SEQUEL- Cinquantasei

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La sala del ricevimento era perfettamente in tema con tutto. Addobbi che andavano dal lilla al bianco e lucine ovunque che rendevano l'atmosfera tranquilla e rilassante.

Vi erano undici tavoli decorati con tovaglie bianche e centrotavola color indaco, dove avevamo diviso i vari gruppetti e in fondo alla grande sala vi era il nostro; quando mi sedetti, guardai un attimo emozionata tutto quello che mi circondava, non realizzando ancora di essermi effettivamente sposata e adesso ufficialmente legata a qualcuno.

"Se potessi, salterei questa parte e ti porterei a casa" la sua voce arrivò al mio orecchio facendomi venire i brividi, mentre le sue mani andarono a circondare il mio busto. "Ti toglierei volentieri questo vestito, mogliettina"

Buttai la testa all'indietro, facendola cadere sulla sua spalla e la guardai dal basso, mordendomi il labbro. "Anche io vorrei andare a casa, ma purtroppo fino alle sette inoltrate saremo bloccate qui" le dissi sorridendo e lei alzò gli occhi al cielo scherzosa, per poi lasciare un tenero bacio sulle mie labbra.

Si sedette di fianco a me e iniziammo a mangiare mentre fra una portata e l'altra facevamo velocemente il giro di tutti e gli undici tavoli. Fra amici, parenti più stretti e persone a noi vicine nessuna delle due aveva accanto la propria famiglia.

Presi la mano di Andrea e lei forse mi capì al volo. "Sono loro che ci stanno perdendo." mi accarezzò la guancia e mi spostó una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Qualche invitato fece un discorso, portando nella sala ancora più gioia e allegria con parole sincere. Fra cose serie e battute, anche Andrea, non so come, finì a parlare.

Quando prese il microfono, lo portò lentamente alla bocca ma poi si girò dando la schiena a tutti. I miei occhi divennero improvvisamente lucidi nel vedere che stava piangendo e quando si girò, anche se immersa in un mare di lacrime, mi sorrise. "Ti amo" sussurrò al microfono e io, dall'altra parte della sala, le corsi in contro, per quanto i tacchi mi permettevano, e non appena la ebbi davanti allacciai le mie mani dietro il suo collo e la baciai subito, sentendo il bisogno estremo di avere un contatto con lei, di tranquillizzarla e farle capire che io non andavo da nessuna parte. Quando si staccò, le asciugai le lacrime che ancora sfuggivano ai suoi occhi e lei sorrise imbarazzata, stringendomi di più a lei.

"Non l'ho mai vista piangere, devi proprio essere speciale" urlò una voce dal fondo della sala e lei scosse la testa mantenendo sempre un dolce sorriso. "Ha ragione, tu sei proprio speciale"

Tutt'intorno a noi partì un applauso e lei mi fece appoggiare la testa sul suo petto fasciato dalla camicia bianca, facendomi sentire terribilmente la sua presenza.

La serata proseguì tranquilla e serena, fra risate, qualche pianto da parte mia e da parte degli invitati, qualche battuta sconcia tirata per caso. Stavo salutando la zia di Andrea quando, ad un certo punto, nell'aria riccheggió la voce leggera di ultimo nelle note di 'l'eleganza delle stelle' e le mani di mia moglie mi trascinarlo letteralmente al centro della sala.

Poggió i palmi sui miei fianchi, avvicinandomi di più a lei e io misi le mani nei suoi capelli, per poi incastrare il mio sguardo nel suo, mentre le nostre espressioni si facevano sempre più serie. Iniziammo a danzare lentamente seguendo il dolce ritmo della canzone, mentre tutti quanti intorno a noi stavano in silenzio a guardare la scena o a fare foto ricordo.

Nemmeno noi due parlavano, nessuna della due aveva detto niente.

Fu come dirsi ti amo in silenzio. Sentivo l'amore, sentivo la gioia e sentivo la felicità che questa ragazza da ormai parecchio tempo mi trasmetteva. Non c'era bisogno di parole, saremmo potute rimanere in silenzio e sarebbe stato perfetto comunque, avremmo saputo amarci lo stesso. I nostri occhi facevano l'amore tutte le volte che si incontravano e le nostre mani, che dolcemente vagavano sui nostri corpi reciprocamente, ci facevano sentire la presenza l'una dell'altra.

E lì, mentre ballavamo davanti a tutti, con lo sguardo di tutti gli invitati puntati verso di noi, i suoi occhi immersi nei miei, mi innamorai ancora una volta della splendida donna che avevo davanti e che, finalmente, era diventata ufficialmente mia.

La Sorella Del Mio Fidanzato|| LesbianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora