L'inzio della caduta

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Torno a casa tardi dopo aver passato almeno un'altra ora a chiacchierare con Austin fino a quando non sono arrivati i suoi dipendenti, mi informa inoltre che Lewis non lavora il venerdì sera. Trono a casa gettando la borsa sul mobile all'ingresso per poi lanciare i tacchi accanto al divano. Slego i capelli dalla coda stretta mentre entro in sala da pranzo e trovo tutto il gruppo a discutere animatamente, appena entro sembrano zittirsi, non c'è nemmeno Natasha. Mi siedo al mio solito posto accanto a Cody e Caleb e difronte a Lewis. Mi metto a mangiare pochissimo mentre loro ricominciano a discutere anche se sembrano parlare in codice, non si fidano. Mangio lentamente ma poco in modo da cercare di capire il più possibile. Sono tornata ad essere l'esclusa.
"A proposito di puttane Lewis, la mora di ieri era strepitosa, mi ha dato istinti etero" ride David ed è come se improvvisamente il mondo mi cadesse addosso, non mi accorgo nemmeno di star stringendo la forchetta con troppo forza. Sento lo stomaco contorcersi e la nausea assalirmi mentre immagino il MIO Lewis avvinghiato ad un altra. Non solo si è arrabbiato per un mio aiuto, alle mie spalle lo ha accettato e poi mi ha persino tradita, gli sono bastati cinque giorni, forse meno, per dimenticarmi! Mi sento sporca e furiosa. Mi alzo facendo cadere la sedia dietro di me, non sentivo nemmeno più la voce degli altri, volevo solo un pennello in mano per potermi sfogare. Mi allontano senza dire nulla o aggiustare il casino della sedia.
"Aspetta Kyra" con mia grande sorpresa Lewis mi corre dietro fermandomi per un braccio, non mi volto perché so che sto per perdere il controllo, ho bisogno di una luce a cui aggrapparmi. Stringo i pugni respirando lentamente
"Mi dispiace ero fatto" mi volto staccando la sua presa da me, davvero vuole usare questa scusa?
"Pure? Guarda ti conviene stare zitto, mi fai schifo. Ah congratulazioni per la prima settimana di lavoro" lo vedo sgranare gli occhi, ha capito ed è terrorizzato
"Ma che succede?" Comanda Caleb che insieme a gli altri stava guardando la scena.
"Kyra per favore possiamo parlarne altrove"supplica ma io sono fuori di me
"Di Cosa vuoi parlare eh" lo spingo facendolo indietreggiare di molto e capisco che ho perso il controllo perché non voglio tenere a freno la rabbia, altrimenti arriverà il dolore
"Tu Ti sei scopata quello, cosa vuoi?"
"Ma sul serio? Ma per chi mi hai preso! Sai benissimo che non lo farei mai. Non tentare di alleggerire i tuoi sensi di colpa coglione" mi volto per andarmene ma mi afferra di nuovo, sono sul punto di girarmi ed urlargli contro ma Cody mi precede
"Ehi Lewis fidati lasciala andare ora"
"No Cody tu non capisci, so che è tua cugina..." mio cugino lo ferma
"Ho capito benissimo e per questo ti dico che ora deve andare, fidati di me" sento la sua presa farsi più lenta ed io mi strattono. Ma qualcosa dentro di me, una voglia irrefrenabile di ferirlo mi fa voltare
"No Kyra" prova fermarmi Cody che una volta mi aveva già vista fuori controllo
"Lewis mi fai pena, morirai da solo come già sta accadendo, perché sai pensare solo a te stesso. Tuo fratello e tua sorella sono finiti in tutta questa merda a causa tua, ricordatelo ogni tanto magari capisci che persona sei" sono una vipera lo riconosco
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Pov's Lewis
Mentre dice quelle parole a uno sguardo fermo e calmo, avrei potuto scommettere che da un momento all'altro gli sarebbero spuntate le corna. Sentii il mondo crollarmi addosso, chi era la persona davanti a me? Perché di certo non era la dolce Kyra a cui brillavano gli occhi per lo zucchero filato. So che ha ragione, che ogni sua parola è vera e calcolata per ferirmi e ci è riuscita perché l'unica cosa che riesco a fare mentre se ne va é ricordare il suo sorriso maligno mentre parlava. Mi sentii scosso da mille brividi.
"Io ti ammazzo David" Ringhio. Dio mio, ieri sera ero così fatto che a mala pena mi ricordo dove eravamo, ero arrabbiato perché sapevo che lei aveva ragione, il lavoro era stupendo e lei non voleva cambiarmi ma aiutarmi. Non sapevo come farmi perdonare invece guarda che casino, siamo durati appena un mese, ma cosa ci aspettavamo, siamo io e lei...incapaci di amare.
"Da quanto va avanti?" Mi Chiede Caleb ma non sembrava arrabbiato piuttosto triste
"Un mese circa, ho fatto un casino, ero arrabbiato perché lei era stata buona e non capivo perché! Senza volere nulla in cambio e ho fatto un cazzo di disastro" mi passo la mano tra i capelli strattonandoli leggermente.
"Perché non ce lo hai detto?"
"La regola, mai stare con un membro del gruppo"
"Ma ora lei non lo è" fa notare Queen e questo mi fa sentire ancora più coglione, sapevo che a lei non andava a genio l'idea di nascondersi ma lo aveva fatto per me. In realtà da un po' non c'era motivo di nascondersi, avevo paura che dicendolo a tutto sarebbe diventato reale. Ma io volevo qualcosa di reale! Che problemi ho?
"Quella non era lei" parla sottovoce Cody
"Ho notato" sputo acido
"No tu non capisci" Scuote la testa Caleb, lui l'aveva seguita da sempre, la conosceva meglio di quanto lei credesse.
"Sta perdendo il controllo capisci? Quando succede lei è solamente una persona da cui tenersi alla larga"
"Ma cosa dite? Quella ragazza è gentilezza pura" ribatte Samantha
"È difficile da spiegare, ma se davvero perdesse il controllo nessuno di noi potrebbe salvarla. L'unica che ci ha provato, ci è riuscita ma è dovuta morire" sospira Cody e capiamo tutti immediatamente che si riferisce ad Ally. Come poteva Kyra, la mia Kyra una bambina cresciuta troppo, essere cattiva.
"Lewis ti prego fa in modo che non crolli di nuovo. Sarebbe persa ed irrecuperabile. Quindi non mi importa nulla se ci vai a letto..." sto per interrompere Cody, dicendogli che sua cugina non è un tipo così facile, ma lui mi fa cenno di stare zitto.
"Ma ti prego non ferirla più di quanto già non lo sia"
"Lei non è coraggiosa come sempre" aggiunge Caleb. Ma io non ci credevo, Kyra era la persona più coraggiosa che conoscevo, si sbagliavano.
"Ci vuole coraggio nel credere nelle favole sapendo che non esistono" Kyra aveva preso le bastonate dalla vita, eppure non aveva smesso di credere nel mondo, nelle favole che ci raccontavano da bambini. Io e lei eravamo una favola irrealizzabile eppure ci avevamo creduto

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