capitolo 27

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Brody's pov

Giravo tra le dita, quel bicchiere d' acqua fredda osservando come il liquido trasparente si muoveva creando piccole onde, come quelle del mare che si frastagliavano contro gli scogli.

Mille pensieri, tormentavano la mia mente, mentre il silenzio regnava attorno a me.

Le luci soffuse erano l' unica fonte di luce in quella cucina dai toni scuri.

-Cosa ci fai ancora svegliò?- domandò, entrando nella stanza.

Ruotai leggermente lo sgabello nero su cui ero seduto, osservando la sua figura esile avvicinarsi a me.

-Non riuscivo a dormire- mormorai, finendo l' acqua nel bicchiere trasparente.

-C'è qualcosa che ti tormenta?- mi lanciò un occhiata, prima di avvicinarsi al frigorifero.

I pantaloni rosa e larghi, fasciavane le sue gambe lunghe, mentre ai piedi indossava delle semplici pantofole bianche.

La luce del frigo grigio, illuminò completamente il suo viso stanco e struccato. Gli occhi leggermente arrossati e gonfi, contornati da grandi occhiaie a causa del forte stress e del poco sonno.

-Birra alle due di mattina?- ghignai, quando mi porse la bottiglietta di vetro verde.

-È quella che ci serve in questo momento- ridacchiò prendendo posto nello sgabello accanto al mio.

Presi un lungo sorso dell' alcolico, cercando di mettere ordine nella mia testa troppo piena.

L' immagine vissuta poche ore fa, a casa dei miei, tormentava la mia mente. La scena continuava a ripetersi in loop nella mia testa, tanto da far male.

Ero terrorizzato, non sapevo cosa le fosse successo in quell' esatto momento. Vederla in quelle condizioni, aveva smosso in me, qualcosa che ancora non riuscivo ad identificare.

- Cos'è sucesso prima?- domandai ad un tratto, tanti minuti e tanti sorsi di birra dopo.

Girai il capo verso di lei, mentre deglutiva rumorosamente. Potevo notare la sua giugulare fare su è giù, grazie ai capelli biondi raccolti in una coda di cavallo, lasciando così libero il suo collo lungo, morbido e profumato.

Quel collo che tanto mi mandava fuori di senno.

Lentamente, i suoi occhi si spostarono dal granito scuro dell' isola, poggiandosi così sui miei che osservavano ogni sua minima mossa.

- Brody...- iniziò, fermandosi subito dopo, guardandomi.

I suoi occhi disperati, chiedevano pietà, mentre tacitamente mi pregavano di non fare domande.

Ma come potevo non fare domande, se quella scena straziante continuava a torturarmi?

Come avrei fatto finta di niente, dopo aver visto la disperazione e la paura nei suoi occhi pieni di lacrime, mentre tra le mani stringeva il suo fidato amico, quasi a mozzarli il fiato?

-Non posso cancellare quello che è sucesso oggi. Merito anche solo uno straccio di spiegazione- sospirai, distogliendo gli occhi dai suoi, incapace di reggere il suo sguardo pieno di dolore.

- Ti chiedo solo tempo- mi scongiurò, poggiando una mano sul mio braccio nudo. Piccoli brividi si rincorrevano nella colonna vertebrale al suo tocco inaspettato.

Il suo pollice, creava cerchi disconessi sulla mia pelle calda e abbronzata, mentre io faticavo a reggere la maschera d' indifferenza che occupava il mio viso.

- Ti fidi di me, Catalina?- domandai all' improvviso, dopo aver preso un lungo sorso di birra, la bocca si era fatta ad un tratto secca e priva di saliva.

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