capitolo 63

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Catalina's Pov

Mi sedetti sul bordo del letto, osservandolo mentre frustrato chiudeva la sua valigia dopo aver terminato di sistemarla.

-Stai dimenticando questo- borbottai divertita, prendendo tra le mani la pochette da toilette per mostrargliela così, sbuffando esasperato la afferrò per poi riaprire la valigia nera ed infilarla all' interno.

Assicurandosi di non aver dimenticato nient' altro, si guardò intorno osservando la stanza prima di scomparire in bagno.

Scuotendo la testa leggermente divertita, mi portai le mani sul ventre prima di sbadigliare stanca.
Gli ultimi giorni la nausea e l' insonnia durante la notte non mi avevano dato pace, portandomi così a fare le ore piccole praticamente ogni qualvolta il buio calava sulla città.

Ed in quel momento, alle cinque del mattino, non vedevo l' ora di infilarmi a letto e sprofondare in un lungo e tranquillo sonno.

Sbadigliai di nuovo, prima di alzarmi dal letto e camminare verso il bagno, dove lui era intento a farsi la barba.

-Cata- borbottò con un cipiglio sul viso.
-Vai a dormire- continuò mentre si passava la lametta sulle guance e mi guardava attraverso lo specchio.

Appoggiando la testa sulla sua schiena, sbadigliai nuovamente prima di stampargli un piccolo bacio sul collo.

-Voglio salutarti prima che tu te ne vada- farfugliai strofinandomi gli occhi.
-Cata- sospirò pesantemente pulendosi le guance e passandoci sopra il dopobarba.

-Parli come se stessi andando chissà dove- disse prima di girarsi e guardarmi profondamente.

-Lo so- scrollai le spalle girandomi e appoggiandomi al ripiano del lavandino.

Sospirando pesantemente, si avvicinò lentamente prima di chinarsi verso il mio viso e stamparmi un bacio sulla fronte.
-Sai benissimo che non sopporto l' idea di partire e lasciarvi- mormorò con le labbra premute sulla mia fronte.

Ed il mio corpo tremava ogni singola volta che parlava al plurare, facendomi salire immediatamente le lacrime agli occhi.
-Non importa- farfugliai deglutendo ed avvolgendo il suo collo tra le braccia, stringendolo forte mentre la sua grande mano accarezzava la mia schiena.

-Sono in ritardo- sussurrò staccandosi lentamente prima di inclinare la testa ed avvolgere le sue labbra sulle mie, baciandomi profondamente.

La sua lingua leccò le mie labbra prima di farsi strada nella mia bocca ed avvolgere la mia, che bramava la sua.
Mugugnai profondamente prima di infilare le mani tra i suoi capelli ed accarezzarli facendolo gemere sommessamente.

La sua mano furba scese strizzando il mio fondo schiena  spingendomi verso il suo corpo muscoloso e tonico che si contraeva sotto le mie mani che accarezzavano le sue spalle larghe.

Staccandosi con uno schiocco, respirò pesantemente contro il mio viso socchiudendo gli occhi mentre io, con le gambe di gelatina ed il cuore impazzito, mi appoggiavo a lui senza forze.

-Ti amo- farfugliai respirando il profumo della felpa della squadra che indossava, mentre una nuvola di malinconia avvolgeva il mio petto che si strinse in una morsa, e le mie braccia lo stringevano con forza, desiderose di non essere abbandonarlo mai.

-Ti amo anch'io, piccola- sussurrò mentre strofinava il suo naso con il mio e portava la sua mano sul mio ventre, facendosi strada sotto la maglietta per accarezzare la pelle calda e sensibile che fu cosparsa da piccoli brividi.

-Tanto- mormorò, riallacciando le nostre labbra.

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-Signorina Reyes, dove la porto?- domandò John, l' autista di Brody, mentre mi apriva la portiera della macchina.

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