Equilibrio

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Sapevo che sarei dovuta correre lontano, uscire da una casa in cui non ero evidentemente gradita, allontanarmi dalle persone nocive che mi avevano resa ciò che sono ora: la mia famiglia. Mia mamma lo aveva capito da prima della mia nascita, nessuno nasce cattivo ma ognuno di noi ha libero arbitrio, ci viene concesso di pensare in modo crudele e spietato ma sta a noi scegliere se vogliamo scendere in quel buio. Così per lo meno ti dicono tutti, mia mamma invece aveva cercato di insegnarmi fin da piccola una cosa che in quel buio ti ci buttano gli altri, l'unica cosa che puoi fare è aggrapparti alla luce, ma se non c'è luce non puoi far altro che cadere. La mia storia, come la cattiva della bella addormentata, sarebbe stata diversa se solo le persone dal principio fossero state buone con me. Ma nessuno si era risparmiato ed io ero crollata in quel abisso senza fondo, e quando ne uscivo dopo dure lotte e ricordi atroci, loro pretendevano anche di farmi sentire in colpa, di farmi stare male. Io che invece avevo fatto di loro la mia luce, mi ero aggrappata al mio carnefice senza pensarci due volte perché non c'era nessun altro a cui aggrapparsi, ed ecco che sei fregata, che i segni dell'inferno ti restano addosso per sempre. La prima cosa che avrei dovuto fare ora era lasciarmi andare a tutti i miei istinti, di lasciami cullare da quel buio ormai familiare, ma mentre osservavo Lewis ballare con Natasha mentre Caleb trascinava in pista Becky non riuscivo a non pensare che ora avevo una luce, che mia madre avrebbe voluto che mi ci aggrappassi con tutte le mie forze, così decisi di accettare momentaneamente la mia condizione, fino a quando non avessi trovato un modo meno spietato di affrontare la situazione. Un sorriso mi sorge spontaneo mentre Samantha butta in piscina noi cugino tutto vestito e con tanto di birra in mano, si susseguirono delle urla ed io non riesco a pensare ad altro oltre al fatto che davvero nel male puoi trovare la tua felicità, e che nel bene puoi trovare la tua condanna. Era l'equilibrio del mondo, non esisteva solo bene o solo male, esistevano entrambi e bisogna scegliere, ma diciamocelo il grigio è molto più bello del bianco o del nero. Indosso un leggings ed una felpa grande nera, corro di sotto e prima di uscire apro una birra in cucina.
"Io non sono invitata alla festa?" Chiedo con voce pacata mentre poso il mio sguardo si Lewis che in una frazione di secondo sta di nuovo guardando me, come se fossi la sua droga dopo mesi di astinenza, e mi venne quasi da ridere mentre si fingeva indifferente.
"Cugginetta hai parlato con mio padre e non hai ancora urlato? Sei per caso posseduta?" Faccio il dito medio a mio cugino ormai in boxer dentro la piscina, ma questo non fa che aumentare la sua risata.
"Questa versione calma e contenta mi piace" urla subito dopo e prima che io possa rendermene conto Caleb mi ha presa in braccio e gettata in piscina, al contato con l'acqua gelida avrei urlato se non fossi stata sommersa. Quando mi metto in piedi fuori l'unico suono oltre alla musica sono le risate dei miei amici, avrei l'istinto di uccidere Caleb se non fosse che poco dopo anche lui resta in boxer e si butta.
"Benvenuti nel mio regno miei sudditi" urla Cody e questo mi fa capire che ha bevuto decisamente troppo. In pochissimo tempo sono tutti rimasti in intimo e si sono buttati in piscina ognuno con la propria birra.
"Allora ragazzi a che brindiamo?" Urla Queen
"A una vita piena di rischi" propone David
"E all'amicizia" urla Natasha
"Ma quale amicizia, l'amore amici è l'unica cosa per cui valga la pena brindare" biascica Cody prima di chinarsi a baciare Samantha suscitando i fischi e le urla di incitamento, mentre in tutta quell'aria di festa lui era rimasto lì, sempre un passo indietro, con gli occhi puntati su di noi ma con la testa chi sa dove. Lewis era in assoluto la persona più incomprensibile della terra, ma ora, a petto nudo con lo sguardo profondo illuminato dalla luna a me sembra soltanto bellissimo. Sapere che lui è mio, mio e di nessun altra mi riempie di un orgoglio che non pensavo di poter trovare. Non conosceva però il mio passato per questo adesso volevo godermi ogni secondo, ogni battito di cuore perché sono certa che se ne andrà, chi non fugge davanti ad un mostro ed io non lo avrei sopportato. Non potevo fare altro che riempirmi il bagaglio di ricordi di cui bearmi in futuro.
"No ragazzi facciamo i seri" dice avvicinandosi finalmente al gruppo in cerchio, si posiziona tra me e Natasha sfiorandomi una mano, e potrei giurarci che quel contatto non è casuale.
"Brindiamo a noi, alla vita e alle stelle che ora ci guardano invidiose"
"Ma che poeta e questa da dove l'hai tirata fuori?" Domanda Queen divertito la con un velo di rispetto e serietà
"Da voi, forza" alza la birra e tutti senza pensarci due volte la scontriamo contro la sua
"Alle stelle" urliamo.
Accadeva raramente è vero, noi viviamo nel caos e succedeva pochissime volte di poter tirare un sospiro, di potersi lasciata andare e di ritrovarsi un venerdì sera seminudo dentro una piscina congelata a febbraio, ognuno con il proprio passato e i propri demoni, ma in questi rari momenti tutto ciò che non fosse: musica, alcol o risate restava fuori. Perché ogni tanto anche il diavolo ha bisogno di ridere.
"E a quale causa questa festa?" Domando. Caleb quando tutti stanno uscendo dalla piscina
"Ma come non lo sai? Oggi è il giorno in cui tutti noi ci siamo incontrati per la prima volta. Te lo giuro Kyra se ci avessi visto due anni fa avresti giurato che non saremmo durati un giorno, guardaci ora! Chi riuscirebbe a fermarci?" E aveva ragione, erano le persone più forti, tenaci e belle che io avessi mai visto, non sono cattivi come direbbe qualcuno che piomba qui all'improvviso, hanno una storia e questo caos è stata la loro salvezza dal buio e perché fargliene una colpa?

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