Non sottovalutarmi

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Mantre ci dirigiamo alle scale noto il suo sguardo cadere su ogni donna di bell'aspetto che esce dalla sala, mi da fastidio oltre lo spiegabile perché mai non riesce a concentrarsi su una soltanto, nessuna lo colpisce veramente? Vorrei dimostrargli che nella vita c'è altro oltre al sesso ma non saprei come fare, perché nessuno lo ha spiegato a me. Degli uomini ci aprono le grandi porte vetrate del casinò e le urla ci riempiono le orecchie, che il gioco cominci. Lewis mi indica con un cenno di testa il tavolo dove è seduto lo sfortunato. Mi avvio a passo deciso e con la testa alta rubando appena in tempo il posto ad un uomo. Gli altri tre mi guardano sorpresi
"Prende il posto per suo marito?"
"No per me stessa"
"È sicura Signorina?" Chiede lo sfortunato
"Non avrete paura di una donna, voglio solo giocare" parlo nel modo più sensuale possibile notando i due grossi uomini dietro le spalle di lui, dovrò distrarre pure loro, accavallo le gambe lasciando una coscia scoperta.
"Iniziamo?" Passa così circa un oretta quando poi noto che lo sfortunato vuole andarsene
"Signore sono certa che a nessuno dispiacerà se fa un'ultima partita giusto?" Osservo le due guardie che lo stavano affrettando sporgendomi in vanti e poggiando il viso sopra la mano, noto il loro sguardo cadere sulla mia scollatura e mi rendo conto di quanto sia facilmente ingannabile un uomo, noi donne potremmo tenere le chiavi del mondo nelle mani.
"Oh ma ha ragione il problema è che mi renderà povero se continua a vincere giusto signori?" Si rivolge ai membri degli altri tavoli. Ha un aspetto simpatico e vivace, sono certa che ci andrei molto d'accordo, accetta di buon grado le critiche e le perdite ma di certo non è umile quando vince, è equilibrato e mi piace. È un bell'uomo sulla trentina sicuramente attraente. Ricominciamo il gioco ed io mi siedo di nuovo comoda soddisfatta del mio gioco. Quando vedo Lewis tra la folla osservarmi gli sorrido mentre lui finisce di bere il suo drink prima di dirigersi verso l'uscita. Alla fine dalla partita mi alzo
"Ora è arrivato il tempo di andare mi ha fatto piacere svuotare le vostre tasche" faccio l'occhiolino all'uomo che si alza appena mi alzo io come tutti gli uomini al tavolo, lui mi allunga il suo biglietto da visita prima di stringermi la mano.
"Come so chiama?"
"Non ha importanza" mi volto camminando verso l'uscita dove appena fuori trovo Lewis ad aspettarmi con una sigaretta in bocca
"Sei stata straordinariamente brava" noto quanto gli sia costato ammetterlo e ghigno divertita
"Mai sottovalutarmi"
"Forza ragazzina ti porto in un posto" il ragazzo di prima mi apre lo sportello sorridendomi e mi sfiora la schiena come ad aiutarmi ad entrare
"Amico non è alla tua portata" Ringhia Lewis quando io ormai sono seduta in auto, lo sportello viene chiuso e Lewis si siede accanto a me.
"Perché Devi essere scortese?" Parte velocissimo
"Perché illuderlo tanto non lo vorresti comunque"
"E questo chi te lo dice?"
"Tu stravedi per me" mi guarda con un ghigno soddisfatto stampato in volto e vorrei tirargli tanti di quei pungi che una vita intera non basterebbe
"No gli stronzi non mi fanno quest'effetto, sei abituato ad altre ragazze"
"Siete tutte ugualmente prevedibili" non trattengo la risata che mi sfugge dalle labbra, come può paragonare una ragazza come me ad una come Becky o come Natasha, come può paragonare Natasha ad una come Samantha o come una delle sue puttane. Prevedibile, prevedibile é una parola così brutta, come dire noiosa, comune...
"Quanto poco ci conosci" guardo fuori dal finestrino e la nostra conversazione non si propaga oltre per tutto il viaggio fino a quando non arriviamo davanti ad una foresta che riconosco troppo bene, dove ci fermavamo ad allenarci, cosa facciamo qui.
"Qui?" Domando confusa
"Fino ad ora siamo rimasti giù oggi saliamo" scende aprendomi lo sportello ed allungandomi la mano, perché ora? Cosa vuole ottenere? Perché portarmi in cima al mondo oggi quando ha avuto una miriade di altri giorni per farlo, cosa è cambiato?
"Oggi? Quando per la prima volta indosso un vestito e dei tacchi?" Alza le spalle indifferente e finisco così a cavalcioni sulla sua schiena mentre lui sale faticosamente verso la cima della collina da dove sgorga la cascata, non sembra affatto affaticato. La sua mano sulla mia coscia nuda mi provoca mille brividi inspiegabili, mi odio per l'effetto che mi fa e odio lui che mi usa come un passatempo. Non potremmo uscire un giorno, scoprire di piacerci e far andare tutto per il verso giusto? No dobbiamo vederci solo quando nessuno lo sa, in segreto e nei posti più sperduti, a quale scopo? Una volta in cima scendo da dietro di lui lo seguo mente andiamo a sederci su una roccia ammirando lo spettacolo sotto di noi gli alberi e la cascata, l'unico suono che c'è è lo scrosciare della cascata ed il vento tre gli alberi. Alzo lo sguardo e le stelle da qui sembrano brillare di più. Una strana sensazione pacifica si diffonde in me rilassandomi come non lo ero da tempo, sembra che la mia mente per la prima volta abbia taciuto lascando il posto solo alle emozioni ed è straordinariamente sollevante.
"A cosa pensi?" La voce di Lewis mi riscuote
"A nulla sono solo calma, mi piace la calma" sorrido voltandomi verso di lui scoprendolo già intento a guardarmi. Una domanda mi tormenta da quando mi ha tenuta nel suo appartamento, così decido che non c'è momento migliore di questo per porla
"Come ci sei finito? In tutto questo intendo" indico me e lui dentro i nostri abiti eleganti che non avremmo mai indossato se non fosse stato quasi obbligatorio. Il suo sguardo sfugge al mio ed io sospiro. Perché non si lascia guardare dentro, cos'ha di tanto brutto da nascondere?
"Quando mia madre è morta io, mio fratello e mia sorella saremmo dovuti andare in orfaniteofio,noi avevamo quindici anni e lei appena tredici. Abbiamo deciso di scappare, tuttavia dovevamo trovare un modo per guadagnare perché dipendere dalla carità degli uomini ti porta alla morte. Un giorno un tipo vedendo Stefan, sbandato, senza genitori e con un bisogno disperato di soldi gli ha offerto di fare delle commissioni mentre a me che ero più robusto di allenarmi. Sono finito a sedici anni a fare lotte clandestine mentre mio fratello spacciava droga, avevano abbastanza soldi per una casa e per mandare nostra sorella al liceo. Poi una sera avevo appena compiuto diciassette anni incontrai per la prima volta Cody, mi ha salvato dall'obblio a suon di calci ma mi ha salvato, così ho accettato di entrare nella sua stupida banda e quando siamo diventanti un gruppo ho capito che avevo fatto la prima scelta giusta nella mia vita" sento i brividi sulla pelle. Non solo per la storia ma per come l'ha raccontata con fredda indifferenza, come se stesse parlando si qualcosa che non gli appartiene, di un passato così remoto da essere dimenticato, ma sono passati solo tre anni, forse lui non vuole ricordare come me.
"Tua sorella dov'è?" La Domanda mi sorge spontanea ma quando lo vedo ridurre le labbra ad una linea sottile capisco di aver sbagliato domanda toccando un tasto dolente, difatti non risponde.
"Ho parlato abbastanza ora tocca a te cosa ti ha fatto Tyler?" Drizzo le spalle come un felino allerta, il suo solo nome mi mette in guardia, non lo sopporto! Non sopporto l'effetto che ha su di me mentalmente e fisicamente. Lewis prova ad allungare la mano verso di me ma io sobbalzo mettendomi in piedi. Cosa mi ha fatto Tyler? Ha inflitto il colpo finale suppongo. Mi copro le orecchie come se questo potesse evitare ai ricordi di tornare a galla ma non può perché la mia testa va troppo veloce.
"Kyra non farti pregare" mi alza lentamente la gonna del vestito senza che io abbia la forza di scansarmi, accarezza ogni parte del mio copro ed io mie sento sporca, vorrei urlare ma sono troppo stordita per farlo. Lui sa in che condizioni sono e le sta sfruttando, posa le sue velenose labbra sul mio collo.
"Basta" urlo e finalmente focalizzo di nuovo Lewis di fronte a me mi accorgo che sto piangendo e che sono ormai caduta in ginocchio, non voglio più vederlo, non voglio più sentire quelle mani sul mio copro. Lewis improvvisamente mi abbraccia facendomi mancare il respiro, distraendo tutti i miei pensieri e concentrandoli sul suo tocco sulle mie spalle scoperte, sui brividi sulla pelle e le farfalle nello stomaco, il mio posto sicuro, ed è giusto che lui sappia.

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