Primo litigio

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Salgo in auto con Lewis che indossa degli occhiali da sole scuri che se possibile lo rendono ancora più bello di quanto già non sia. Mi guarda accennando un sorriso mentre parte velocissimo verso una meta a me sconosciuta guardo il panorama scorrermi sotto agli occhi rendendomi conto di quanto poco conosco questa città. I colori, le luci i suoni tutto caratteristico di Washington, le persona sembrano troppo prese nei loro pensieri o sui loro cellulari per rendersi conto di ciò che li circonda.
"Kyra siamo arrivati" mi Scuote mentre io mi ero incantata guardando il panorama. Scendo e lo seguo all'interno di un ristorante stile retrò stupendo, oltre ad essere un ristorante vendono oggetti come macchina da scrivere, vecchi vestiti o attrezzi come anche il giradischi, sorrido sedendomi al tavolo in legno antico con due sedie del medesimo materiale ed al centro una candela spenta data la luce proveniente dalle finestre. Ordiniamo una bistecca con verdure grigliate ed una birra per entrambi.
"Allora com'è andata il primo giorno?" Domanda sorseggiando il suo bicchiere
"Male, gli artisti sono altezzosi e non si occupano nemmeno della propria agenda. Dovrò andare ad almeno tre eventi con la Signora Moore in una settimana e prepararle cosa dire a cinque interviste. Ti sembra normale?" Sbraito con voce pacata, sono sinceramente delusa, credevo fosse una donna indipendente ed intelligente, sempre un passo avanti agli altri ma probabilmente era la sua vecchia assistente, certo però ora i suoi quadri non mi piaceranno di meno solo perché è una persona così strana.
"Bhe che ti aspettavi? Voi artisti siete svampiti"
"Mi stai dando della svampita?" Domando inarcando le sopracciglia lui per la prima volta oggi accenna un sorriso scuotendo la testa arreso. Passiamo così la mia ora della pausa pranzo a  lamentarci io del mio capo e lui del suo ovvero mio zio, siamo davvero cattivi con i commenti, una coppia perfida. Quando mi riaccompagna a lavoro mi da un bacio lunghissimi informandomi che stasera verranno tutti a vedere un film a casa mia. Entro in ufficio pronta ad altre che ore di lavoro estenuante.
*********
Trascorrono due settimane nella quale la famiglia fantasma sembra essere sparita, non hanno mandato più sfide ne a noi ne a nessuna delle altre famiglie cosa mai accaduta prima ma così mi sono concentrata sul mio lavoro. E tra una serata elegante ed un intervista ho indossato più vestiti che in tutto il resto della mia vita e sono sinceramente sfinita, non faccio che lavorare anche la sera in modo che la mattina dopo Serena abbia qualcosa da dire alla stampa che chiede informazioni sulla sua prossima mostra. Mi accascio sulla poltrona supplicando Lola di portarmi un caffè macchiato dal bar al piano terra. Rispondo al telefono che inizia a squillare
"Kyra Williams" rispondo mentre finisco di scrivere una risposta ad un ammiratore di Serena.
"Signora Williams c'è il figlio di Serena qui e vuole parlare con sua madre" che ovviamente come sempre non vuole essere disturbata
"Mandalo da me" attacco subito dopo. Continuo a leggere le proposta fatta da un compratore per un quadro di Serena, mi senta abbastanza vantaggiosa Se non fosse che il quadro è uno dei migliori, dovrò chiedere a lei in caso metto il post-it a forma di freccia su tutti i punti in cui deve firmare, timbro con il timbro del suo produttore e lo metto in cima alle altre carte. In quel momento entra in studio un ragazzo di di circa venticinque anni, incredibilmente simile a sua madre, i capelli biondi sono ricci e spettinati gli occhi color smeraldo vivaci e limpidi, tuttavia la mascella è contratta in una smorfia incazzata per nulla simile al viso sempre dolce di Serena.
"Voglio parlare con mia madre non con la sua assistente" mi urla contro io tento di mantenere la calma respirando
"Si calmi e si sieda" sbuffa per poi sedersi di fronte a me
"Ha annullato la sua presenza all'inaugurazione del mio ristorante" Sbraita, io tento di fare mente locale e ricordo che ho cancellato sull'agenda un appuntamento nelle cucina del figlio, lui è un cuoco. Apro l'agenda di Serena notando che l'ho sostituto con la mostra di un artista moderno che sembra stia per sfondare in questo mondo. Potrei ritardarlo di un'ora e cancellare l'intervista con sua figlia. Faccio così e concedo un ora all'inaugurazione.
"Fatto, potrà esserci per un'ora" gli sorrido e lui mi guarda leggermente stranito storcendo la testa
"Sei tu che decidi cosa fa mia madre?"
"Lei segna gli appuntamenti di famiglia il tutto il resto e se non coincidono avvolte sono costretta a togliere quelli di famiglia ma ora avrai tua madre al ristornate" il suo viso si rilassa fecondo spuntare un meraviglioso sorriso tra le labbra carnose.
"Kyra Io Sono Austin" Mi stringe la mano ed io gli sorrido. Lui è un cuoco? Potrebbe aiutare Lewis con la sua carriera, così quando mi chiede di uscire a pranzo con lui accetto volentieri in modo da potergli parlare di Lewis. Uscendo dal corridoio con mia sorpresa trovo Serena uscire dal suo ufficio, quando si volta e vede suo figlio sembra illuminarsi
"Amore" si allunga sui tacchi in modo da abbracciarlo lui sorridente ricambia
"Ciao mamma"
"Che ci fai qui?"
"Porto a pranzo la tua assistente" indica me con un cenno del capo e Serena mi fa l'occhiolino ed io sono costretta a trattenere la risata.
"Oh beh ottimo, ci vediamo all'inaugurazione tesoro" gli lascia un bacio sulla guancia mentre si avvia nuovamente verso il suo ufficio. Austin mi fa segno di seguirlo mentre io tiro fuori il cellulare rispondendo a mio cugino che mi avvisa che presto zio tornerà a casa e dovrò affrontarlo.
"Allora Kyra io non ti do più di vent'anni come fai a lavorare già come assistente di un'artista così famosa"
"Un mago non rivela i suoi segreti" gli faccio l'occhiolino e lui ride. È davvero un bell'uomo, alto, muscoloso, spalle larghe.
"Parlami del tuo ristorante invece è sempre stato il tuo sogno?"
"Mia Madre è un artista, mio padre un fotografo, mia sorella una modella io dovevo diventare altrettanto famoso no?" Domanda ironico come se la sua carriera fosse stata premeditata dalla sua nascita, nessuno può cambiare il proprio sangue. Uscendo dalle porte scorrevoli con mia sorpresa trovo Lewis ad aspettarmi, non mi aveva detto che veniva, mi guarda con sufficienza squadrando Austin accanto a me.
"Che fai qui?" Domando avvicinandomi ma lui si allontana quasi schifato e la cosa mi ferisce
"Volevo farti una sorpresa ma noto che hai altra compagnia" sputa acido ed io lo guardo di traverso è seriamente geloso di Austin? L'ho conosciuto dieci minuti fa e stavamo parlando e basta, tra l'altro cerco di aiutarlo.
"Ma sei matto? Stavamo solo andando a pranzo per conoscerci"
"Certo e dopo lui si infila nelle tue mutande" senza riuscire a controllarlo gli tiro uno schiaffo così forte da farmi male alla mano, la sua guancia è arrossata e mi guarda con rabbia, rabbia pura.
"Ma per chi mi hai preso? Non sono come le puttane che ti scopavi e pensavo che a questo punto ci fossimo già arrivati"
"No hai ragione non sei come le puttane che mi scopavo, ma solo perché con te non vado a letto" faccio un passo indietro sentendomi colpita da un pugno nello stomaco, seriamente? È solo questo che vuole, è così che mi considera.
"Mi fai schifo ma torna pure da loro io vivo bene anche senza di te" sputo acida prima di voltarmi e raggiungere Austin che ci sta guardano accigliato, quando mi vede raggiungerlo mi accenna un sorriso offrendomi il braccio per poggianti che il accetto. Con che coraggio Lewis si presenta qui dandomi della puttana, ma seriamente? Stiamo insieme da quindici giorni e già litighiamo. Non funzionerà mai me lo sento, siamo troppo incompatibili. Inoltre non accetto di essere messa in trappola da lui non so a cosa sia abituato ma di certo io non lo seguirò fino in capo al mondo solo perché me lo chiede.

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