③③ Primavera: verso il paese

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<<Adesso vieni con me Hyung?>> Domandò il minore ancora nudo, col le gambe incrociate e gli occhi da cucciolo, mentre Taehyung si era alzato da quel divano per rivestirsi.
Si toccò dietro il collo un po' titubante e scoprì che le ferite avevano già una soffice crosticina a proteggerle.
Il gesto non sfuggì al più piccolo, che si alzò e si portò alle spalle del compagno, per lasciargli tanti bacini su quel morso e annusarlo attentamente.
<<Il tuo odore sta cambiando Hyung.>> Gli disse quasi sorpreso ed estasiato da quell'aroma leggermente diverso che adesso emetteva l'omega. Gli veniva da piangere: si sentiva come se avesse accettato la sua proposta di matrimonio ed era sicuro sarebbero rimasti insieme per sempre.
<<Va bene, vengo con te.>> Come a voler confermare tutto ciò che Jungkook stava sognando in quel momento, Taehyung gli rispose e poi si voltò per baciarlo teneramente.

<<Dove credi di andare?>> Chiese il più grande all'alpha, quando lo vide iniziare a vestirsi di tutto punto.
<<Scendiamo no?>> Chiese l'altro confuso.
<<E i soldi dove pensi di prenderli?>> Gli domandò retorico.
A quella richiesta Jungkook sembrò cadere dalle nuvole e cominciò ad arrovellarsi il cervello per capire. La risposta ce l'aveva in tasca, ma non la colse finché il maggiore non parlò di nuovo.
<<Andiamo a caccia e vediamo di prendere qualcosa di grosso. Ho un conoscente macellaio giù al paese, venderemo tutto a lui: la selvaggina è sempre ben pagata in macelleria.>> Spiegò.
Il minore a quel punto spalancò gli occhi e socchiuse la bocca, come avesse ricevuto una rivelazione mistica di qualche tipo e iniziò velocemente a spogliarsi.
<<Oggi ti insegno come si cacciano i daini, tu segui me e non ti allontanare mai da solo, ché non abbiamo bisogno di entrare nel territorio dell'orso mentre è sveglio e attivo.>> Lo avvisò mentre si trovavano sulla soglia di casa. <<Io ti indico l'obiettivo, poi comincio a inseguirlo e lo spingo verso di te.>> Concluse. Dopodiché si trasformò anche lui e partirono alla volta del bosco.
Taehyung fiutava attentamente l'aria circostante ancora prima di infilarsi fra gli alberi e, a colpo sicuro, si incamminò nella direzione che il suo naso gli indicava.
L'aria era umida quel giorno e il sole, ancora debole, non riusciva a inaridire il terreno al limitare della macchia, dove già si vedevano sprazzi di sottobosco. Piante di pungitopo e gialli fiori primule selvatiche coloravano il terreno sotto gli alberi le cui chiome diventavano ogni giorno più verdi e brillanti. Cinguettii di pennuti provenivano da quei rami, illuminati a sprazzi dalla luce dorata del sole che lassù in cima doveva sicuramente risultare più calda di come arrivava più in basso.
I due lupi avanzavano fra quei tronchi, guidati dal più anziano che, con il naso all'insù, fiutava una preda sempre più prossima.
Diminuirono il passo una volta arrivati in un punto pieno di rovi, le cui bacche emettevano un odore forte e quasi nauseabondo per i due compagni.
Taehyung si acquattò dietro uno di questi cespugli e iniziò ad osservare davanti a sé. Appena cinque metri più avanti si estendeva una radura priva di alberi, dove l'erba cresceva indisturbata e un laghetto dall'acqua limpida dissetava le creature che vi sostavano. Proprio lì, un drappello sparuto di caprioli si stava abbeverando, fra i quali un bellissimo maschio adulto che Taehyung puntò subito.
La loro posizione di caccia era favorevole, in quanto la loro presenza veniva celata sia dal fatto che si trovassero controvento, che dalla loro postazione, proprio alle spalle della preda.
Taehyung, più veloce ed esperto decise, come già aveva spiegato al più giovane, di saltare il cespuglio e partire alla rincorsa del bruno ungulato, che dopo appena qualche millesimo di secondo cominciò a correre a perdifiato, mentre gli altri esemplari di disperdevano qua e là.
Jungkook li inseguiva dal lato destro, nascosto agli occhi della preda dalla selva.
Tutto durò appena qualche minuto: il capriolo cornuto viró velocemente a destra spinto dal predatore e, prima di accorgersi che stava finendo dalla padella nella brace, le potenti fauci dell'alpha si erano già aperte e poi richiuse sul suo lungo collo marrone.

Chiamarono per un po' Erika di fronte alla loro casa, prima di arrendersi definitivamente e partire per andare a imboccare la strada che portava alla base della collina, con il loro pesante fagotto di almeno 30 chili.
<<Abbiamo rischiato grosso moccioso.>> Iniziò il castano. <<Se questo signorino non avesse girato entro i successivi 10 metri, ci saremmo dovuti fermare.>> Agitò un poco il sacco e gongolò per quanto erano stati fortunati.
<<Ma che dici? Se tu non ce l'avessi più fatta a correre sarei uscito io Hyung.>> Rispose l'altro con il tono da spaccone tipico di chi sta vivendo una giornata in cui tutto gli sta andando per il verso giusto.
<<Non ti sei proprio accorto di nulla eh marmocchio?>> Lo interrogò il più grande.
<<Di cosa? Del fatto che non riesci a correre per più di 20 metri?>> Rise l'altro, prendendolo in giro.
<< Se tu fossi stato meno impegnato a pensare a quanto riesco a correre e ti fossi concentrato su quello che ti avevo detto appena una mezz'ora prima, avresti notato che il tuo simpatico amico orso ci stava osservando per tutto il tempo, perché eravamo giusto al limite del suo territorio.>> Lo rimproverò. <<Se io mi fossi fermato, tu quindi non l'avresti fatto?>> Domandò poi, un po' arrabbiato.
Il minore guardò in basso e realizzò l'enorme fortuna che aveva avuto in quell'occasione.
<<No Hyung.>> Rispose timidamente.
<<Che non succeda mai più una cosa del genere. Chiaro?>> Impose il castano rigido.
<<Sì Hyung, ho capito.>> Disse l'altro con la voce che quasi gli tremava.
<<Un conto è seminare un orso mezzo addormentato dal letargo, un altro è scappare a quella bestia quando è attiva. Se io mi fermo, tu ti fermi moccioso.>> Ribadì preoccupato.
<<Sì Hyung.>> Rispose ancora.
Mentre si scambiano quelle e altre parole, si avvicinavano piano piano al paesino che per tanti anni era stato la balia e poi il carceriere di entrambi e dal quale tutti e due si erano allontanati, volenti o nolenti.
Man mano che si avvicinavano, i ricordi di quel posto, vividi nell'uno e sbiaditi nell'altro, cominciarono a salire a galla.
Si presero la mano poco prima di entrare e Taehyung passò il sacco con il capriolo a Jungkook, mentre lo guardava negli occhi e si avvicinava per baciarlo.
Era necessario che fossero uniti prima di affrontare tutto ciò che sarebbe loro potuto accadere e tutti e due ne erano pienamente consapevoli.
Si fermarono un attimo davanti al cartello che recitava "Benvenuti a Fonte del lupo" per scambiarsi uno sguardo complice.
<<Andiamo Kookie.>> Lo tirò leggermente per la mano ed entrarono.

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