Finalmente eravamo tornati a casa. Appena varcammo il cancello del giardino Zac ci venne incontro borbottando qualcosa e poi si mise ad urlarmi dietro per il fatto che avevo preso la macchina di papà senza averglielo chiesto e poi perché data la mia patente presa da nemmeno un anno non avrei potuto.
Scesi velocemente dall'auto e mi precipitai in casa senza prestare attenzione a Harry. Salii velocemente le scale e mi chiusi in camera mia, mi sdraiai sul letto e rimasi lì a fissare il soffitto.Merda, come ho fatto a ridurmi così? Ho
messo in pericolo la mia migliore amica e ora sto facendo lo stesso errore con Harry, Zac e tutti gli altri. Non voglio che se ne vadano con me, loro non lo meritano, loro servono qui. Io non ho più niente per vivere e p--" Emily..so che sei qui." interruppe i miei pensieri la voce roca di Harry "esci, ho bisogno di parlarti."
Sbuffai ripetutamente mentre pensavo alle varie possibilità: aprirgli la porta oppure ignorarlo completamente. Alla fine optai per la seconda possibilità, quindi rotolai giù dal letto, aprii lo zaino e presi le cuffie, le infilai e accesi la musica dal telefono. Dopo poco mi addormentai sulle note rock dei Green Day con American Idiot.
HARRY'S POV
Stavo impazzendo. Era da tutta la mattina che mi sentivo strano, nella testa avevo una gran confusione, mille pensieri si sovrapponevano ad altri e in più mi reggevo a fatica in piedi. Non avevo bevuto niente quel giorno, nessun tipo di alcolico, non mi ero fatto nessuna canna e tantomeno mi ero drogato; eppure mi sentivo...sballato. Si, proprio la parola giusta: sballato.
Ero completamente frastornato, riflessi deboli, poche forze ma nonostante ciò mi sentivo felicissimo, leggero come una piuma sebbene la ragazza che amavo da morire fosse sotto il mio stesso tetto e non aveva nemmeno il coraggio di dirmi che provava i miei stesso sentimenti oppure negarli.
Ero decisamente stanco di lottare per lei e con lei. Mi aveva prima odiato come pochi, non poteva nemmeno vedermi che mi avrebbe sputato addosso. Poi era diventata mia amica e lentamente aveva preso il posto della migliore amica che non ho mai avuto. Infine..beh ora è diventata qualcosa che mi fa uscire di testa. L'amo come non ho mai amato nessun'altra, forse è stata l'unica che ho amato per davvero. Non so cosa farei senza di lei. Mi ha aiutato in più di un'occasione, era sempre lì dietro a risollevarmi, aiutarmi a rialzarmi e diventare più forte di giorno in giorno ma contemporaneamente mi indeboliva. Ha sempre avuto questo doppio effetto su di me: rendermi più forte ma allo stesso tempo mi sentivo più vulnerabile.Mi alzai di scatto e scesi dalla macchina, percorsi tutto il vialetto ciottoloso e poi andai verso la sua stanza, non degnando nemmeno Zac di un minimo d'attenzione. Quando vi giunsi dinanzi presi diversi respiri profondi intanto che riflettevo su ciò che volevo dirle. Era il mio momento. Era di rilevante importanza ciò che stavo per fare, lo avevo già fatto altre volte, ma sentivo che questa volta sarebbe stato diverso, ci sarei riuscito, ne ero sicuro. Presi un ultimo grande respiro prima di bussare alla porta.
-" Emily..so che sei qui." dissi con voce lieve ma decisa "esci, ho bisogno di parlarti."
Attesi per qualche istante, speranzoso che sarebbe venuta ad aprirmi ma non fu così, anzi nessun movimento sentii provenire dalla stanza silenziosa.
-"Emily, ho bisogno di parlarti...è importante." dissi un'ultima volta con tono quasi supplichevole.
Più il tempo passava e più la mia speranza andava svanendo nel nulla. Proprio quando mi decisi che non sarebbe più venuta ad aprirmi e quindi mi decisi a scansarmi da davanti alla sua porta, questa si aprì, facendomi intravedere il suo bellissimo volto, anche se leggermente sconvolto, ma pur sempre bellissimo.
-" Emily-" feci per parlare ma lei mi interruppe e mi precedette come al suo solito.
-" Vieni." mi afferrò un polso e mi trascinò dentro la sua stanza.
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Choices || H.S
FanfictionEmily Efron. Il mio cognome, la mia condanna. Zac Efron é mio fratello, uomo a dir poco assillante ed immaturo nonostante la sua maggiore età, viziato ed abituato a vivere nello sfarzo. Io, a differenza della mia famiglia, mi sono allontanata dal m...