capitolo 59

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Catalina' s Pov

Rimasi lì, seduta sul nostro grande letto matrimoniale, a guardare la porta del bagno dove Brody, da ben cinquanta minuti si era rifugiato immergendosi nella vasca da bagno con l' acqua bollente, come piaceva a lui.

Sospirando spostai, stanca e senza speranze, lo sguardo sul pavimento mentre distrattamente giocherellavo con il tessuto del mio pigiama a striscie rosa e bianche e rimuginavo indecisa se raggiungerlo e assicurarmi che stesse bene o lasciarlo in pace con i suoi pensieri.

Era fin troppo taciturno per i miei gusti.

Appena varcata la porta del nostro appartamento aveva immediatamente raggiunto il bagno dove si era sfilato tutti i vestiti, buttandoli a terra mentre io lo guardavo ed afferravo i suoi indumenti, per poi metterli nella cesta del bucato, in silezio e limitandomi ad osservarlo quando dopo aver riempito la vasca con l' acqua bollente, si infilò dentro di essa.

Girai la testa verso la porta della toilette per poi alzarmi di scatto e camminare velocemente e scalza verso il bagno, prima che potessi cambiare idea e tornare a farmi i cavoli miei.

Aprii la porta lentamente, sbirciando all' interno e guardandolo immerso nell' acqua e nei suoi pensieri.

Aveva appoggiato un braccio al lato della vasca ed in quel momento stava osservando in modo distatto un punto indefinito davanti a lui.
-Brody- sussurrai avvicinadomi ancor di più per poi sporgermi ed immergere la mano nell' acqua, che si era ormai fatta fredda.

-È ghiacciata- mormorai guardandolo, mentre si risvegliava dai suoi pensieri ed appoggiava la sua attenzione su di me.
-Ti prenderai un malanno- parlai, inclinando la testa per guardardo passarsi la mano tra i capelli umidi.

Senza rispondere, annuì per poi alzarsi dopo aver afferrato l' asciugamano appoggiato sul ripiano e legarselo in vita.

-Brody- mormorai sottovoce facendo alcuni passi nella sua direzione quando mi diede le spalle, pronto per uscire dal bagno.
Appoggiai una mano sulla sua schiena bagnata respirando il profumo muschiato della sua pelle.

-Che succede?- sussurrai mettendomi davanti a lui e guardandolo nei suoi occhi verdi e vitrei.
Accarezzai con una mano la sua guancia mentre l' altra la feci scorrere per il suo petto muscoloso.

I suoi occhi attenti seguivano ogni mio movimento, senza però proferire parola.
-Sono preoccupata per te- affermai inclinando la testa per guardarlo meglio in volto, dove un profondo cipiglio si era creato.

-Sto bene- mormorò con voce roca e dura allontanandosi di poco dal mio tocco.

Delusa e ferita lasciai cadere le braccia lungo il corpo, osservandolo mentre usciva dalla stanza e mi lasciava lì, con l' amaro in bocca e la malinconia nel cuore.

Fallo dimenticare.

Ripeteva una voce nel mio subconscio.

Quindi, velocemente lasciai il bagno, raggiungendolo nella cabina armadio dove aveva tirato fuori un paio di indumenti.
Senza rimuginare troppo, lo abbracciai da dietro respirando contro la sua pelle e accarezzando con le dita i muscoli contratti del suo petto sodo.
Baciai la sua spalla, per poi risalire verso il collo dove passai le labbra sulla pelle calda seguite dalla mia lingua che ritracciò il percorso.

Un leggero ansimo scappò dalla sua gola e quello mi incitò ad approfondire i miei tocchi, infatti con agonia e lentezza feci scivolare la mano sulla sua vita e sull' asciugamano bianco che copriva le sue parti intime mentre un sorriso increspava le mie labbra quando mi resi conto delle sue mani strette in pugno stretti.

-Catalina- sibilò, inclinando il collo verso destra e minacciandomi di non fare più alcun movimento.
Ghignando contro il suo collo e spinta da un incontrollabile coraggio che non avevo mai provato in quelle situazioni, scesi con la mano sul tessuto ruvido in cotone, rendendomi immediatamente conto della pretuberanza che aveva iniziato a prendere vita.

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