capitolo 84

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-Vuoi ballare?- mormorò alcuni istanti dopo, Brody, mentre si guardava attorno in cerca di uno spazio appartato.
Si trovavano proprio al centro della grande stanza accanto al buffet e la gente non faceva altro che passare accanto a loro e lanciare occhiate incuriosite ed invadenti.

Un grosso sospiro lasciò il corpo esile della ragazza mentre stringeva il calice di campagne ormai vuoto, l'altra mano posata sul petto muscoloso di lui. Le sue dita sfiorarono quella collana d'oro che non lasciava quasi mai il collo di Brody.

-Devo andare a salutare alcune amiche- mormorò schiarendosi la voce e facendo un cenno con il capo al gruppetto di ragazze accanto a Maya.

-Smettila di scappare- la presa sui suoi stretti fianchi si rafforzò mentre le sue labbra si facevano pericolosamente vicine al suo viso.

Che quel tocco non le piacesse, era una tremenda bugia. Che quelle labbra che in quel momento le posavano un bacio sulla fronte la scombussolavano sciogliendola come un cubetto di burro, era la verità più pura e limpida che lei avrebbe mai potuto ammettere.

-Cosa stiamo facendo?- domandò sottovoce mentre lo guardava di sottecchi e si perdeva in quel verde chiaro ed infinito.
Sentiva il suo cuore battere forte tanto quanto il suo ed i loro respiri mischiarsi.

Avrebbe voluto lasciarsi andare, sciogliere i muscoli contro di lui e dimenticare tutto quello che avevano passato.
Volevo solo fondere le loro labbra e scacciare viva quei ricordi ancor vivi che bruciavano sulla loro pelle come fuoco.

-Facciamo quello che abbiamo sempre fatto, e che non avremmo mai dovuto smettere di fare- sussurrò abbassandosi sulle ginocchia fino ad arrivare alla sua stessa altezza.
-Lasciami provarci, lasciami entrare- mormorò accarezzandole il viso con le nocche della sua mano prima di sfiorare le sue labbra con il pollice.

I suoi occhi azzurri tentennarono sotto quello sguardo profondo e determinato.
La bocca si seccò completamente impastando la sua lingua che sembrava bloccata ed incapace di muoversi.

Una grossa boccata d'ossigeno occupò i suoi polmoni dopo aver preso un respiro profondo, si chiese se quella scelta avrebbe solo rovinato la sua vita ferendola nuovamente, se la strada che avrebbe percorso sarebbe stata piena di insidie e dolore.
Eppure lei ne sentiva il bisogno, sentiva il bisogno di riavere quelle braccia attorno a lei sempre pronte a sorregerla e proteggerla.
E mentre lei annuiva osservando quelle gemme, una preghiera silenziosa occupò i suoi occhi azzurri. Pregò che il dolore li lasciasse andare, e che l'amore che aveva sempre continuato a galleggiare tra di loro non si consumasse mai.

E quando con lentezza lui posò le labbra sulle sue il brivido che le attraversò la schiena fu come un promemoria delle sensazioni che solo con lui provava. E mentre le sue mani grandi si serravano  con ancor più forza attorno a quei fianchi stretti e sinuosi le loro labbra si fondevano tra di loro creando la magia più bella di sempre, più elettrizzante e passionale.

Le morse le labbra prima di succhiarle mentre la sua lingua si intrecciava con la sua per poi esplorarle il palato e quando il solito gemito che le usciva dalle labbra ogniqualvolta il bacio si faceva più profondo, arrivò alle orecchie di lui, l'eccitazione prese il sopravvento mischiandosi con il suo sangue che pompava con forza nella sue vene.
Sfiorò con le dita le natiche della sua donna ed un gemito rumoroso lasciò le labbra di entrambi. Il bisogno di avere di più, di riaversi dopo troppo tempo aumentava la passione del bacio.

La strinse a sé fino a bloccarle il respiro, si nutrì di quelle labbra morbide che gli erano mancate come l'aria e di cui aveva bisogno per sentirsi vivo. Si nutrì delle sue mani piccole tra i suoi capelli e dei sospiri che le lasciavano la gola.

Ansimò in cerca d'aria dopo essersi staccato leggermente per permetterle di prendere una boccata d'ossigeno mentre il suo sguardo scendeva sulle sue labbra in quel momento gonfie ed arrossate; del gloss che fino a pochi istanti prima indossava non c'era più la minima traccia.

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