Non voglio che tu sparisca

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Scendo le scale e apro la macchina sto già per salire quando mi sento sussurrare dietro
"Non posso lasciartelo fare mi dispiace" prima che me ne accorga Lewis mi mette un fazzoletto sul naso e sulla bocca, tento di dimenarmi ma lui mi tiene stretto a se e prima che me ne accorga le forze svaniscono e la vista si annebbia poi buio.
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Apro gli occhi non riconoscendo il luogo dove mi trovo, sono sdraiata su un letto spoglio e senza lenzuola, mi guardo intorno è una piccola stanza con pareti bianche ed uno specchio che sembra proprio quello degli interrogatori, mi osservano dall'altro lato. Faccio il dito medio allo specchio e sorrido, mi alzo in piedi stiracchiandomi.
"Comunque sei sempre molto gentile" entra Lewis nella stanza lo guardo malissimo mentre mi siedo per terra passandomi una mano tra i capelli, alzo lo sguardo su lui in piedi di fronte a me.
"Mi terrete chiusa qui per sempre?"
"Ti terrò chiusa qui fino a quando non perdonerai gli altri"
"Quindi starò qui per sempre" osservo ad alta voce, lui sbuffa sedendosi accanto a me, rannicchio le gambe al petto gettando la testa indietro contro il muro. Restiamo in silenzio, l'unico suono che si sente sono i nostri respiri, potrei giurare di sentire il rumore del mio cuore.
"Gli altri non sanno che ti ho presa, pensano tu stia da Stefan e andranno da lui e gli faranno male"  mi volto verso di lui alzando le spalle indifferente, è un criminale anche lui che si ammazzino a vicenda. Non provo odio, disprezzo o delusione solo un profondo vuoto come se tutto ciò che ero mi fosse stato strappato via. Tutte le cose a cui ho rinunciato per renderli fieri, è assurdo che io abbia fatto di tutto per loro e loro mi hanno solo preso in giro. Accanto a me Lewis ride amaro
"Non lo fare"
"Cosa?"
"Non perdere la tua compassione è ciò che ti rende migliore di tutti noi" lo osservo e lui fa altrettanto, perché non me lo ha detto, molto spesso si è trovato da solo con me, non ha avuto nemmeno la tentazione.
"Lasciami andare ti prego, non dirò nulla sparirò per sempre dalle vostre vite" si alza in piedi allungandomi una mano per aiutarmi ad alzarmi, mi alzo da sola e lui Scuote la testa con sguardo divertito io lo fulmino.
"Io non voglio che tu sparisca dalle loro vite"
"Perché?" Non ho più nemmeno rabbia sono solo stanca, stanca di tutto e tutti
"Perché sarebbero persi per sempre. Già ora si incolpano a vicenda. Sei riuscita a dividerci perché tutti si erano affezionati a te e non volevano perderti"
"Ma nessuno ha avuto il coraggio di mettere fine alla farsa però" mi guarda rassegnato come non potendo giustificarlo, perché no si può hanno sbagliato.
"Hai fame?" Ignora la mia domanda ed io Annuisco. Apre la porta e mi fa spazio per lasciarmi passare, salgo delle scale strette e buie scopro che mi trovo in un attico in centro a Washington , percorro il corridoio con la periti grigie e il pavimento in parquet, la prete alla mia sinistra a numerose finestre che la coprono quasi totalmente rivelando la splendida città di Washington, sbuco in un salotto divano in pelle nero, con un tavolino bianco, ed una poltrona sempre in pelle nera posti di fronte ad una televisione enorme poggiata su una libreria nera con le mensole in vetro bassa, con ogni sorta di videogioco.  Alla mia sinistra sulla prete in mattoni si trova un camino moderno con due poltrone bianche senza appoggio per la schiena di fronte.  Dietro al divano si trova un tavolo in vetro con la base nera e le 6 sedie in plastica nera con un tappeto bianco e nero con un disegno moderno, a sinistra del tavolo si trovano le scale in vetro con la ringhiera in metallo Giorgio che conducono alla stanza che si trova in una specie di rialzo senza pareti ma con ringhiere in metallo, riesco a vedere il letto matrimoniale e la libreria nera stracolma di libri, sulla parete dove sono poggiate le scale c'è una porta nera che conduce ad un bagno. Dopo il tavolo c'è una cucina aperta e moderna con mobili neri e bianchi ed il frigo moderno grigio, noto la porta d'ingresso si trova alla fine del corridoio da dove vanrgo che ha due porte una che conduce nella stanza dove ero io ed una suppongo che porti all'esterno ma Lewis non è stupido sarà chiusa. Raggiungo quindi la cucina che ha la porta finestra accanto le noto che nascosto dietro le scale c'è un'altra rientranza dove è posto uno splendido pianoforte a coda nero. Non sapevo che Lewis suonasse.
"Sei senza parole?"
"Non mi aspettavo questo" chiarisco
"Cosa ti aspettavi? Un buco pieni di armi, droga e con puttane sul letto?"
"Si" ammetto sincera e lui scoppia a ridere mentre apparecchia la tavola e poi si mette a cucinare, esco sulla terrazza che è stracolma di piante ed ha un tavolino con due sedie grigie. Siamo proprio nel cuore di Washington e la vista è a dir poco spettacolare, stiamo circa al decimo piano credo.
"Sapevo ti sarebbe piaciuto" Mi volto verso di lui che è poggiato allo stipite della finestra
"Pensi a me mentre stai in terrazzo?"
"Potrebbe essere un eufemismo" lo sento borbottare ma quando mi volto lui è di nuovo in cucina ed io sono troppo stanca per chiedere perché?

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