Lezioni criminali

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Sto seduta a tavola sorseggiando la birra con le gambe accavallate, quando li vedo entrare lì osservo come ad invitarli a parlare anche se io ho sentito tutto, il mio sguardo come prima non si muove da quello di Cody altrimenti crollerei.
"Ok ma dovremmo insegnarti un po' di cose" alzo le spalle indifferente
"Dovrai fare quello che dico io sempre" non faccio nulla se non buttare giù un altro sorso di birra Perché so che probabilmente non rispetterò i suoi ordini, spesso mi capita di fare ciò che gli altri vogliono di mia spontanea volontà ma se me lo ordinano per qualche assurda ragione non riesco a farlo.
"Kyra" ringhia Lewis tra i denti io lo guardo indifferente
"Cosa?"
"Promettilo" ah così non vale. Mi mordo la lingua per non insultarlo davanti a tutti.
"No. Ora scusatemi ma sono stanca" mi alzo lascando la bottiglia sul tavolo e salendo di corsa in camera mia chiudendomi la porta alle spalle.
********
Niente sarebbe stato come prima ma tutto sarebbe stato più vero, so che sto rischiando tutto e si ho paura ma se non lo facessi non mi sentirei mai parte di qualcosa, la vita ha scelto di mettere loro sul mio cammino ora devo fare di tutto per tenermeli stretti perché è la mia ultima possibilità, anche se questo significa rinunciare alla mia morale. Guardo la mia stanza familiare mentre mi stringo in un abbraccio solitario. Andrà tutto bene, deve andare tutto bene altrimenti sarà colpa mia, solo colpa del mio egocentrismo. Perché i miei genitori mi hanno fatto questo? Perché costringermi ad una vita da bolla di sapone, qualcosa di fragile da proteggere, perché rendermi più debole di quanto io già non sia? Tra una lacrima e l'altra riuscii ad addormentarmi. Al mio risveglio trovo una scatola nel mio salotto dentro è ben piegato il vestito di Natale e sorrido riponendolo nell'armadio. Scendo di corsa già vestita per l'allenamento che farò dopo, trovo tutti a tavola a mangiare, appena entro cala il silenzio, noto un posto vuoto suppongo per me ma li guardo di sfuggita prima di proseguire per la cucina, prendo una ciotola di mirtilli e bevo velocemente un bicchiere d'acqua prima di salire in palestra. Mi alleno per circa tre ore, riesco a sfogarmi ad esternare i rumori esterni, non mi da lo stesso senso di pace della pittura ma sicuramente l'adrenalina aiuta a dimenticare. Qualcuno si posiziona dietro il sacco contrastando i miei pugni, come con una scossa torno al mondo reale.
"Sono ore che stai qui" mi dice in tono rimproveratore  Caleb
"Cosa c'è?" Ignoro le sue parole mentre inizio a sciogliermi le fasce.
"Perché sei tornata se non vuoi perdonarci?"
"Perché la vita mi ha dato voi ed io non posso rifiutarvi, ho rifiutato troppo nel mio passato" cammino raggiungendo la mia stanza mentre mi sciolgo i capelli.
"Non riesci nemmeno a guardarmi in faccia" Sbraita
"No hai ragione e mi chiedo come fai tu a guardarti allo specchio" lancio le scarpe accanto al letto iniziando a spogliarmi.
"Cosa vuoi che faccia Kyra?" mi volto per la prima volta verso di lui e sembra davvero disperato
"Voglio che vai via" parlo con tono piatto e lui sembra essere spiazzato si passa una mano tra i capelli frustrato poi si volta pronto ad uscire.
"Ho una domanda" si mette di profilo in modo da guardarmi solo con la coda dall'occhio.
"In Brasile era già tutti studiato? La lettura e tutto il resto?" Abbassa lo sguardo e questo mi basta come risposta e come pugno allo stomaco, faccio un passo indietro come se mi avesse ferito eppure non dovrei sorprendermi
"Kyra Io ti voglio bene"
"Lo so ma questo non basta, no se nel frattempo mi menti" non dice nulla esce chiudendosi la porta alle spalle ed io sotto la doccia lascio che le lacrime si mischino all'acqua e prometto a me stessa che non permetterò mai più a nessuno di ridurmi così.
*********
Trascorsi capodanno e la seguente settimana ad allenarmi da sola e a studiare chiusa in stanza, limitando i miei incontri con gli altri solamente il pomeriggio. Ho chiamato Stefan per aiutarmi a imparare a sparare e lui mi ha aiutata così sparivo per ore ma nessuno sembrava avere il coraggio di chiedermi dove andassi.
"Ehi Stefan" mi butto sul divano accanto a lui, casa sua è meravigliosa e ci vive con tutta la sua gang, non li ho mai incontrati però, oggi sarà il nostro ultimo allenamento perché da domani farò parte dei peccati capitali in quanto Cody ha parlato con nostro zio che è stato costretto ad accettare praticamente.
"Mi mancherai bellezza" si alza in piedi aiutandomi a fare lo stesso poi però mi trascina facendomi cadere su di lui, rido allontanandolo perché non spreca mai un secondo per provarci con me. In quel momento entrano in casa loro tre ragazzi e tre ragazze. Quando mi vedono si fermano sulla soglia della porta come pietrificati. Sorrido dolce quando Stefan i para davanti a me in modo difensivo.
"L'hai portata qui?" Sbraita uno di loro
"Ma che problemi hai?" Chiede una delle ragazze . Osservo Stefan incupirsi capisco che ha ingannato i suoi amici, lo capisco in fondo io sono il nemico, sono stata egoista a chiedergli aiuto. Strano però che conoscano il mio volto. Afferro la borsa dal divano.
"Ciao Stefan" lo supero senza paura ma mi afferra per un polso fermandomi
"Non andare via, è l'ultimo giorno" fulmina i suoi amici, i sorrido per la sua dolcezza ho approfittato del fatto che gli piacessi, mi sporgo in punta di piedi baciandogli una guancia.
"Andrà tutto bene" gli sussurro all'orecchio. Sorrido agli altri che sembrano spiazzati
"Ci si vede in giro" faccio il saluto militare loro si scansano per farmi passare ed io mi infilo gli auricolari per tornare a casa a piedi. Mi mancherà Stefan ma la scelta è stata fatta tropo tempo fa, alla mia nascita, il mio stesso sangue ha scelto da che parte dovessi stare. È il momento che finalmente il patto venga rispettato, io nelle loro vite loro nella mia.

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