Afferrai prima di uscire il mio skate e la mia sacca contenente il portafoglio, il mio iPhone, il guinzaglio di Hurricane e le chiavi del mio appartamento. Ero diretta lì.
Uscii sulla strada seguita da Hurricane che correva al mio fianco, sbavando con la lingua di fuori.
Hanno proprio ragione. Il cane è il miglior amico dell'uomo e lui n'è un'ottimo esempio.
Arrivai davanti alla mia vecchia palazzina e trovai tutto come lo avevo lasciato: dei ragazzini di dodici o tredici anni che giocano a basket con un pallone trasandato, delle bambine di massimo dieci anni che giocano a pettinarsi i capelli e altri ragazzi che giocano a calcio.
Casa dolce casa.
Sollevai lo skateboard da terra ed entrai nella palazzina con a fianco Hurricane.
In teoria i cani non si potevano portare, in teoria.
Ovviamente Hurricane era l'eccezione che conferma la regola.
Raggiunsi il pianerottolo e tirai le chiavi fuori dalla sacca per poi infilarle nella toppa e aprire la casa. C'erano ancora tutti i miei vecchi mobili, le mie cose, le mie foto, i cambi degli skate e qualche graffito o disegno che avevo fatto con i miei vecchi amici.
Mi avvicinai ad una parete ricoperta di foto e mi soffermai su una parte in particolare.
C'erano diverse foto: una in cui io ero in spalla a Max, eravamo sopra ad un ponticello, i miei capelli erano completamente scompigliati e mi nascondevano parte della faccia, la foto era stata scattata da Jamie nell'istante in cui mi stavo sistemando. Max stava facendo una delle sue solite smorfie di assenso e io ridevo come una stupida nel vederlo.
Un'altra foto ritrae me e Jamie con la faccia sporca di vernicie, mi ricordo quel giorno, è stato esattamente tre anni fa, ero a Londra da appena una settimana e Jamie era stata la mia migliore amica da subito. All'epoca amavo già i graffiti, stavo disegnando su una parete di un parco e Jamie aveva voluto farci un selfie con la facce piene di vernice e tutti i vestiti pieni di macchie.
Poi c'erano altre foto con Alex e Ryan in discoteca, un'altra fatta con Benjamin su due cavalli, mi aveva portata fuori in passeggiata ed ero pure caduta, una con Hurricane e Max e tante altre.
Erano tutti fantastici momenti della mia vita che avevo passato con i miei amici.
Avevo pensato di staccarle inizialmente e di portarle tutte quante via con me, poi optai di lasciarle lì e non benedette il mio appartamento. Sarebbe stato il mio rifugio, d'altronde come è sempre stato fino a prima di trasferirmi alla villa.
Feci un po' di pulizia e misi in ordine poi uscii e andai a salutare Ryan e Alex e stetti fuori tutto il pomeriggio con loro dato che non avevano niente da fare in officina.
Era da tanto che non mi ritrovavo con loro. Sono sempre stati due fratelli per me e io li ho abbandonati.
-" Quando pensi di dirci cosa ti ha spinto a venire da noi?" mi domandò Ryan con uno dei suoi contagiosi sorrisi.
-" Perché pensi questo? Insomma vi ho sempre voluto bene e mi sembra giusto passare del tempo con voi."
-" Giusto." affermò Alex "ma non puoi fotterci. Ti conosciamo bene e sappiamo che è successo qualcosa, quindi spara."
-" Odio il fatto che mi conosciate così bene." sbuffai.
-" Allora?" chiese Ryan.
Gli spiegai tutta la storia della presidenza ed entrambi sembravano un po' senza parole.
-" Insomma un mese di riabilitazione solo perché ti sei drogata e alcolizzata in una volta sola? Ma non è un po' esagerato il tuo preside? Lo capivo ancora se diceva una settimana ma un mese è troppo." mi consolò Ryan scuotendo ripetutamente la testa in segno di assenso.
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Choices || H.S
FanfictionEmily Efron. Il mio cognome, la mia condanna. Zac Efron é mio fratello, uomo a dir poco assillante ed immaturo nonostante la sua maggiore età, viziato ed abituato a vivere nello sfarzo. Io, a differenza della mia famiglia, mi sono allontanata dal m...