CHAPTER 46

179 6 0
                                    

Gli tirai ancora un pugno sul volto e poi cercai di spostarlo da sopra di me con un calcio allo stomaco e ci riuscii ma solo per pochi istanti perché per la quarta volta in dieci minuti mi rimise sotto.

-" Sei brava." ammise con un mezzo sorriso.

-" Ti uccido." mormorai, digrignando i denti.

Gli morsicai la pelle della mano, che teneva vicino a me bloccandomi la mia, e me ne liberai facendogli emettere un urlo.
Colsi subito l'occasione e in pochi secondi gli fui addosso, lo misi sotto di me, gli tirai un calcio allo sterno e altri due pugni nello stomaco, uno alla milza e poi uno fra le sopracciglia. Era frastornato ma ancora in buone forze per lottare e questo non andava affatto bene. Dovevo mettere fine a tutto il più in fretta possibile. Mi sollevai ciò che rimaneva del mio vestito con lo strascico e sollevai leggermente la gonna del vestito dalla quale feci poi comparire la canna della mia calibro 125.

-" Sorpresa!" esclamai soffiando con un ghigno sul volto.

Non ero molto felice di dovergli sparare io ma sapevo che era l'unica possibilità dato che Ed era stato probabilmente preso mentre Louis e Zayn ora stavano ribaltando l'intero edificio alla mia ricerca.
Si sollevò di colpo e si mise davanti a me pronto a prendere un colpo nel petto ma
io non sparai anzi, sapevo che c'era un tranello, era tutto un inganno. Sapeva qualcosa che io non sapevo, si stava preparando a qualcosa.

-" Allora? Sto aspettando." mi provocò ghignando.

Caricai la pistola e gliela puntai contro.

3..2..

-" Non farlo!" mi ordinò Ed facendo irruzione nella stanza con il suo fucile a tracolla "Hanno Evelyn." mi spiegò.

Sgranai gli occhi talmente tanto che pensai mi potessero uscire dalle orbite.

Ce l'hanno fatta alla fine, l'hanno presa.

-" Vogliono almeno lui per lei, entro la 1.30. a Malbourne."

-" A Malbourne?" domandai stupita e lanciando un occhiata veloce a Steven.

Mi avvicinai a lui con passo felpato ed esaminai ogni minimo dettaglio del suo corpo ancora scoperto e del suo modo di comportarsi e di fronteggiarmi con fare spavaldo.

-" Tu sei importante." dissi infine "Molto importante. Sarebbero disposi addirittura a scambiarti con Evelyn, che hanno seguito
per anni, pur di averti." mi fermai davanti a lui e strinsi gli occhi cercando qualche indizi le suo sguardo che potesse aiutarmi "Cosa sai tu che io non so?" gli chiesi.

-" Uccidimi, o scambiami. Ma fa presto."

Con il manico della pistola lo colpii violentemente alla testa giusto per frastornalo ancora un po' e poi afferrai per un braccio che gli piegai dietro alla schiena e lo sovrapposi all'altro come nelle scene dei film polizieschi quando l'assassino viene portato via dai poliziotti. Ed gli legò un polso al mio e l'altro al suo, in modo da non poterlo far staccare da noi, poi uscimmo spintonandolo dalla camera dopo averlo aiutato a vestirsi.

***

-" Emily Efron. Che piacere rivederti!" mi urlò David saltandomi al collo e abbracciandomi calorosamente.

Continuava a stringermi forte al suo petto, staccarsi, darmi un bacio sulla testa e poi ricominciava da capo.

-" Anche per me David." ammisi, lasciandogli una pacca amichevole sulla spalla e stringendolo.

Quando finalmente di staccò sparì per qualche minuto dietro ad una porta e tornò poi con in mano un enorme scatolone e prendendo ne a calci un altro.

-" Cos'è?" domandò William ci. sgarbatezza, che si era ricongiunto da non più di un'ora con noi.

-" Tutto quello che mi avevate chiesto. C'è tutto." disse orgoglioso di sè David.

-" Davvero?" chiesi conferma ancora.

-" Davvero, davvero." confermò di nuovo lui, un sorriso a trecentosessanta gradi stampato in volto.

Emisi un gridolino di gioia prima di ribaltare entrambe le scatole alla ricerca di ciò che stavo cercando.
Trovai le mie cose, le spostai nel mio borsone che solitamente usavo per andare in palestra e me lo rimisi in spalla. Attesi qualche minuto in modo da lasciare tempo anche agli altri di sistemarsi le loro cose e poi uscimmo dalla casa di David ed entrammo nelle nostre auto. Io salii in macchina con Zayn e Louis mentre Ed con William che intanto ci aveva raggiunto il giorno prima.

Mi sedetti di fianco al posto del guidatore, occupato da Louis, mentre Zayn di sedette dietro con Hurricane.
Louis accese il motore e partì prima di Ed.

-" Devi stare attenta ora." mi avvisò mentre entravamo in autostrada.

-" Che vuoi?" sbuffai, roteando gli occhi al cielo esasperata da quello che lui chiamava 'consigli utili'.

-" Nessuna ragazza andrebbe mai in giro con armi come quelle." disse autoritario accennando alla borsa "Vedi di renderle il più nascoste possibile."

-" Cazzo Louis!" sbottai, picchiando violentemente la mano sul cruscotto dell'auto "Sono stufa di te e di tutte le puttanate che mi ripeti ogni giorno! Credi che non le sappia? Credi che non conosca appieno il significato di questa specie di vita?! Lo so meglio di te! Ci sono cresciuta in questo mondo, sono partita come nulla e poi mi sono fatta largo fra gli altri, mi sono fatta notare, ho conquistato la fiducia di alcuni e perso quella di altri. Questo è il MIO mondo, non il tuo. Qui sono io la migliore; non tu." lo ripresi.

Ero infuriata. Da quando aveva saputo come stavano realmente le cose non faceva che ripetermi le sue inutili 'perle di saggezza' che avevo appreso come le basi di tutto ciò che facevo. Inoltre mi aveva davvero estenuata, sempre le solite cose, sempre i solito discorsi, sempre i soliti ragionamenti. Basta. Basta.
Ero talmente arrabbiata e nervosa che istintivamente scesi dall'auto sbattendo la
portiera, aprii poi la portiera posteriore facendo scendere Hurricane e poi mi diressi verso la prima stazione di bus che trovai per la strada.
Attesi un'ora prima che arrivasse il bus che mi avrebbe riportato almeno in prossimità del nuovo hotel in cui alloggiavo. Negli ultimi giorni ne avevo già cambiati quattro ed era solo passata una settimana. In tutto quel tempo avevamo già ucciso ventiquattro persone, la maggior parte ragazzi della mia età o poco più grandi e poi c'era qualcuno di trent'anni al massimo. Era una cosa straziante, togliere la vita a così tante persone. Era così brutto, ingiusto, non aveva senso però ero costretta a farlo.
Entrai nella mia stanza e trovai Louis sdraiato sul mio letto che dormiva. Cercai di fare il più piano possibile mentre entravo anche se una parte di me diceva di fare apposta a sbattere la porta, insomma mi stava rendendo la vita impossibile. Mi avvicinai a lui lentamente e mi sedetti appoggiando la schiena alla testiera, respirando lentamente e chiusi gli occhi.

Choices || H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora