Inverno: bugie

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Jungkook aveva detto quella frase con un'innocenza rara, forse inconsapevole delle sensazioni che avrebbe potuto scatenare nell'interlocutore.
Taehyung sentì un brivido lungo la colonna vertebrale e un impercettibile rossore gli colorò le gote. Il marmocchio aveva ragione: il vicino calore stava iniziando a rendere inutili gli inibitori dell'odore e la sua ghiandola produceva ora una fragranza lievemente più carica di feromoni, ecco perché a Jungkook risultava una profumazione molto gradita.
<<Grazie ragazzino.>> Disse con tono basso, poi girò la testa e lasciò un piccolo bacio sui suoi capelli.
Che gli stava succedendo?
Il calore lo stava forse facendo rincoglionire ancora prima di essere iniziato?

Jungkook sentiva uno strano tepore in tutto il corpo a stare così vicino al maggiore e un'insolita sensazione alla bocca dello stomaco, tuttavia non si ricordava si essere mai stato meglio. Avrebbe desiderato restare così per sempre: in compagnia dell'altro si sentiva protetto e al sicuro, sensazioni molto rare fino a quel momento per lui.
<<Non avevamo detto che dovevi stare sdraiato?>> Osservò il castano, rompendo il confortevole silenzio che si era creato.
<<Ma non mi fa più male Hyung.>> Rispose lui, alzando la testa dalla sua comoda spalla e guardandolo negli occhi.
<<Diamo un'occhiata?>> Domandò.
Jungkook annuì, prendendo un colore rosato sulle guance e sollevò quel morbidissimo maglione bianco che il maggiore gli aveva prestato, scoprendosi tutto il torace.
<<Così è sufficiente.>> Lo fermò l'altro. <<Prenderai freddo se ti scopri troppo marmocchio.>>
Sfiorò con le dita fredde il livido sotto l'ascella e quello sopra al fianco: in effetti erano praticamente scomparsi. Fece pressione col polpastrello qua e là.
<<Qui ti fa male?>>
<<No Hyung.>>
<<Qui?>>
Continuarono così per un paio di minuti.
<<Va bene, fammi vedere la gamba.>> Chiese in ultimo il maggiore e l'altro scoprì lo stinco.
<<È guarita meravigliosamente.>> Disse, sfiorando la sottile crosticina di sangue che rimaneva. Si incantò in più occasioni su quella pelle meravigliosa e sui muscoli perfetti mentre fingeva di star continuando le sue valutazioni.
<<Così non va bene.>> Pensò.
<<Marmocchio io scendo di sotto.>> Lo avvisò prima di alzarsi in piedi.
<<Hyung stai qui per favore.>> Tentò di fermarlo con quegli occhioni da cerbiatto, tuttavia Taehyung aveva oramai deciso.
<<Ti mando su il cane per farti compagnia.>> E così fece.
Jungkook era basito: davvero Taehyung pensava che lui si comportasse così perché si sentiva solo? Erika gli si mise accanto, anche lei godendosi il tepore del fuoco.

Taehyung nel frattempo cercava tra i suoi farmaci un modo per sopprimere il calore e tutti i suoi effetti per il maggior tempo possibile, tuttavia non stava trovando nulla che potesse rappresentare una soluzione.
Pensò allora di chiudersi là dentro ermeticamente, chiudendo gli spifferi con il nastro adesivo, di modo che l'aria non passasse. Tuttavia si rese conto che era impossibile stare due giorni chiuso là sotto senza un minimo ricambio d'aria.
L'unica pezza che poteva mettere alla situazione era veramente quella di tornare da Ten e passare il calore insieme a lui, come del resto era successo più di una volta. Tuttavia, alla luce delle sue ultime riflessioni a tal proposito, il castano si sentiva davvero tremendamente in colpa ad usarlo solamente per avere un po' di sollievo.
Gli venne allora in mente di mandare via il minore di casa per quei due giorni, ma chi lo avrebbe mai ospitato? Non poteva di certo cacciarlo nel bosco.
Al solo pensiero di un Jungkook solo e infreddolito gli si strinse il cuore e gli pizzicarono gli occhi.
<<Non voglio che se ne vada.>> Pensò <<Deve ancora rimettersi del tutto e il viaggio verso casa sua non è certo facile.>>
In realtà Taehyung non aveva idea di dove abitasse il minore, ma, a giudicare dal fatto che nessuno fosse ancora venuto a cercarlo, non doveva stare molto bene nella sua vera casa.
Salì di sopra affamato e demoralizzato, trovando il moccioso in piedi su una sedia che cercava qualcosa in cima a una mensola.
<<La pallina di Erika è finita quassù da qualche parte.>> Spiegò.
Taehyung gli si avvicinò e lo guardò dal basso, mentre era occupato a rufolare lassù: era bellissimo anche da quell'angolazione.
Si mise le mani in tasca, aspettando che scendesse e si sciolse quasi, quando l'altro smontò dalla sedia con occhi tristi dicendogli che non l'aveva trovata.
Gli passò una mano tra i capelli sorridendogli e gli chiese di sedersi un attimo. Era il secondo sorriso gentile che Jungkook gli vedeva sul volto e ne rimase nuovamente stregato, sedendosi in silenzio al tavolo come richiesto.
Taehyung si sedette nel posto di fronte all'altro e gli prese le mani che il minore aveva poggiate sul legno davanti a sé.
Iniziò ad accarezzare le sue dita e, con lo sguardo basso, iniziò: <<Devo parlarti di una cosa.>>
L'altro spalancò gli occhi e sentì il cuore iniziare a battere più forte.
<<Sì dimmi.>> Rispose con finta noncuranza.
<<Io dovrei andare via per un paio di giorni per fare visita ad un amico. Gli avevo promesso che sarei andato a trovarlo questo fine settimana.>> Gli spiegò, dicendo una mezza bugia.
<<Un amico?>> Chiese il minore, più a se stesso che a Taehyung.
<<Già.>> Si limitò a dire l'altro.
<<Io che devo fare quando non ci sei?>> Domandò allora il minore con la voce velata di tristezza.
<<Quello che fai quando sono qui.>> Rispose <<Dormi, mangi, fa' i tuoi bisogni proprio davanti la porta di casa e poi non lavarti le mani.>> Continuò ridacchiando.
L'altro inspirò rumorosamente e si portò le mani sui fianchi, ostentando indignazione.
<<Ti ho detto che mi scappava forte!>>
A quella reazione il maggiore scoppiò a ridere e Jungkook insieme a lui.
Taehyung non aveva mai visto né sentito il moccioso ridere e pensò seriamente che non ci fosse nulla di più puro della voce cristallina del suo alpha dai denti da coniglietto.
Avrebbe avuto voglia di sederglisi in braccio e raccontargli tutto ciò che stava accadendo per filo e per segno, ma il fatto che non riuscisse ad accettare la sua condizione lo faceva vergognare così tanto, che a malapena riusciva a pronunciare la parola "omega".
Se solo fosse nato in un'altra epoca, o semplicemente in una famiglia differente, il suo stigma non sarebbe stato così disprezzato dalla società. Invece era costretto giorno dopo giorno a dover ricordare a se stesso di avere una dignità e un valore, di essere un essere umano esattamente come gli altri.

Si rabbuiò e Jungkook lo notò, lui non si lasciava sfuggire il minimo particolare del suo Hyung e quello che gli interessava in modo particolare nell'ultimo periodo era vederlo sereno.
<<Hyung hai un sorriso molto bello, perché non lo mostri più spesso?>> Chiese con tutta la purezza che lo contraddistingueva. A volte gli sembrava proprio di parlare senza pensare, infatti vide il maggiore abbassare la testa e arrossire e pensò che quella boccaccia avrebbe anche potuto tenerla chiusa.
<<Dai smetti, mi metti in imbarazzo marmocchio. Non li so prendere i complimenti.>> Ammise.
Jungkook abbassò lo sguardo e si scusò.
<<Stavamo dicendo->> Parlò il maggiore riprendendo il filo del discorso. <<Tu baderai alla casa: tieni il camino acceso, dai da mangiare al cane, pulisci dove sporchi e stai attento che la neve non si accumuli davanti le porte e le finestre.
Il cibo sai dov'è e se hai sete mangia la neve, come al solito.>> Concluse.
<<Quando parti Hyung?>> Domandò allora il minore con il batticuore.
<<Domani pomeriggio.>>

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