SEQUEL - Quarantasei

2.5K 130 12
                                    

Non superare la notte.

Quella frase mi rimbombava in testa come un allarme.

Lei non poteva non superare la notte, lei doveva vivere. Giusto? Non poteva lasciarmi così.

Il respiro mi si bloccò in gola e quasi caddi a terra a causa delle gambe molli.
Qualcosa nella mia testa scattò, forse rabbia, forse odio. Non so bene cosa, so solo che lasciai il dottore nel corridoio, corsi nella stanza e afferrai le chiavi della macchina.

Bruciavo dentro.

Raggiunsi di corsa la mia cinquecento parcheggiata all'esterno e salii su questa, per poi partire e sfrecciare sulle strade londinesi a tutta velocità, vogliosa di arrivare il prima possibile in questura.

Chiamai velocemente mia madre e questa rispose con voce totalmente priva di emozioni. "Sei con Mattia?" le chiesi solo, ignorando le mille domande che mi stava ponendo.
Ci fu un momento di esitazione da parte sua e poi un lungo silenzio. "Dimmi se sei con Mattia in questura, cazzo"

Lei sospirò e io ricacciai indietro le lacrime. Non ora, non adesso.

"Si" chiusi la chiamata senza nemmeno sentire cosa mi stava dicendo e continuai a guidare finché non arrivai a destinazione. Scesi dalla macchina e a grandi falcate raggiunsi mia madre al piano di sopra.

"Andrea, lo stanno interrogando e.." provò a venirmi incontro ma io la scansai bruscamente e mi precipitai davanti alla porta dove vi era una guardia. "Non può entrare qui"

Feci un passo indietro e non appena l'uomo provó a prendermi per il braccio per riportarmi dove vi erano i miei genitori, mi girai di scatto e aprii la porta, buttandomi letteralmente sopra mio fratello.

"Figlio di puttana"

Tutto l'odio e il rancore che avevo nei suoi confronti lo sfogai così, mentre le guardie e i nostri genitori cercavano di dividerci. Più lo colpivo e più mi sentivo meglio.

Gli stavo riversando addosso tutto il dolore che ci stava e che ci aveva fatto provare; nei suoi occhi non vedevo niente. La sua faccia pallida era priva di emozioni e a me questo faceva solo schifo.

"Sta morendo" gli sussurrai solo quando fui a pochi millimetri dal suo viso.

Sentii delle lacrime rigarmi il volto e quando lui mi guardò, io caddi in ginocchio, totalmente distrutta e sopraffatta dalle troppe emozioni. La testa mi girava, il mio intero corpo tremava a causa del l'eccessivo sforzo e gli occhi pizzicavano.

Mi accasciai a terra e sentii le mani di qualcuno accarezzarmi la schiena, poi le stesse mani mi abbracciarono. "Andrà tutto bene Andrea" sussurrò mia madre, stringendomi a lei.

Capitolo di passaggio :)

La Sorella Del Mio Fidanzato|| LesbianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora