①⑧ Inverno: la quiete

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Ripresosi dall'attività fisica, sempre più confuso, Jungkook ripulì velocemente ogni traccia del suo passaggio sia nel seminterrato che al piano superiore, per poi distendersi nuovamente sul divano.
Aspettava impaziente il ritorno dello Hyung come un cane aspetta il ritorno del padrone dopo una giornata in casa da solo. La differenza stava nel fatto che le giornate passate da solo per lui fossero state due: 48 interminabili ore di solitudine, che gli sembrarono mille anni, senza la discreta compagnia del maggiore.
Nel frattempo, per farlo contento, stava arrostendo per cena l'altro volatile che Taehyung aveva catturato qualche giorno prima e che era rimasto in ghiacciaia fino a quel momento. Non sapeva drogarlo come aveva fatto il castano, ma ci mise comunque tutto l'impegno possibile per creare una pietanza quantomeno cotta al punto giusto.
Mentre l'ora di cena si avvicinava e Jungkook si innervosiva sempre più per l'assenza dell'altro, Taehyung era a una decina di minuti da casa, infreddolito e affamato.
L'alpha prese posto davanti la finestra preso dall'agitazione e iniziò veramente a preoccuparsi vedendo il sole iniziare velocemente a scendere all'orizzonte.
<<Magari ha deciso di trattenersi ancora dal suo amico.>> Tentò disperatamente di trovare una spiegazione che non includesse la sua morte o mutilazione. <<Avrà visto che era tardi per ritornare e sarà rimasto da lui.>> Uno strano fastidio iniziò a salirgli dalla pancia fino al centro del petto. <<Sarà stato molto che non si vedevano, si saranno mancati.>> Il fastidio aumentava.
<<Sicuramente preferisce stare con lui, piuttosto che con me.>> Senza nemmeno rendersene conto, grandi gocce salate avevano cominciato a cadere dai suoi occhioni scuri fin sui pantaloni marroni di velluto a coste, che il castano gli aveva prestato. Orrendi ma molto caldi a suo parere.
La sensazione che avvertiva nel petto assomigliava adesso più ad un bruciore, mentre la convinzione di essere stato abbandonato iniziava ora a farsi strada nel suo cuoricino triste e innamorato.
Seduto davanti la finestra, prese in braccio Erika in cerca di un po' di calore, tuttavia la cagnetta non fece nemmeno in tempo a saligli sulle gambe che cominciò ad arrabbiarsi e ad abbaiare, costringendo il moro a farla scendere.
Non si calmò nemmeno una volta a terra e Jungkook non aveva idea di come gestirla: si era sempre comportata bene fino a quel momento.
Si avvicinò al portone scodinzolando e solo allora l'alpha comprese il suo comportamento insolito.
Infatti qualche attimo dopo si sprigionò dalla porta un lieve bussare e una voce familiare parlò: <<Moccioso aprimi, sono io.>>
Jungkook si asciugò in fretta le lacrime e si diresse verso quel suono celestiale che la gola del maggiore aveva prodotto.
<<Wow.>> Pensò, non si ricordava una voce così tanto bella: gli era veramente mancato.
Aprì il portone e un odore non noto gli invase le narici, in contrasto con il meraviglioso viso che gli si parò davanti, che invece era ben conosciuto.
Lo squadrò da capo a piedi per qualche istante prima di farlo entrare: aveva dei vestiti non suoi addosso, un odore completamente diverso ed era sicuramente molto infreddolito, ma uno stupendo sorriso gli comparve sul volto alla vista del più piccolo.
Si scansò velocemente per farlo entrare al timido saluto di: <<Ciao Hyung.>>
<<Ciao ragazzino.>> Rispose l'altro mentre varcava la soglia e si richiudeva l'entrata alle spalle. <<Che buon odore di cibo che c'è qui. Cosa hai cucinato? >> Chiese.
Il più piccolo gli indicò l'arrosto, che aveva lasciato davanti al camino per far sì che restasse caldo.
<<Ma che bravo questo Kookie!>> Si complimentò il maggiore, poggiandogli una mano sulla testa e scompigliando i suoi capelli scuri. <<Lo Hyung ha proprio una fame da lupi questa sera.>> Spiegò al minore.
Jungkook nel frattempo si sentiva il cuore scoppiare e una sensazione di agitazione di stomaco, mai provata così intensamente fino a quel momento. Si vergognava a mostrare la sua vera felicità per il ritorno di Taehyung e aveva tutta l'intenzione di trattenersi, almeno fino al momento in cui non avesse capito bene i propri sentimenti per lo Hyung. Senza contare che, avendo scoperto la sua vera natura, si era ripromesso di smettere di toccarlo e di parlare a sproposito per non turbarlo troppo o farlo sentire minacciato in qualsiasi modo.
Si sedettero a tavola in silenzio, uno di fronte all'altro e iniziarono a mangiare.
Taehyung non capiva l'improvviso cambiamento nell'atteggiamento del piccolo e cominciò a fargli delle domande.
<<Allora Kookie->> Aveva visto l'effetto che questo nomignolo aveva su di lui, infatti lo vide un po' colorarsi di rosso sulle gote. <<Ti sono mancato in questi giorni?>> Chiese, mentre scherzosamente gli accarezzava la gamba destra con un piede scalzo.
L'altro sussultò leggermente a quel contatto inaspettato e rispose brevemente: <<A Erika sei mancato molto.>>
Provò a sviare la domanda, ma non ci riuscì.
<<E invece a te?>> Lo interrogò ancora, stavolta inclinando la testa di lato e facendo gli occhi dolci, mentre seguitava ad accarezzarlo con il piede.
<<Sì... un pochino.>> Rispose l'altro a voce bassa e portando lo sguardo sul proprio piatto, non sapendo come altro levare le scarpe da quella situazione, se non assecondandolo nei suoi desideri.
Taehyung era sempre più stranito da come il minore si stava approcciando a lui.
<<È successo qualcosa mentre non c'ero?>> Domandò preoccupato, cercando di intercettare le pupille di Jungkook che sembravano vagare unicamente dal piatto ai propri piedi.
<<Le solite cose Hyung.>> Rispose stuzzicando con la forchetta la pelle arrostita della propria cena. <<Ha nevicato, il cane ha pianto perché non poteva uscire, abbiamo mangiat->>
<<Qualcosa di particolare?>> Lo interruppe il castano, desideroso di scavare più a fondo nella questione.
<<Non mi sembra.>> Disse in modo evasivo.
<<No perché->> Tentò di distrarlo <<Sai c'era un cacciatore dall'altro lato della collina un paio di giorni fa. Mi sono preoccupato che potesse spingersi fino qua.>> Confessò, ottenendo l'effetto di far sciogliere un po' il marmocchio.
<<Davvero Hyung? Non ti ha fatto male vero?>> Una vitalità finora celata trapelò da quella richiesta e il castano capì di essere sulla strada giusta per iniziare a fargli vuotare il sacco.
<<Ha fatto male al mio amico, ecco perché mi sono preoccupato anche per te.>> Disse prendendo la mano sinistra dell'altro e lasciandovi un piccolo bacio sul dorso.
Jungkook faticò a respirare in quel momento e si rese conto che tutte le emozioni che stava trattenendo erano troppo per lui, quando un'altra lacrima gli solcò la guancia destra.
<<Kookie che c'è?>> Domandò l'omega preoccupato.
Il minore era così concentrato a darsi un contegno che non ebbe il cuore di rispondere.
<<Dai vieni qui.>> Lo invitò, picchiettandosi sulle cosce.
A quella richiesta, Jungkook mandò immediatamente a quel paese tutti i suoi propositi sull'evitare il contatto e si gettò senza pensare tra le braccia profumate del più grande, che iniziò ad accarezzargli e baciargli i capelli e la fronte, mentre un fiume salato correva giù lungo le sue gote.
Scosso dai singhiozzi riuscì solamente a rispondere: <<Mi sei mancato tanto Hyung.>> Alla richiesta di spiegazioni dell'altro, che lo tenne in braccio finché non si calmò per poi, proprio come un bimbo, addormentarsi su di lui stremato.
Taehyung lo osservava in ogni suo minimo dettaglio e pensò di non aver mai visto creatura più bella in vita sua, seppure gli occhi gli si fossero gonfiati e il naso arrossato.
Gli lasciò un altro bacino sulla fronte prima di appoggiarlo dolcemente sul letto, non senza qualche difficoltà, dato che il pupo era piuttosto pesante.
<<Anche tu mi sei mancato tanto Kookie.>> Gli sussurrò all'orecchio prima di scendere di sotto e coricarsi anche lui.

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