capitolo 75

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Brody's Pov

Guardai il navigatore sul display del cruscotto, assottigliando gli occhi incerto che quell'indirizzo fosse esatto.

Avevo lasciato da tempo la bella e maestosa Manhattan e i condomini del Bronx lasciando spazio in quel momento alla parte più fatiscente di una delle cinque suddivisioni di New York.
Guardai i palazzi davanti a me dove un gruppetto di ragazzi sedevano sui gradini che portavano all' ingresso di uno di quei condomini dimenticati da dio ed immediatamente un senso di disagio si fece spazio nel mio petto.

Mi si stringevano le budella ad osservare quei ragazzi il cui unico obbiettivo era quello di riuscire a portare anche solo un paio di dollari alla famiglia, dimenticando chi fossero e i loro sogni ed un futuro migliore che non riguardasse quel posto.

Le loro risate, miste alle imprecazioni più colorite che le mie orecchie avessero mai udito, si fecero più forti quando abbassai il finestrino oscurato per potermi guardare attorno con maggiore attenzione. Non c'era molto in quel posto, quasi niente se non per un negozietto e un bar dall' altra parte della strada.

Sospirando, afferrai il cappellino da baseball nero infilandomelo per cercare di nascondere il più possibile i tratti del mio viso, essere riconosciuto era l'ultima cosa che volevo. Avrebbe rovinato i miei piani, distogliendomi in questo modo dal mio obbiettivo principale.
Una figura, non troppo lontana da quei ragazzini, attirò particolarmente la mia attenzione e quasi sbuffai quando il suo braccio volò in aria a mo'di saluto, attirando in questo modo l'attenzione su di lui.

Si passò le mani tra i capelli prendendo un tiro dalla sigaretta tra le sue dita ed io, mentalmente, sperai fosse realmente del semplice tabacco.
In quei posti trovare un po' di marijuana era così facile che le persone non si facevano problemi a venderla in mezzo alla strada, e non in bui vicoli come succedeva nella Grande Mela.
Le probabilità di veder passare una volante della polizia erano quasi nulle, anzi inesistenti e proprio per quel motivo, quelle povere persone si ritrovavano ogni giorno a combattere la povertà e la criminalità.

Scendendo dalla Range Rover, mi maledissi per non aver noleggiato un auto che non desse troppo all'occhio e non sembrasse come quel bolide grigio e nero alle mie spalle, ma con tutti quei problemi e le cose che avevo avuto da fare quel giorno, l'idea di cambiare veicolo non aveva nemmeno sfiorato la mia mente.
Alzando il cappuccio della felpa nera sotto il giubbotto in pelle, camminai a passo moderato vero Garret che non faceva altro che sfoggiare quel ghigno da psicopatico che non gli donava per niente.

-Alla buon ora- sogghignò aspirando dalla Malboro incastrata tra l'indice e il medio per poi buttar fuori una nuvola di fumo che impregnò l'aria attorno a noi. Non odiavo quell'odore, per un certo periodo delle superiore avevo preso quel brutto vizio ma dopo essermi reso conto che i miei polmoni e il football erano molto più importanti di un pacchetto di Chestifield a settimana, avevo abbandonato quella strada mentre Garret non ne aveva mai fatto a meno, le sigarette erano diventate parte del suo corpo.

Ruotai gli occhi al cielo, prima di guardarmi attorno.

Non eravamo per niente passati inosservati. I ragazzini seduti a pochi metri da noi, ci guardarono incuriositi mentre parlottavano tra di loro a voce bassa lanciandoci qualche occhiata di tanto in tanto.

-Dov'è?- mormorai avvicinadomi per non permettere a nessuno di ascoltare la nostra conversazione.

-Il suo palazzo è a un paio di centinaia di metri, non potevo darti il suo indirizzo. Vedendo la macchina si sarebbe accorta che qualcosa non quadrava- affermò iniziando a camminare sul marciapiede mezzo distrutto, lanciando di tanto in tanto qualche sassolino.

Restando in silezio, mi limitai ad annuire seguendolo mentre a poco a poco ci avvicinavamo a un enorme condominio che sembrava non riuscire nemmeno a reggersi in piedi.

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