CHAPTER 35

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Mi sollevai di scattò quando sentii qualcosa toccarmi il piede destro e d'istinto tirai un calcio con forza, mandando il piede contro qualcosa di molle che però cadde a terra con un tonfo.
A quel punto riaprii gli occhi e solo in quel momento realizzai fosse Zayn.
-" Ma sei impazzito?!" lo accusai, lasciando cadere le mie mani sulle coperte.
Si portò un dito alla bocca per dirmi di abbassare il volume della voce e solo dopo iniziò a parlare sorridendomi.
-" Stai tranquilla, okay? Qui non entrerà nessuno, insomma sei con quattro ragazzi in casa." provò a rassicurarmi sedendosi sul letto di Harry, accarezzandomi teneramente una guancia.
Harry.
Oh Harry, quanto mi mancava. Non avrei potuto farne a meno in quel momento. Volevo assicurarmi che stesse bene eppure non sapevo come farlo.
Nonostante gli avessi mandato più di un messaggio non mi aveva mai risposto, nemmeno un 'ciao'. Niente. E lui non sapeva con quel niente quanto mi feriva, mi faceva male dentro: non era un dolore fisico, il mio era un dolore sentimentale, che mi feriva nell'orgoglio e soprattutto al cuore.
Mi stava facendo impazzire e senza nemmeno fare niente, senza nemmeno saperlo.
Erano passati ormai due giorni da quando ero a casa dei ragazzi e praticamente passavo le giornate in palestra o alla Divisione a studiare nuove tattiche, a migliorare le reclute, a discutere con gli altri eppure mi sembrava che i giorni non passassero mai.
La mia ansia aumentava di giorno in giorno e con questa aumentava anche la voglia di vendetta.
-" Ehilàà, c'è qualcuno? Mi stai ascoltando?" mi domandò Zayn, sventolando mi una mano davanti alla faccia per riportarmi alla realtà.
-" Uhm..si si, certo. Lo penso anche io." risposi sorridendo, anche se non sapevo nemmeno di cosa stesse parlando.
-" E allora cosa aspetti?" mi domandò alzandosi dal letto ed aprendo la porta della camera.
-" Mi sono persa..." ammisi, guardandolo con gli occhioni dolci.
-" Dobbiamo andare via. Sai.." e fece un cenno con il capo ed in quel momento capii dove eravamo diretti.
Balzai giù dal letto e senza dirgli niente andai in bagno per farmi una doccia per rendendomi almeno un po' presentabile.
Dopo aver fatto la doccia indossai un paio di pantaloni grigi in tuta con il cavallo basso, della Jordan, abbinati con una felpa larga blu scuro ed un cappello con la visiera girata dietro.
Uscii a malapena mezz'ora dopo, lavata e pronta per uscire, ovviamente sempre con il borsone da palestra sulle spalle contenete il cambio.
Salii in macchina nel posto del guidatore stavolta, mentre lasciai a Zayn il posto del passeggero. In teoria non avrei potuto guidare la sua auto, in teoria, ma in pratica facevo ciò che volevo. Dopo poco arrivammo alla Divisione dove trovammo un'assemblea generale, presieduta da tutti quelli con i qui di solito facevamo le assemblee, tranne io e Zayn.
Lo guardai con un'occhiata fugace e dalla sua espressione compresi che nemmeno lui ne sapeva niente e che era a dir poco arrabbiato e nervoso.
-" Calmati." sussurrai trattenendolo e spostando automaticamente un braccio davanti al suo corpo "Stai qui e non farti notare. Se non ci hanno detto nulla ci sarà un valido motivo." aggiunsi poi "Almeno lo spero per loro." e una risata leggermente cattiva mi uscì dalla bocca.
Zayn si sedette insieme a me dietro ad una colonna, abbastanza nascosta ed isolata nell'ombra, ma comunque abbastanza a vicina per poter sentire ciò che dicevano.
Spesso mentre parlavano sentivo Zayn che borbottava sottovoce, contrariato a ciò che dicevano e mi scappava una risatina che provavo sempre a nascondere.
Mi alzai di scatto quando giunsero alla parte finale di quell'assemblea, quando stavano spiegando di essere contrari a tutto ciò che stavo facendo e a tutti i miei vari piani, che ero troppo potente e che avrei dovuto esser sbattuta fuori.
Avanzai con passo felpato e deciso verso la gradinata rialzata, stringendo i pugni per non scaricare la mia rabbia su qualcuno di innocente e non appena la bionda che stava parlando mi vide, si zittì di colpo per poi sfoggiare uno dei suoi sorrisoni falsi.
-" Oh Efron!" escalmò qualche minuto dopo, non vedendo nessun sorriso in cambio al suo.
-" Lily.." dissi duramente non facendo trasparire alcuna emozione dalla mia voce "Di cosa stavate discutendo?" domandai in generale, facendo finta di essere appena arrivata.
-" Uhm..volevamo dirti una cosa, è una decisone a nome di tutti. Abbiamo deciso che stai esagerando con questa cosa della vendetta e della ribellione, quindi..beh sei fuori." mi disse con nonchalance e lasciandomi leggermente a bocca aperta.
-" Credevo non avessi così tanto fegato per dirmi le cose in faccia." puntualizzai, sfoggiando un sorriso tagliente e cattivo "Comunque non mentire così; sappiamo entrambe che questa è un tuo parere, e anche una tua decisone se non del tutto, dato che gli non si sono presi nemmeno lo sbattimento di avvisarmi." mi guardai intorno notando che quelli con cui avevo legato di più non c'erano, come non avremmo dovuto esserci nemmeno io e Zayn.
-" Vedo anche che mancano Bruce, Evans, William e Maggie. Brava Lily, non ti credevo così sgamata..e codarda." applaudii per sottolineare la mia ironia e poi presi il suo posto al centro della sala, scansandola di lato ed iniziando a spiegare dal mio punto di vista ciò che pensavo, raccontando la mia situazione e quello che mi era successo, raccontando la realtà e lasciando agli altri la decisone finale.
Alla fine del mio discorso gran parte dei presenti si alzò in piedi iniziando a battere le mani, dandomi la conferma di ciò che volevo ottenere: la loro approvazione.
Mi voltai verso Lily, Jake e gli altri, volendo vedere le loro facce da stoccafisso ed essendo curiosa per come avrebbero reagito.
Prendi questo puttana.
Ghignai, strizzando l'occhio a Zayn avvicinandomi a lui e andando alla palestra per un nuovo allenamento di almeno due ore, prima di pranzo.
-" Bel lavoro." si complimentò con me una ragazza con dei capelli rasati da un lato, mentre dall'altro lato cadevano in un ciuffo scalato e rossiccio.
-" Grazie.."
-" Tiffany." terminò la frase, presentandosi "Sai non mi sono mai piaciuti quelli là" mi spiegò indicando dietro le sue spalle "Hanno sempre avuto strane idee. Sinceramente, sono qui come molti altri solo perché non ne potevamo più dell'Organizzazione e volevano uscirne il prima possibile e questo era il modo più veloce; ma ora che ci sei tu è cambiato tutto. Sai lavoro ai monitor e devo dire che abbiamo avuto il 20% delle nuove entrate volontarie solo grazie e te ed alcuni erano anche fuori dall'Organizzazione. Sei come un'eroina qui."
-" Oh..grazie." la ringraziai notevolmente in imbarazzo, mi tirai una ciocca di capelli dietro all'orecchio "Sei in gamba Tiffany. Mi sarai molto utile in futuro, metterò una buona parola su di te." le sorrisi prima di raggiungere definitivamente la palestra.
***
Mi ero alzata dal tavolo per andare a buttare la mia spazzatura in un bidone lì vicino quando notai gli occhi di Bruce fissi su di me, quindi dopo aver gettato l'immondizia, mi avvicinai a lui salutandolo.
-" Mi hanno detto di quello che è successo stamattina." scosse un paio di volte la testa sorridendo, anche se era un sorriso forzato quello.
-"Spesso mi chiedo cosa sono qui a fare,ormai."
-" Siamo qui a salvare gli altri." Risposi tranquillamente alla sua domanda indiretta
-" Ma se la maggior parte li ammazziamo?"
-" Ma ammazzando quelli ne salviamo tanti altri." gli sorrisi e gli feci l'occhiolino prima di salutarlo e tornare da Zayn che mi osservò tornare, con una faccia stranita, come se facesse finta di non conoscermi.
-" Allora..vuoi o no una ragazza?" gli domandai di punto in bianco prendendolo in giro.
-" Eh? Ma c-"
-" Su, su!" lo interruppi, afferrandogli un braccio e trascinandolo dietro di me sulla macchina.
Inizialmente fece un po' di resistenza poi capì che era tutto inutile, quindi mi lasciò fare senza troppi intoppi.
Lo feci salire in macchina e dato che ormai negli ultimi tre giorni guidavo sempre io, fu così anche quella volta. Arrivammo a destinazione poco tempo dopo, e sinceramente non ne vedevo l'ora dato che Zayn mi aveva bombardato di domande per tutta la durata del viaggio.
-" Da quanto non andavi in una discoteca?" gli chiesi, ridacchiando e tirandogli una pacca sulla spalla per esortarlo ad entrare nel locale.
-" E secondo te non mi riconosceranno?" mi domandò retoricamente, ruotando gli occhi al cielo e voltandosi per rientrare un macchina, ma lo fermai tempestivamente, voltandolo.
-" Non così in fretta Malik!" lo fermai "Qui io ci lavoro spesso e ci sono solo persone famose e ricche sfondate, in proprietario è un mio..amico, meglio conoscente." spiegai, avanzando verso la porta di entrata.
Sbuffò un paio di volte prima di seguirmi dentro il locale. Iniziò a tranquillizzarsi solo dopo diversi drink, lasciandosi andare e diventando più socievole.
In particolare notai che stava avendo da subito un certo feeling con una ragazza molto carina: bionda, di media statura e con un bel fisico, che per di più sembrava anche molto simpatica dato che continuava a ridere con lui; ma non era una delle solite galline che ridono per niente, avanzi sembrava lei più che altro ad essere divertente.
Quando vidi la ragazza allontanarsi da Zayn per dirigersi al bar colsi al volo l'occasione per parlarci e capire subito che tipo fosse.
-" Ehi, ciao." la salutai, accennando un sorriso.
-" Ciao!" mi salutò a sua volta.
Okay, sembra abbastanza socievole, é già una buona cosa questa.
-" Sono Emily." le tesi una mano, sempre sorridendole.
-" Perrie." mi sorrise a sua volta.
-" Allora Perrie, ho visto che parlavi con Zayn prima." le disse con tono calmo e gentile, cercando di non metterla in imbarazzo. Sollevai il mio drink, portandomelo alla bocca e beva dove un sorso.
-" Oh, si! È molto simpatico e divertente come ragazzo e inoltre è ance molto attraente." disse con una leggera timidezza, come se non volesse ammettere la sua prima impressione di lui.
-" Si. Okay, mi sembri una brava ragazza, ti lascio la via libera." risi e le feci un cenno con il capo, indicando nella direzione di Zayn, dietro di lei, di spalle di qualche metro.
Lei mi sorrise e mi ringraziò, andando poi da Zayn che le passò un braccio attorno alla vita per stringerla e sè, prima di sparire dalla mia visuale.
Mi voltai e presi un altro drink, dopodiché mi allontanai dal bar, cercando fra la folla di persone un viso famigliare.
Trovai molte conoscenze di Zac che mi tennero impegnata per la maggior parte della serata annoiandomi con quelli che loro chiamavano 'dilemmi esistenziali'.
***
Una mano mi afferrò una spalla, voltandomi violentemente, ritrovandomi faccia a faccia con Max.
Lo guardai per qualche istante, cercando nella mia mente le parole giuste per iniziare una conversazione amichevole, ma mi mancavano le parole quindi chiusi la bocca ed aspettai lui.
-" Dov'eri sparita?" mi afferrò i polsi fermandomeli all'altezza dei miei fianchi e fissò il suo sguardo attento nel mio.
-" C'è stato un po' di bordello.." spiegai velocemente e spingendolo via, mi liberai i polsi uscendo poi dal locale.
Faceva abbastanza freschino quella sera, nonostante ormai fosse inizio luglio. Mi sedetti per terra, il retro del locale, appoggiando la schiena al muro e rannicchiando le ginocchia al petto.
Iniziai a pensare su come fosse cambiata velocemente la mia vita in così poco tempo: continuavo a saltare a un'estremo all'altro, da una situazione complicata ad una ancora peggiore.
Prima ero solo Emily Efron, una ragazzina sconosciuta oppure conosciuta solo per la famiglia e i grandi talenti dei genitori e del fatelo maggiore; poi sono diventata Emily Efron, sedicenne ricercata per spaccio di droga, furto, mercato nero, contrabbando delle armi e omicidi, sempre però infangati e coperti dalla ricchezza del fratello maggiore; e ancora sono diventata Camilla Emily Efron, semplice diciottenne che conduce una vita all'apparenza abbastanza normale, solo che la ricchezza e i rischi che nascondono la sua identità sono sempre rimasti segreti.
Mi afferrai la testa nelle mani e l'appoggiai sulla parte piatta delle ginocchia, lacrime calde mi oscurarono la vista, prima di solcare le mie guance di continuo.
Mi strinsi nella mia felpa blu che avevo indossato quando ero a casa dei ragazzi.
Apparteneva a Harry e gliel'avevo regalata io poco prima del coma, quando stavamo iniziando a legarci molto l'uno all'altra: mi ricordo che la voleva comprare, ma non ne aveva trovata la taglia giusta, quindi iscì tutto demoralizzato.
Avevo una conoscenza che mi doveva qualche favore all'interno di quella catena di negozi e così gliela feci arrivare per poi regalargliela. Era stato così bello quel momento... mi era saltato addosso, abbracciandomi e stringendomi forte a sè, uno di quegli abbracci da spezzarti le ossa ma che darei tutto pur di riprovare. Continuava a lasciarmi piccoli baci sulle guance mentre non la finiva più di ringraziarmi, invece io non la smettevo più di ridere, anzi, solo a ripensarci si fece spazio sul mio volto un sorriso.
Mi asciugai velocemente le lacrime con le maniche della felpa quando sentii la porta in metallo sbattere e Max posizionarsi davanti a me.
-" Allora, me lo dici o no dove sei stata?" mi domandò con una voce dolce e accennando un sorriso.
Annuii velocemente prima di inventare la storia di essere stata via per una settimana a causa di una piccola vacanza, ma niente di grava.
Sentendo la mia risposta sembrò abbastanza sollevato, infatti di abbassò davanti a me e mi abbracciò accarezzandomi teneramente i capelli.
-" Andiamo a fare una passeggiata?" mi domandò, alzandosi e tirandomi affettuosamente la mano.
-" No, preferisco stare qui...non me la sento proprio di camminare.." provai a convincerlo del contrario.
-" Mhm. Però so cosa potrebbe tirarti su il morale!" esclamò sollevandomi e trascinandomi dietro di lui, mi fece attraversare la discoteca velocemente per uscirne dall'ingresso principale prima di dirigersi nel parcheggio dove estrasse le chiavi della sua moto.
Mi sfoggiò uno dei suoi miglior sorrisi da esaltato, probabilmente l'adrenalina gli stavab scorrendo nelle vene come un tempo, il suo furore pompava a più non posso ed i suoi muscoli erano già tesi mentre pregustava l'ebrezza della velocità, del pericolo, del limite che veniva superato, della libertà; proprio come stavo facendo io.
Afferrai uno dei due caschi oscurati che mi porse e me lo infilai in testa, allacciandolo sotto la gola, dopodiché salii sulla sua moto rossa fiammante e l'accessi. Accellerai un paio di volte per provarla prima di mollare il freno e partire ad una velocità molto elevata, era da troppo tempo che non sfidavo il pericolo e la morte fino a questo punto; orami ero talmente tesa c'è sembrava volessi tenere ogni cosa in serbo per la missione.
Feci qualche giro del parcheggio, dando fastidio a molti parcheggiatori che infastiditi dal mio comparire dal nulla al culo delle loro auto mi urlavano dietro oppure suonavano il clacson.
Continuavo a ridere e sinceramente non so da quanto tempo non ridevo più per davvero: da quando era partito Harry, con gli ultimi avvenimenti c'era stato ben poco da ridere ed ora eccomi lì, a sfogare tutto il mio nervosismo a giare a vuoto con una semplicissima moto.
Tornai a casa con Zayn verso le 2 del mattino ed ovviamente guidai io dato che, nelle condizioni in cui si trovava, non era la cosa migliore farlo farlo a lui.
Entrammo in casa e fece un gran trambusto, facendo cadere un vado che si trovava sul tavolino di fianco alla porta d'ingresso e in seguito ruzzolò sul divano cadendo poi a testa di schiena e provocando una mia fragorosa risata.
Però tutto il caos che facemmo svegliò Liam che scese a fatica dalle scale, strofinandosi ancora gli occhi e sbadigliando rumorosamente.
-" Cos-" uno sbadiglio lo fermò "Cosa.. cosa sta succedendo?" chiese ancora dormicchiando.
-" Ha bevuto un po' troppo.." spigai ridendo ancora e piegandosi in due dalle risate.
-" Ti do' una mano." si avvicinò a Zayn e lo sollevò, mettendolo in piedi e spostandosi un braccio sulle spalle lo portò nella sua camera.
Andai a dormire immediatamente poiché riuscivo a malapena a reggermi in piedi, mi spogliai e mi buttai sul letto di Harry e invadendo le mie marco del suo profumo.
Quanto mi fa male non sentirlo... è l'unica cosa che potrebbe uccidermi dentro, muore lui, muoio anch'io.
Strinsi le coperte forte, comprimendole contro di me è continuando a inalare quel dolce profumo.
HARRY'S POV
Accesi il display del telefono notai ben altri tre nuovi messaggi da parte di Niall e Liam che mi chiedevano come stesse andando e poi l'ultimo al quale risposi immediatamente, era di Jessie.
Da Jessie:
Dove sei finito? Non ti ho trovato in negozio.
A Jessie:
Arrivo subito.
Mi affrettai a salutare Gemma e Zac promettendogli di farmi sentire presto prima di farmi accompagnare a Brooklyn dove mi ritrovai con Jessie.
Passammo il resto del pomeriggio insieme quando decidemmo di andare ad un ristorante cinese insieme a China Town.
Stavamo facendo una passeggiata quando iniziò a piovere, dapprima leggermente ma in seguito si trasformò in un vero e proprio diluvio.
Mentre stavamo correndo sotto la
Pioggia per raggiungere un bar dove riscaldarci e ripararci il mio iPhone prese a squillare, tentai di afferrarlo e a fatica ci riuscii dato che avendo tutte le mani bagnate continuava a scivolarmi e poi risposi, era Zac.
*Si?* gridai sovrastare il ticchettio persistente della pioggia.
*Devi chiamarla al più presto, okay? Jake mi ha informato che c'è stato parecchio trambusto e-*
*E ovviamente ha fatto una rivoluzione.* conclusi al suo posto.
*Ora, cosa intendi fare con lei?* mi domandò restando poi qualche minuto in silenzio per ascoltare la mia risposta e valutarla.
Mi allontanai da Jessie quando entrammo in un bar e mi diressi velocemente verso il bagno mentito lei si andò a sedere ad un tavolo ordinando una birra media.
Entrai nel bagno e richiusi al porta chiave dietro di me mentre esponevo a Zac la mia idea.
*la chiamerò ora, non mi importa se da loro sono le 4.30 del mattino ma devi capire cosa cazzo pensa di fare.*
*Non otterrai niente. Ci ho già provato tante volte eppure non è cambiato nulla.*
*Non ci ho ancora provato io.* dissi amaramente e misi giù il telefono prima di comporre il numero di Emily.

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