Un anima cattiva

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Mi lascio cadere sull'enorme materasso della mia stanza, tanto grande da avere un salottino privato, un intera parete è occupata da finestre che si affaccia sul retro della casa dove si trova una piscina olimpionica. Guardo il soffitto tinto di blu, mentre il parquet è marrone e le parati completamente bianche come ogni altro mobile nella stanza. Un aramaidio a 4 ante specchiato occupa quasi tutta una parete se non per la porta che da al mio bagno privato. Nel mio stesso piano si trova la stanza di mio zio, mio cugino, una stanza degli ospiti ognuno con il proprio bagno, al secondo piano c'è una stanza d'arte per me, lo studio per mio zio, un altro salottino per gli aperitivi ed una palestra privata. Al piano terra si trovano due saloni uno moderno l'altro meno con un camino ed un intera parete occupata da una libreria. La cucina, la sala da pranzo, una sala per i ricevimenti e due bagni. Nel seminterrato si trova una sauna, le tre stanza per il personale con un bagno ed il garage.
"Kyra vuoi venire con me? Esco con degli amici"
"No. Sai tutto questo sfarzo potrebbe uccidermi" mi metto seduta ad osservarlo sulla soglia della porta
"Facciamo beneficenza" tenta con un sorriso
"Oh questo mi consola" Scuoto la testa divertita lui fa il segnaccio prima di andarsene. Decido che dovrò trovare i miei posti in questa città esageratamente grande. Prendo le chiavi della nuova auto che zio mi ha regalato e per niente sorpresa trovo in garage tre auto, una Porsche nera di zio, una Tesla rossa di Cody ed una bellissima Maserati blu lucida mia. Salgo dentro lanciando la borsa sul sedile al mio fianco. Esco di corsa raggiungendo la zona meno ricca di Washington, mi parcheggio nel primo posto che trovo decidendo di procedere a piedi. Questa città porta con se troppo ricordi che avevo spento, mi ero ripromessa di dimenticare, di spegnere le emozioni e ignorare ciò che avevo perso. Non potevo più far finta di niente, l'unica vera casa che avessi mai avuto era qui a Washington che ora però non faceva altro che aumentare la mia voglia di riprendermi tutto ciò che la vita mi aveva tolto. A partire dalla città per poi passare alla mia età, la mia famiglia e la mia felicità, me lo meritavo adesso nessuno avrebbe potuto far vacillare i miei obbiettivi. Mi fermo davanti ad uno splendido bar-libreria. Entro e tutte le pareti color crema sono coperte da librerie in legno stracolme di libri Messi nei modi più disordinati. Il pavimento è in moquette grigia che sembra volerti far sentire a casa. Non ci sono tavolini o sedie ma, tavoli bassi con poltrone logore e divani in pelle scura. Il bancone in legno era abbastanza lungo per tra sgabelli, la cassa ed una vetrina con meravigliosi dolci in mostra. Una ragazza dai capelli mori, ricci e ribelli stava dietro la cassa mentre un altro ragazzo serviva ai tavoli. La luce soffusa giallastra si specchia negli occhi limpidi e verdi della ragazza che mi sorride gentile.
"Salve cosa vuole ordinare?"
"Un caffè lungo grazie" pago e mentre aspetto che lo prepari mi avvio a una delle librerie leggendo tra i titoli, quando me trovo uno che conosco e mi piace lo prendo sedendomi su una poltrona singola con accanto un tavolino tondo alto in legno. Anna Karenina sorrido al ricordo di quanto sia ormai mal ridotto il mio a casa a forza di rileggerlo. Il cameriere mi lascia il caffè accanto alzo lo sguardo su di lui che sembra essersi perso guardandomi. Ha gli occhi castani e i capelli ricci corti, la pelle olivastra e le labbra carnose incorniciano un sorriso ammaliante, i lineamenti delicati lo fanno sembrare più giovane di quanto non sia, molto alto e con le spalle larghe. Ho la strana sensazione di averlo hai visto ed è assurdo perché sono andata via di qui a soli 10 anni.
"Non ci posso credere, Kyra Williams" ok evidentemente ci conosciamo ma dove ci siamo conosciuti? Ipotizzo il Brasile per il suo aspetto, faccio mente locale cercando di ricordare a chi avessi rivolto la parola in quei 5 mesi. Caleb Santos
"Celeb Santos, cime tempestose" nella sala lettura della scuola, una volta entrai e trovai solo lui a leggere orgoglio e pregiudizio e ero entusiasta di poterne con qualcuno. Ricordo che non stavamo nulla l'uno dell'altro ma passavamo le giornate a leggerci i capitoli nei nostri libri preferiti.
"Tu ancora Anna Karenina" indica il libro che ho tra le mani ed un sorriso spontaneo mi nasce sul viso, già certe cose non cambiano mai.
"Cosa ti porta a Washington?"
"Il college" è una specie di verità ma non importa.
"Washington University?" Annuisco e lui sorride
"Io studio psicologia lì" avrei pagato per studiare psicologia davvero, ma i miei genitori vorrebbero business per me è rispetterò il loro volere. Tuttavia un corso l'ho scelto per questioni di sopravvivenza, psicologia di base
"Business ma seguo il corso di psicologia di base" Annuisce
"Caleb smettila di fare il casca morto e servi i tavoli" lo riprende la ragazza dietro al bancone, il mio vecchio compagno di letture alza gli occhi al cielo
"Scusami ma può licenziarmi" si congeda così lasciandomi alle mie parti preferite di Anna Karenina. Quando vedo il sole calare dietro le finestre decido di finire il mio giro per tornare a casa per cena.
"Scusa sai indicarmi un posto per il volontariato?" Domando alla ragazza dietro al bancone, lei mi guarda di traverso ma poi alza le spalle degnandomi di una risposta.
"Alla fine della via gira a sinistra c'è un palazzo giallo lì dentro di fa volontariato" la ringrazio uscendo da quello che sarà sicuramente il mio nuovo posto preferito. Mi avvio verso il palazzo, cade leggermente a pezzi me per quei poveri uomini probabilmente è una mano santa. Quando entrò chiedo alla prima ragazza che vedo dove si trova la direttrice, mi indica una porta alla fine di un corridoio. La raggiungo bussando, la donna dietro alla scrivania mi spiega che le servirebbe una mano per insegnare l'inglese ai bambini stranieri che accolgono qui, dovrei venire la domenica mattina ed accetto molto volentieri. Mi fa compilare un foglio con le informazioni essenziali su di me più il mio numero di telefono. Quando esco il sole è ormai scomparso ed ad illuminare la notte c'è solo una splendida luna piena. Salgo in macchina correndo verso casa dato che sono ormai le nove e non arriverò mai in tempo per cena. Quando entro in sala da pranzo non solo sono fracica per il diluvio che ho affrontato ma ho anche il fiatone per la corsa che ho fatto. Seduti a tavola oltre a Cody trovo altri 3 ragazzi, tutti e tre sorprendentemente carini e ricoperti ti pricing e tatuaggi, non pensavo mio cugino avesse queste amicizie. Cody scoppia a ridere vedendo le mie condizioni guadagnandosi un dito medio.
"Non hai preso l'auto?"
"Si ma Dio non mi vuole bene e non riuscivo a tirare su il tettuccio" balbetto due degli altri ragazzi tentano invano di trattenere una risata.
"Noi abbiamo finito di mangiare ma se vuoi restiamo a farti compagnia" Propone Cody, scuoto la testa
"Da sola sto benissimo" sorrido. Mi siedo al mio solito posto.
"Io sono Queen" un ragazzo con i capelli castani spettinati e gli occhi verdi mi stringe la mano, ha un sorriso così bianco che sembra faccia la pubblicità del dentifricio, mentre parla riesco a vedere il suo pricing alla lingua in aggiunta al buco all'orecchio, sul collo e sulle braccia spuntano numerosi tatuaggi, che con il fisico scolpito gli attribuiscono un aria rude e misteriosa.
"Io sono David" l'altro ragazzo a differenza di Queen è molto magro, non ha pricing. I capelli mori sono leggermente lunghi e sistemati quanto possibile, gli occhi altrettanto Neri sono in contrasto con la pelle pallida, ha le braccia con numerosi tatuaggi e sorride di sbieco come imbarazzato. Il terzo ragazzo continua a tenere lo sguardo fisso sul cellulare senza degnarmi di uno sguardo.
"Lui è Lewis" sentendo il suo nome alza lo sguardo per una frazione di secondo che basta a rivelare i suoi occhi straordinariamente azzzurri con degli spruzzi oro che li rendono unici, in netto contrasto con i capelli color pece mossi che ricadono leggermente sopra gli occhi. Ha un pricing nero sulle labbra carnose piegate in un broncio infastidito. Anche sulle sue bacia muscolose di rivela qualche tatuaggio non tanto quanto David però. Dopo essersi presentati Cody lì invita a seguirli in salone. Io continuo a mangiare la mia bistecca quando Mery, L'anziana domestica, mi affianca sussurrandomi all'orecchio.
"Il mio preferito è Queen" mi stringo le labbra tra i denti per non scoppiare a ridere.
"Mhhh anche Lewis non scherza" lei Scuote la testa
"Troppo misterioso ha qualcosa di cattivo dentro di se lo percepisco"
"Con i tuoi poteri voodoo" la prendo in giro, lei ha una cultura spaganola tutta sua, crede negli spiriti del bene e del male, nella anime astratte, quando ero più piccola mi piaceva ascoltare le sue storie ma ora sono cresciuta e ci credo poco.
"Io l'ho avvisata signorina Williams lei continui pure a prendermi in giro" borbotta ed io rido scuotendo la testa per la sua reazione. Finito di mangiare passo per il salone guardando quei quattro insultarlo mentre giocano ai videogiochi. Gli uomini non crescono mai, Scuoto le testa divertita prima di andare in camera a dormire.

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