stesero entrambi nella neve, uno di fianco all'altro e iniziarono a pulirsi il muso dal sangue a vicenda con le lunghe lingue di lupo.
Rimasero un po' lì a rilassarsi al quel raro solicchio invernale, fin quando Taehyung decise che si stava facendo tardi e fece segno all'altro di andare.
Tornarono a casa con gli stomaci pieni e un'altra lepre che Taehyung aveva cacciato per provvista.

<<Nessuno mi verrà a cercare Hyung.>> Spiegò Jungkook al maggiore, mentre si lavava in quella vasca di rame davanti al fuoco. Taehyung stava scaldando altra acqua con la brace sotto il treppiedi e una pentola di metallo sopra.
<<Nemmeno la mia famiglia mi vuole più, mio padre pensa che io sia un mostro.>> Disse strusciandosi la schiena con una spugna.
Parlavamo del futuro e di cosa avrebbe fatto l'alpha una volta arrivata la bella stagione.
<<Ma tu non sei un mostro Kookie.>> Commentò dispiaciuto il castano.
<<Lo so Hyung, ma vallo a spiegare a lui che pensa che io sia un omega e maschio per giunta. Per lui sono un abominio della natura, una maledizione quasi.>> Si spostò a lavare il suo braccio destro. <<Nessuno mi vuole in quel posto, non ho nemmeno un amico e a scuola venivo regolamente bullizzato da tutti.>> Continuò. << Chi vuoi che si interessi di dove è finito il travestito del villaggio?>> Concluse, mentre si strusciava il collo.
Taehyung pensava a quanto doveva aver sofferto quella situazione il minore, inutilmente per giunta, dato che col suo sviluppo tardivo si era rivelato essere un bellissimo alpha, educato e gentile: è proprio vero che i boccioli in ritardo diventano i fiori più belli di tutti.
Abbassò lo sguardo pensando a quanto quella situazione fosse simile alla sua, segno che in quegli anni di assenza non era cambiato assolutamente nulla.
<<Hyung non devi preoccuparti.>> Parlò il più piccolo, vedendo l'omega rabbuiarsi. <<Non sono mai riusciti a buttarmi giù né mentalmente né fisicamente: sono sempre stato il più grosso di tutti.>> Gli spiegò.
<<Sì Kookie pensavo solo che non è cambiato niente per noi.>> Lo disse con aria mesta, portando la mente a tutte le altre omega rimaste che non potevano ribellarsi né dire la loro.
<<Qualche omega emancipata la conosco, ma sono solo gocce nel mare per adesso.>> Riconobbe il moro con voce seria, mentre usciva dalla vasca e prendeva l'asciugamano che il castano gli stava porgendo. <<Tu sei una di quelle.>> Ridacchiò e fece ridere anche il più grande, che lo schiaffeggiò scherzosamente sul sedere, prima di iniziare a spogliarsi ed entrare anche lui nella vasca per lavarsi.

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