capitolo 28

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Catalina' s pov

Avevo percorso, in lungo ed in largo, tutta la superficie quadrata del mio appartamento.

L' ansia ed il nervosismo, ormai, non erano intenzionati ad abbandonarmi quei giorni, mentre con il telefono in mano, mi sedevo sul divano in pelle del mio grande soggiorno.

Erano ormai le sei di pomeriggio, ed io per tutta la durata di quel giorno e quello predendente, non avevo ricevuto alcuna notizia di Brody, nemmeno una sua chiamata.

Preoccupata era un eufemismo, non avevo smesso di pensare a lui nemmeno per un sol secondo, nemmeno quando, poche ore fa, mi trovavo ad una riunione di lavoro, in cui non avevo ascoltato nessuna parola, troppo occupata a pensare ad altro.

Quella mattina, dopo la chiamata alle sei da parte del suo migliore amico, si era subito alzato dal letto ed in fretta e furia si era lavato e vestito, lasciandomi poi con " ho un problema da risolvere, ti chiamo io", seguito poi da un bacio a stampo, prima di correre fuori dal mio appartamento, lasciando solo una scia del suo profumo forte e maschile e sparire per quasi due giorni.

Gli avevo mandato un messaggio la sera prima, non ricevendo nessuna riposta, ed in quel momento ero indecisa se chiamarlo o no. Non volevo sembrare una di quelle fidanzate possessive che chiamavano in ogni istante per seguire ogni movimento del proprio partner.

Eppure la preoccupazione mi mangiava viva.

E se fosse sucesso qualcosa di grave?

E se gli fosse capitato qualcosa?

E se...

Sbuffai alzandomi dal divano, e cercando il suo numero tra i tanti presenti nella rubrica.

Uno, due, tre squilli si susseguirono mentre il ticchettio dei miei tacchi era l' unico suono udibile in quell' appartamento.

Ero sul punto di imprecare e chiudere la chiamata, finché finalmente ebbi segnale di vita dall' altro lato del telefono.

- Pronto?- rispose una voce femminile a me fin troppo familiare.

- Pronto?- ripeté la ragazza, mentre il mio cuore, sul punto di esplodere, mancò un battito e le mani si fecero sudate e tremanti.

- Zoe?- sussurrai completamente stupita, appoggiandomi al muro dietro di me, incapace di star in piedi, le gambe molli.

- Oh, sei tu Catalina, ciao- esclamò con tono entusiasto, in sottofondo potevo sentire le chiacchere confuse delle persone e della musica classica riprodotta a basso volume, ed una parte di me era sollevata.

Almeno non si trovavano da soli. Nel suo hotel magari.

- Cosa ci fai con Brody, e perché hai il suo telefono?Dov' è lui?- sbottai brusca, passandomi una mano tra i capelli mossi, cercando in qualche modo di non scagliare con tutta la forza che avevo in corpo, il telefono contro il muro.

- Oh, sono in un pub con Brody ed i suoi amici, lui è andato in bagno e mi sembrava giusto rispondere- spiegò con tono civettuolo. Ed io non riuscii a trattenere una risata amara e divertita.

- Dammi l' indirizzo- sputai con durezza, stringendo la mano, quasi a farmi male con le unghie infilzate nel palmo sudato.

- Perché?- domandò confusa.

- Dammi l' indirizzo Zoe- sbottai furiosa.

Avrei dovuto permettere a Maya di tirarle un pugno, l' altro giorno.

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- Grazie mille, Juliet per essere venuta così in fretta e senza preavviso- la ringraziai, afferrando la giacca elegante nera ed indossandola sopra la canottiera bianca dal merletto in pizzo. Quel giorno, in vista della riunione di lavoro avuto dopo pranzo, avevo indossato un taileur scuro ed un paio di tacchi lucidi color beige.

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