"Davvero per quanto mi vuoi tenere qui?" Mi siedo di fronte al lui iniziando a mangiare
"Fino a quando non ti passerà, nel frattempo puoi farmi tutte le domande che vuoi e prometto di rispondere sinceramente"
"Perché dovrei crederti?"
"Non ti ho mai promesso nulla io. Sono uno che le sue promesse le mantiene"
"Certo" Borbotto e lui mi guarda male, mangiamo in un silenzio tombale spezzato solamente da una partita di football trasmessa in telviosione, è davvero bravo a cucinare devo riconoscerglielo, ok confronto a me è Thomas Keller. Smanetta con il cellulare ed io non riesco a trovare il mio nella manica della giacca, ho ancora addosso questo stupidissimo vestito mentre ormai i capelli sono spettinati e distrutti
"Hai qualcosa da farmi mettere?" Alza lo sguardo su di me squadrandomi da testa a piedi come se solo in quel momento si fosse reso conto di come sono vestita. Sale nella sua stanza e da sopra mi lancia una maglietta nera.
"Cambiati in bagno" urla poi senza più scendere. Mi alzo e prima di andarmi a cambiare sparecchio mettendo i piatti in lavastoviglie, pulisco io tavolo e sistemo le sedie.
"Ti avevo detto di cambiarti non di mettere un ordine" mi volto verso di lui che sembra infastidito.
"Prego non c'è di che" gli ho fatto un favore ma ovviamente lui e il suo orgoglio maschile non fanno trasparire nulla, nemmeno la gratitudine. Mi cambio infilando la sua maglietta e ripiegando il vestito lasciandolo su una poltrona in salotto, lego i capelli in una coda alta. La sua maglietta profuma di lui e mi arriva circa a metà coscia, appena alzo le braccia però rivela il mio intimo nero. Lo trovo seduto in salone a guardare la televisione e fumare nel frattempo, mi sistemo sulla parte verticale del divano ad L il più distante possibile da lui. Mi guarda di traverso ghignando divertito.
"Hai paura di me?"
"Dovrei?" Domando mentre mi si chiudo gli occhi.
"Dovresti fidarti" parla sincero, accenno un sorriso perché fidarmi é l'ultima cosa che voglio fare.
"Ho paura ma non di te" parlo prima di riflettere quando il sonno sta per avere la meglio su di me.
"Di Cosa allora?"
"Di me stessa" non sento più le sue parole perché vengo avvolta tra le braccia di Morfeo.
*******
Vengo svegliata da un insistente suono acuto, apro gli occhi di scatto allungando una mano a spegnere la sveglia. Mi accorgo di essere sul letto di Lewis, quando mi affaccio dalle sbarre lo vedo dormire sul divano e non riesco a non sorridere per la sua tenerezza. Mentre dorme sembra così sereno...scendo le scale e preparo la colazione prima di svegliarlo, gli salto addosso rischiando anche di cadere se non fosse per i suoi riflessi pronti, mi tiene per i fianchi a cavalcioni su di lui.
"Normalmente le ragazze mi fanno dolci baci sul viso per svegliarmi"
"Non ricordo di aver mai detto di essere normale" un sorriso gli si dipinge sul vuolto
"Bene preparati per l'allenamento mentre io mangio la colazione, spero sia buona dato che ci hai messo mezz'ora a preparala" cosa? Era già sveglio mentre io cucinavo?
"Eri sveglio?"
"Sai hai la delicatezza di un elefante" ride ed io provo a tirargli uno schiaffo ma mi afferra il polso e con un movimento veloce sono sotto di lui, con i polsi bloccati sopra la testa
"Non provarci mai più"
"Altrimenti" lo provoco e lui sbuffa alzandosi e andando a mangiare io mi faccio la crocchia hai capelli avvicinandomi al sacco che pende dietro al divano, mi scrocchio le mani e io collo scaldandomi un po' fino a quando non sono pronta a sfogare tutta la mia rabbia sul sacco.
"Aspetta" Lewis mi lancia le fasce nere ed io inizio a fasciarmi una mano ma mi trovo in difficoltà con l'altra allora mi aiuta lui, si posiziona dietro al sacco per tenerlo ed io inizio a colpirlo
"Puoi fare di meglio pensa a Caleb" ride ed io tiro un calcio sotto il sacco colpendolo sugli stinchi. Così ricomincio iniziando a metterci tutta la forza e la rabbia che bruciano in me, ogni lacrima trattenuta, ogni parola detta, ogni abbraccio e risata, sfogo tutto ciò che ho dato e poi perso, tutto ciò che ho lasciato vedessero prima di pugnalarmi.
"Voglio sapere se avevo ragione sui ruoli"
"Avevi ragione" già Perché un tempo il mio istinto funzionava ma con loro sembrava essersi inceppato.
"Come funziona ognuno dei vostri ruoli?" Domando continuando a colpire il sacco
"Prendiamo la sfida di due settimane fa come esempio era infiltrarsi in una casa e rubare un carico di armi. Becky ha conquistato il proprietario della villa e mentre stavano a letto gli ha rivelato il nascondiglio delle armi, Cady allora ha escogitato la tattica e durante l'azione sta seduto in auto e interviene solo in casi di emergenza, David che si occupa di disattivare gli allarmi e controllare dalle telecamere dove possiamo passare, Queen rischia sempre più di tutti in quanto il suo compito è attirare l'attenzione di tutti gli uomini a controllare la stanza, Samantha ruba le chiavi della cassaforte e inizia a caricare la roba il più velocemente possibile nel frattempo io mi occupo di uccidere chiunque provi a ferire uno di loro o ci intralci la strada, solitamente Cody aspetta che tutti siano saliti e parte velocissimo verso la nostra "base" se vogliamo chiamarla così. La mattina dopo Cody manda le prove del furto al capo del gioco e poi solitamente il guadagno droga, persone, soldi o armi lo teniamo noi. Tuo zio si occupa di rivenderlo capito?" Lo ha detto con tono piatto, come se stesse parlando della spesa da fare, come se non fossero dei criminali. Come fa a dormire la notte sapendo di quante morti è il colpevole, fratelli e figli di qualcuno, padri che portano lo stipendio a casa e lui stronca le loro vite senza esitare. Come fa? Forse hanno fatto bene, forse non sono abbastanza forte per questo perché non credo che nessuno meriti di morire per un gioco. Ma in tutta la storia mi fa molto più schifo la famiglia che gioca con tutto questo, come possono dare certi ordini, sfruttarli o meglio ricattarli così. Come fanno a non sentirsi minimante in colpa? Mandano avanti questa farsa da anni e ancora non sono stanchi? Stanchi della violenza, di dover vivere nell'ombra e di avere così tante vite sulle spalle. Non sono stanchi di lottare?
"Cosa ti passa per la testa?"
"Penso che siete ridicoli. Che vi buttate in un gioco del genere rischiando di perdere tutto perché siete alla disperata ricerca di un emozione. Perché vivete da troppo tempo nel vuoto del vostro cuore e mi fate solo pena" ammatto sincera con lo stesso tono indifferente e piatto che ha usato lui con lo sguardo puntanto nei suoi occhi senza temere la sua reazione, sono onesta fingere non fa per me.
"Non sai niente di noi" ringhia incazzato lanciandomi il sacco, lo afferro fermandolo.
"So come vi sentite, l'ho visto e siete disperati, persi nel mare e non accettte nessuno aiuto"
"Non ne abbiamo bisogno" ringhia
"Ovviamente" rido amara perché è così testardo? Perché sono così orgogliosi tutti? Perché non dirmi semplicemente che volevano proteggermi ma spiegarmi da cosa, da chi. Perché farmi sentire sbagliata? Perché spezzarmi pezzo dopo pezzo? Cosa ho fatto per meritarlo? Salgo sopra nella sua stanza e sobbalzo quando sento la porta d'ingresso sbattere consapevole che lui è uscito. Lascio che ogni lacrima venga fuori, non trattengo i singhiozzi, o le urla soffocate sul cuscino, mi arrabbio prendo a pugni il materasso perché fa male, fa male da morire sentirsi traditi da ciò in cui credevi di più. Sento ogni briciolo di forza lasciarmi e sono stanca di piangere, stanca di lottare contro le mie emozioni, mi arrendo. Mi arrendo al dolore, all'amore che avevo provato, alla felicità di alcuni ricordi e alla devastazione di ciò che non può essere. Sono cosciente che non posso tenere lontano ogni ricordo doloroso, volevo credere di poter dimenticare, dimenticare il passato è pensare al presente, ma non posso, non ora che anche il presente fa male.
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White Rose
RomanceCOMPLETO: in correzione Vi siete mai chiesti cosa accadrebbe ad un angelo all'inferno? Nata nella terra arida cresciuta nella disperazione, perché Kyra appare fredda e distaccata ma dentro di lei ha il cuore più grande di tutti, sensibile e con un...