Ausin Moore

3.5K 116 0
                                    

"Oi dove sei mi stavi facendo preoccupare" risponde immediatamente Caleb
"Sono al parco giochi mi vieni a prendere"
"Cosa ci fai lì? A mezza notte"
"Puoi non fare domande e venire?"
"Si certo arrivo" mi dispiace essere scortese soprattutto con lui ma ora come ora non so davvero cosa fare, non posso parlarne con nessuno e nonostante io sia furiosa non voglio rovinare tutto. Gli passerà, gli deve passare perché sa perfettamente di essere dalla parte del torto.
******
Quattro giorni sono passati, quattro, giorni ed io non l'ho nemmeno incrociato a casa. Forse dovrei scrivergli...
no non devo perché è lui dalla parte del torto. Non riesco a concentrarmi sui documenti da preparare per Serena, mi rigiro la penna tra le mani e lo scoccare dei minuti dell'orologio non fa che innervosirmi sempre di più.
"Ahhh" Dico frustrata lasciando cadere la penna sulla scrivania
"Desidera un calmante?" Mi alzo in piedi camminando nervosamente verso il tavolono con gli alcolici sopra e mi verso del whisky fino a metà bicchiere.
"Questo è il mio calmate" alzo il bicchiere come a voler brindare con lei prima di scolarmelo in pochi secondi. Arrivo a berne tre quando i miei nervi lentamente si calmano. Odio il silenzio tra di noi, non so cosa fa e con chi sta, non posso nemmeno chiedere perché nessuno ne capirebbe il motivo. Dovrei separare la mia vita privata da quella lavorativa, ci sono riuscita per un po' ma sento che potrei scoppiare. Vorrei urlargli quanto ipocrita e bastardo sia ma so che me ne pentirei, so anche di averlo ferito, ma sono certa che abbia capito che ero solo arrabbiata e sparavo cazzate.
"Si sente bene?" Domanda la mia segretaria non facendo altro che innervosirmi di più, però Annuisco, è venerdì e presto ci sarà il weekend devo stare calma. Mi accascio a peso morto sulla mia scrivania, in quel momento arriva una chiamata
"Pronto?"
"Il signorino Moore è arrivato a prenderla"
"Si ora esco" almeno sono certa che Austin mi farà dimenticare per un po' di tempo tutti i miei problemi, ha lo strano potere di creare una bolla intorno a noi dove ogni dispiacere non penetra. Mi guardo indosso dei pantaloni neri stretti e lunghi, con una maglietta bianca stretta e sopra un maglione aperto bordeaux, lungo fino a metà coscia. Afferro la borsa rettangolare rigida nera e la metto in spalla
"Dopo non torno. Manca solo questo modulo da compilare puoi farlo te?" Supplico la mia segretaria che ride e annuisce, sorrido entusiasta prima di girarmi sui tacchi alti neri. Sorrido ad Austin che mi vieni incontro abbracciandomi e dandomi un dolce bacio sulla guancia. Scendiamo e raggiungiamo il solito ristornate ed io dopo il primo bicchiere di vino mi sciolgo. Parliamo del futuro, di cosa vorremmo per noi.
"Quattro figli? Il fisico di Tuo moglie verrebbe distrutto" rido sorseggiando l'ennesimo bicchiere di vino rosso
"Che importanza ha? Io sposo una donna per ciò che ha qui" indica il cuore e la testa
"Non per ciò che c'è fuori" mi mordo il labbro nel vano tentativo di trattenere un sorriso. Quale uomo prima d'ora aveva dimostrato di non badare all'aspetto delle donne? Nessuno. Lo trovai tanto incredibile da non credergli
"Non mi credi?" Sgrana gli occhi leggermente divertito
"No certo che no, voi uomini siete progettati per cercare belle donne" rido mentre addento un boccone di carne
"Io no, non me ne importa nulla" Scuoto la testa mentre lui scoppia a ridere, assurdo come con così poco siamo finiti a ridere così tanto. Nemmeno mi accorgo che sono passate due ore
"Hai bevuto parecchio, brutta giornata?" Domanda di punto in bianco mentre mi sto portando probabilmente il sesto bicchiere alle labbra. Possibile che sia accorga di tutto, abbasso lo sguardo non bevendo quel bicchiere.
"Ho capito non ne parliamo. Sai non avevi mentito il tuo ragazzo è davvero bravo" per poco non mi strozzo con l'aria, alzo di scatto lo sguardo, mi vuole dire che Lewis è andato comunque, nonostante le urla e gli insulti lui ci è andato.
"Dopo i suoi turni da lavapiatti rimaniamo insieme a cucinare e sa usare la padella quel coglione" ride e me parala come se fosse un suo amico da una vita, so che Austin è sempre così spogliato e gentile con tutti, ma Lewis? Quando mai era stato uno che ascoltava gli ordini. Mentre lui paga il conto non riesco a non pensare che poteva al meno avvisarmi dato che il lavoro gliel'ho dato io e lui me me ha fatto una colpa. Austin mi cinge le spalle accompagnandomi verso la sua auto
"Vuoi venire a vedere il mio ristorante?" Mi fa l'occhiolino io sorrido e annuisco salendo sulla Geep nera. Parte velocissimo e arriviamo lì in circa venti minuti. Noto che a quest'ora è chiuso ma ovviamente Austin apre con le chiavi, l'entrata sembra quella di un hotel con tento di tappeto rosso. Ma dentro, dire che è bello sarebbe un eufemismo, sembra brillare, la pareti bianche con colonne in oro come il soffitto, da cui pendono degli straordinari lampadari in cristallo, tavoli tondi e quadrati si estendono per tutta la sala con tovaglie bianche, mentre i piatti sono in vetro e le posate oro, le sedi sono in legno meravigliose e sopra ogni tavolo un candelabro oro.
"Salve signor Moore" dice un uomo dietro una specie di reception piccola sulla quale è poggiato un enorme libro: suppongo per le prenotazione.
"Ciao Charley ti presento la mia cara amica Kyra Williams, Se Mai la vedrai qui per lei è tutto gratis" lo spingo leggermente perché sa perfettamente che non voglio i suoi soldi, ma lui ride mentre Charley fa un leggero inchino verso di me.
"Su su muoviamoci" mentre passiamo noto che i camerieri stanno già scorrazzando qui e lì sistemando la sala, lui li saluta tutti per nome per poi presentarmi come la signorina Williams. Entriamo in quella che lui definisce il suo regno, la cucina, con ogni mobile moderno i acciaio grigio, si sistema dietro un piano in acciaio, che forma un quadrato con mobili e fornelli e capisco che è il suo angolo personale.
"Vuoi qualcosa da mangiare perché avresti almeno due ore di attesa"
"Non ho altro da fare" mi siedo su uno sgabello poggiando il gomito sul piano di lavoro
"Il fidanzato non ti aspetta a casa?" mi provoca iniziando a tirare fuori le padelle
"Geloso?" Gli faccio l'occhiolino e lui scoppia a ridere seguito subito da me.

White Rose Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora