CHAPTER 37

185 7 0
                                    

Andai in camera mia e mi cambiai velocemente prima di comparire davanti alla porta del bagno, dove si trovava Evans, ed aspettare che uscisse per dargli ciò che avevo trovato.

-" Dovrebbero andarti bene. Sono di Harry." gli porsi un paio di pantaloncini blu al ginocchio e una maglia bianca a maniche corte, mentre con una mano di stringeva un asciugamano che gli copriva dalla vista alle ginocchia.

-" Grazie." mi ringraziò afferrandoli e provandoseli velocemente davanti ai miei occhi, trattenni il fiato e una smorfia comparve sul mio viso quando lasciò cadere l'asciugamano per terra prima di accorgermi che avesse un paio di boxer sotto. Con un rapido movimento del braccio afferrò i suoi indumenti sporchi e li appoggiò su una sedia nella mia stanza.

-"Potrei avere almeno una coperta oppure devo dormire per terra?" sogghignò.

-" Muoviti, stanotte dormi con me." mi voltai di scatto "Ma se solo ti azzardi a sfiorarmi anche solo per sbaglio, giuro che ti uccido a mani nude." lo avvertii severa, puntandogli l'indice contro e facendo schioccare la lingua.

-" Okay, okay. Ho afferrato." disse sollevando le mani in segno di resa.

Annuii e mi diressi verso il mio letto, sprofondandoci dentro e chiudendo gli occhi, provando a tranquillizzarmi e a dimenticare gli avvenimenti di un'altra dura giornata iniziata male e terminata ancora peggio.

-" Già che sei in piedi aprì la finestra." dissi dopo poco, facendo un cenno con la mano.

-" Ma poi fa freddo." si oppose.

-" Dai muoviti." lo incoraggiai.

-" Alza tu il culo."

-" Evans ti uccido."

Non feci nemmeno in tempo a terminare la frase che era già sopra di me, tenendomi bloccate le gambe sotto di lui e con un braccio mi bloccò le mani mentre con l'altro, disteso orizzontalmente lungo il mio collo, premeva forte tirandomi la pelle e riuscendo i miei movimenti.

-" Ti ricordo che sono più forte di te." sottolineò digrignando i denti e ridacchiando, le sue labbra quasi premevano sulle mie e sentivo il suo respiro regolare mentre il mio non faceva che aumentare ma nonostante ciò riuscii a concentrarmi sulla situazione.

-"Spostati." sibilai minacciosa e stringendo gli occhi, intanto che pensavo a come potermi liberare di lui data la situazione di svantaggio in cui mi trovavo.

-" Finché non ammetterai che sono più forte di te non mi sposterò di un millimetro." mi rispose sfacciatamente.

-" Ti uccido." lo minacciai per la terza volta in un'ora.

-" Non ce la potresti fare." ridacchiò ghignando.

Colsi subito il suo attimo di distrazione per trarre un piccolo vanataggio, riuscendo a far scivolare il mio gomito sotto al suo petto e con una gomitata mirai allo sterno facendogli sputare una boccata d'aria, scivolai da sotto il suo corpo più imponente rispetto al mio e gli tirai un gancio con la mano destra, colpendolo dritto alla guancia.
La sua prima reazione fu quella della confusione, ci impiegò qualche istante per assimilare gli ultimi avvenimenti, poi rispose ridendo dapprima leggermente ma in seguito la sua risata divenne quella di un pazzo, di uno svitato alla quale si ha appena tirato un pugno da spaccargli la mascella e lui risponde ridendo.
Inizia ad indietreggiare spaventata e a pensare velocemente ad una soluzione ma la prima cosa che mi venne in mente fu quella di scappare ma la scartai immediatamente, dato che non mi permettevo più di scappare dalle situazioni. La seconda opzione di quella di cercare di metterlo a terra e farlo ragionare ma visto il risultato del primo tentativo sarebbe stata soltanto energia sprecata.

Pensa Efron. Pensa.

Iniziai a rallentare i miei respiri e a diminuire l'intervallo fra espirazione ed inspirazione, sempre continuando ad indietreggiare ma poco dopo mi ritrovai completamente appiattita contro il muro.

Sfrutta l'ambiente attorno a te: più ti è familiare più hai vantaggio, trova qualcosa con cui ferirlo e se non ce la fai crea qualcosa che lo possa ferire.

I consigli di Max continuavano a girarmi nella testa, facendomi venire un'emicrania assurda che non fece altro che peggiorare la situazione di merda in cui già mi trovavo.

Ci deve essere qualcosa che mi sia utile qui dentro, diavolo!

Doveva esserci qualcosa di utile, d'altronde era casa mia!
La mia attenzione fu attirata da un luccichio scuro alla luce lunare e il mio sguardo s'illuminò quando riconobbi la rivoltella nera che sporgeva alla tasca posteriore dei miei pantaloni. Si trovava solo quattro metri più in là di me, avrei potuto prenderla, ce l'avrei fatta.
Evans si buttò con il suo corpo contro il mio, comprimendomi ancora di più alla parete e ghignando ogni volta che un gemito di dolore lasciava la mia gola, a causa del dolore che mi stava procurando. Le sue mani si trovavano ai lati della mia testa, limitando ancora di più le mie possibili mosse.

-" Sei fottuta, lo sai vero?" mormorò al mio orecchio, ridacchiando.

-" Evans.." mugolai "Lasciami andare. Mi stai facendo male." ordinai poi, utilizzando un tono autoritario.

Ero determinata a sfuggire dalla sua stretta presa, era obbligatorio dato che altrimenti avrei rischiato di rimanere lì secca.
Lo spintonai provando ad allontanarlo, ma più facevo forza sui palmi delle mani più lui aumentava l'aderenza con il mio corpo, decisi così di cambiare tattica, quindi raccolsi una parte delle mie forze nei muscoli del mio braccio sinistro mentre inspiravo ed espiravo velocemente dopodiché sferrai un fantastico sinistro al centro della sua pancia. Non appena le mie nocche vennero in contato con i suoi addominali leggermente scolpiti, sentii un bruciore invadermi la mano ma trattenni i miei gemiti sommessi mordendomi le labbra. Per mia fortuna causai abbastanza dolore ad Evans da farlo abbassare per premersi la pancia con una mano, mentre con l'altra si appoggiava al muro ma appena provai a spostarmi in avanti mi riafferrò dal colletto della maglietta e mi ributtò con la schiena al muro, provocando mi un dolore lancinante alla spina dorsale e alla testa che colpirono forti contro la parete.

-" Ahi!" urlai dolorante.

-" Ti avevo avvertita. Sono più forte di te!tuonò a dir poco arrabbiato e nervoso, i suoi occhi erano neri, percorso in continuazione da rabbia mista ad odio e nervosismo mentre pensava a cosa farmi.

-" Do- dov-evamo essere.." Provai a formulare un discorso nonostante le mie parole uscivano staccate a causa del mio fiato corto " alleati.." respirai ancora una volta affannosamente.

-" E lo siamo. Solo che grazie a te ora non ho più puttan elle al mio sevizio. Sai da quanto non mi diverto più?! Eh? Lo sai?" urlò, il suo volto quasi attaccato al mio.

Spostai lo sguardo sulla rivoltella appena alle due spalle prima di riposare lo sguardo su di lui.

O ora o mai più.

Gli tirai una gomitata colma di odio e vendetta dritta sulla gola facendolo boccheggiare e senza nemmeno aspettare un secondo mi lancia indietro verso la pistola, l'afferrai intanto che con le ginocchia toccavo terra e immediatamente mi girai puntandogliela alla tempia.

-" Ora faccio sul serio." sogghignai sapendo di averlo in pugno.

-" Anche io." ridacchiò intanto che dalla sua posizione tirava goffamente fuori dai pantaloncini la sua pistola.

-"Merda." mi lasciai sfuggire dalla bocca un'esclamazione.

-" Già, merda." ripeté lui con più entusiasmo e sarcasmo, facendo incurvare le labbra in un sorriso beffardo e da chi si crede superiore.

Choices || H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora