SEQUEL- Trentanove

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Il suono della sveglia squarció il silenzio quasi rilassante che si era venuto a creare.

Mi scostai da Andrea e la spensi, osservando che mancavano poco meno di dieci minuti alle sette e fra poco ci saremmo dovute alzare.

"Rimaniamo a letto" sussurrò con voce impastata dal sonno, per poi afferrarmi per le braccia e tirarmi addosso a lei, rinchiudendomi in un groviglio di arti.

"Amore" le sussurrai ridendo, rimanendo però con gli occhi chiusi fra le sue braccia.

Il silenzio tornò padrone nella camera; si sentiva solo il suo respiro leggero e il rumore di qualche bacio qua e là sulla mia pelle nuda. Qualche istante più tardi, scostò le coperte e si alzò in piedi, prese il cellulare e compose un numero.

Mi sedetti e la guardai curiosa.

"Ethan, buongiorno. Scusa se ti disturbo" disse, per poi avvicinarsi a me. Appoggiai la testa sul suo petto e lei mi accarezzò i capelli, mentre ancora se ne stava in piedi "Volevo dirti che oggi non potrò venire a lavoro perché non mi sento molto bene. Si, ci pensi tu? Perfetto... Grazie mille. A domani"

Appoggiò il telefono sul comodino e mi sorrise, per poi spingermi sul materasso, facendomi cadere di schiena. "Adesso tocca a te, bambolina" sussurrò, baciandomi maliziosamente un fianco.

Sospirai e poi sorrisi "Va bene"

Mi allungai verso il comodino e presi il telefono, per poi comporre il numero del mio capo.

"Buongiorno, scusi l'orario e il disturbo ma non mi sento proprio bene questa mattina.. Si, assolutamente signore, nessun problema e grazie. Arrivederci, buona giornata"

Riposi il telefono sul mobile in legno e la afferrai per i polsi, per poi farla cadere su di me. Ribaltai le posizioni e la baciai, allacciando le mie braccia dietro al suo collo.

"Piccola, andiamo in terrazza per vedere l'alba?" mi sussurrò all'orecchio e io scossi la testa. "Mi piacerebbe ma fa freddo, amore"

I suoi occhi incrociarono i miei e, dopo un brevissimo attimo di delusione, in questi vidi una scintilla e subito dopo un sorriso si fece largo sul suo viso.

Afferrò i lembi del piumone morbido e me lo avvolse intorno alle spalle, per poi afferrarmi dalle cosce e prendermi in braccio.

"Sei scema" ironizzai, allacciando le mie braccia intorno al suo collo per reggermi e lei mi rubò un bacio "Sono semplicemente innamorata di te"

Quell'affermazione mi fece sorridere e battere il cuore fortissimo. La guardai e mi morsi il labbro "Ti amo tanto"

Giunte sulla terrazza, l'aria gelida ci fece rabbrividire. Nonostante lei avesse la felpa, tremava, quindi, non appena chiuse la porta a vetri, scesi dalle sue braccia e mi misi seduta a terra, facendole posto accanto a me.
Andrea mi si sedette accanto e io portai il mio corpo fra le sue gambe, facendo scivolare il piumone sulle nostre spalle.

Le sue labbra baciarono il mio collo mentre piano il cielo iniziava a prendere un colore più chiaro e il sole sorgeva dalle montagne, illuminando tutti quei prati e la grande città londinese poco distante.

In lontananza non si sentiva alcun rumore, se non quello degli uccellini o di qualche animale qua e là.
Solo qualche istante più tardi la torre dell'orologio suonò le sei e, in un certo senso, annunciava l'inizio della giornata.

Andrea dalla tasca della felpa tirò fuori il pacchetto di sigarette e l'accendino; si infilò la sigaretta in bocca e mi diede in mano l'accendino e mi sorrise. Le accesi la sigaretta e mi appoggiai a lei che, pochi istanti dopo, buttò fuori il fumo.

"Fumare ti fa malissimo" le disse e lei mi guardò "Lo so" fece scivolare la sua mano fino al mio interno coscia. "Però quando lo fai sei sexy"

Lei sorrise, inalando il fumo e guardandomi. Non appena alzò il collo per espellerlo, mi precipitai sulla pelle scoperta per baciarla.
Mi sedetti a cavalcioni su Andrea che, con la  mano dove teneva la sigaretta appoggiata sul pavimento e l'altra sulla mia natica destra, alzò ancora il collo alla ricerca delle mie attenzioni.

La Sorella Del Mio Fidanzato|| LesbianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora