capitolo 26

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Catalina' s Pov

Eravamo seduti nel grande soggiorno da ormai dieci minuti.

L'ingresso ad arco, dava su un elegante, soleggiato ed appariscente salotto, dove due divani color beige, con numerosi cuscinetti dai numerosi dettagli ricamati, prendevano posto uno davanti all' altro, lasciando al centro, il posto ad un tavolino per il caffè, in legno scuro,  con sopra un centro tavola d' oro ed un grande vaso di fiori colorati.


Il tutto in netto contrasto con le pareti dipinte d' intonaco bianco.

Ero rimasta piacevolmente colpita alla visa della casa all' interno, la signora Walker aveva un ottimo gusto in fatto di arredamento.

Brody, discuteva animamente con il padre, di una partita di baseball a cui aveva assistito il signor Benjamin la scorsa settimana, mentre con la mano, massaggiava con delicatezza la mia coscia, spargendo multeplici brividi sulla mia pelle calda.

E mentre il cuore batteva un po' più forte del normale per colpa delle sue dolci e piacevoli attenzioni, io non riuscivo a trattenere un sorriso.

Mi piaceva come toccava il mio corpo, a volte anche senza accorgersene.

Una semplice ed innocente abitudine.

Nel frattempo invece, la sorella di Brody, Aubrey, e sua madre, si erano appartate in cucina per completare il pranzo, negando così ogni mio tentativo di aiutarle.

- Non è affatto vero, I Chicago White Sox  sono i migliori. Hai visto il loro nuovo acquisto?- ripeteva Brody, cercando così di convincere anche il padre, che la squadra che tifava fosse la migliore in assoluto.

Il tutto, mentre io guardavo incantata il suo profilo e le sue labbra carnose muoversi. Ammaliata dai suoi movimenti e dalla sua bellezza scultorea.

Vari secondi dopo, il suo sguardo, volò nella mia direzione aggrottando poi le soppracciglia in modo confuso.

- Cata, piccola- mi richiamò, risvegliandomi così dai miei pensieri offuscati.

Mi ero incatata a guardarlo.

Ed in quel momento potevo anche sotterrarmi dall' imbarazzo.

-Eh?- domandai, tra il confuso e l' imbarazzato per la gaffe davanti a suo padre.

Il biondino accanto a me, con un sorrisetto divertito tra le labbra, fece un cenno con la testa verso il piccolo Travis, che mi guardava con in mano i suoi giocattoli.

Ridacchiai a disagio, fulminando con lo sguardo Brody, che sogghignava divertito.

-Allora, hai portato i tuoi giocattoli?- domandai dolcemente al bambino dai capelli biondi lisci e dagli occhi marroni e grandi come quelli della madre e del nonno.

-Sì, guarda- sussurrò, porgendomi una piccola palla morbida.

-Bene allora, a cosa vorresti giocare?-domandai, alzandomi e prendendolo in braccio.

-Possiamo giocare con i lego- parlò, la voce lieve indicando poi con l' indice, il pacco di costruzioni per terra, poco più lontano.

-Tu sei la fidanzata dello zio Brody?- domandò Travis, quando prendemmo posto davanti al camino spento con ai lati due poltrone rosse.

Il tappeto siriano pungeva gradevolmente le mie gambe nude, mentre le incrociavo, trovando una posizione comoda.

- Mmh, non proprio- risposi, scrollando le spalle.

In quelle ultime settimane, non era mai stato toccato l' argomento " relazione". Io per paura e preoccupazione, lui per qualche strano motivo, che io non riuscivo a comprendere.

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