capitolo 22

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- Cazzo- sospirai di sollievo, quando riuscii a portare su anche l' ultimo scatolone gigante.

- Era l' ultimo- mormorò Jay Jay, accanto a me, mentre si asciugava il sudore dalla fronte.

Annuii stendendomi nel grande lettone con gambe e braccia spalancate.

- Dobbiamo muoverci, dovremmo essere allo stadio tra un ora- parlò guardandomi attentamente, prima di entrare nel bagno in camera.

- Non voglio andarci- sbottai infastidita.

- Non avrebbe senso- sbuffai schiacciando la faccia contro il cuscino bianco e morbido.

- Smettila di dire stronzate. Tu ci andrai- urlò uscendo dal bagno solo per puntarmi contro un dito, in segno di avvertimento.

- Non se ne parla- scrollai le spalle.

- Chissene frega di quello stronzo. Verrai per divertirti con noi- affermò, appoggiandosi allo stipite della porta e fissandomi insistentemente.

Brody Walker, erano ormai un paio di giorni che mi ignorava completamente.

Martedì mattina, non aveva risposto ai miei messaggi e nemmeno alle mie chiamate.

Inizialmente avevo pensato fosse a causa degli allenamenti oppure di qualche impegno. Fino a quando Jay Jay, martedì sera, durante una delle nostre lunghe chiamate notturne,  non mi informò del fatto che quel giorno avesse cenato con Brody e i suoi amici, annullando così tutte le ipotesi che avevano preso forma nella mia testa.

Così, smisi di mandargli messaggi e di  chiamarlo, per il semplice fatto che se avesse voluto parlare con me non si sarebbe fatto tanti problemi a contattarmi, e io ovviamente non avrei fatto la parte della disperata continuando a scriverli o tentare di chiamarlo.

Il mio orgoglio e la mia dignità, erano più importanti.

La cosa che più mi infastidiva, era il fatto che fosse scomparso senza nessuna scusa plausibile o anche semplicemente un messaggio in cui mi informava del fatto che non voleva più avere a che fare con me, invece niente. Non aveva inviato neanche un fottutissimo messaggio, aveva fatto tutto lui e questo mi mandava su tutte le furie.

- Devi andare lì e dimostragli che stai bene anche senza di lui- sogghignò malefico il mio amico.

Aveva ragione lui.

Ma come sarei riuscita a fare finta di niente, se avevo un fuoco che ardeva dentro?
Se le lacrime minacciavano di uscire ogni qualvolta pensavo a lui?

- Su, alzati- mi afferrò dal braccio tirandomi poi verso la cabina armadio e per poco non inciampai per colpa di uno dei tanti scatoloni.

Avevo infilato tutte le cose che tenevo ancora a Los Angeles in queste enormi scatole e le avevo portate qui a New York.

Ed io e Jay Jay avevamo sudato sette camicie per portare tutti questi contenitori pesanti su per le scale del mio appartamento.

- Mettiti qualcosa di sexy, si va a ballare dopo- alzò e abbassò le sopracciglia in modo furbo, sempre con un sorriso da psicopatico in faccia.

Ruotai gli occhi al cielo mostrandogli dei pantaloni con gli unicorni, che con una smorfia strappò dalle mie mani affermando con tono disgustato che erano letteralmente paragonabili a un  " pugno all' occhio".

Tra i tanti vestiti da sera, super scintillanti e colorati, Jay Jay riuscì a scovare un vestitino nero con le spalline super aderente e brillantinato.

- Questo- urlò totalmente eccitato, buttandomelo adosso passando poi a scegliere le scarpe.

- Qualcosa di comodo, dovremmo camminare parecchio- ammonii cominciando a sfilarmi i vestiti.

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