capitolo 21

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Ieri sera ho deciso di non rischiare e me ne sono tornata nell'accampamento in totale silenzio.
Ero ansiosa di raccontare ciò che ho visto ma purtroppo Bealfire stava già cullato tra le braccia di Morfeo e non mi andava di svegliarlo.
Ma oggi, ritornerò in quel preciso punto ed entrerò, devo mettere da parte la paura di fallire e devo agire, devo avere fiducia in me stessa, se partirò sconfitta sicuramente perderò  la mia battaglia.
Sto uscendo dalla mia tenda per dirigermi verso la grotta ma vengo bloccata da delle urla. Il mio istinto mi porta ad avvicinarmi verso essa e così faccio, finché non mi trovo al centro dell'accampamento dove vi si trovano già molti sperduti, mi faccio spazio tra di loro, tra uno spintone e l'altro, finché non noto al centro Peter Pan e uno sperduto inginocchiato ai suoi piedi.
«ancora una volta» inizia ad urlare Peter Pan attirando l'attenzione di tutti noi «uno di voi sperduti ha cercato di scappare!» punta poi un occhiata gelida sullo sperduto ai suoi piedi che non ha il coraggio di alzare lo sguardo.
«sapete già cosa accadrà» aggiunge Pan strattonando lo sperduto per i capelli affinché alzasse lo sguardo da terra «osserva attentamente questi volti poiché saranno l'ultima cosa che vedrai» digrigna tra i denti avvicinandosi al suo orecchio.
«si o no?» domanda poi alzando il tono di voce, passando lo sguardo su tutti noi altri.
Stringo le mani in due pugni e cerco di darmi forza, devo reagire.
Ma il primo a rispondere alla domanda di Peter Pan per la sorte del povero sperduto è Felix, che urla un sonoro -si- di battaglia, seguito a ruota da molti altri sperduti.
Stringo più forte i pugni, lasciandomi sicuramente dei segni e poso prima lo sguardo su Peter Pan che mi guarda mostrando un sorriso beffardo e poi sullo sperduto. Non posso negare che vederlo in queste condizioni mi lacera l'anima, quest'ultimo è accasciato a terra con il suo sguardo colmo di terrore mentre supplica che qualcuno lo salvi.
Rilascio un lieve sospiro e rilasso le spalle, pulendomi leggermente le mani sulla stoffa del mio pantalone, leggermente sporche di sangue, a causa della pressione di prima.
Mi dispiace così tanto, è l'ultimo pensiero che gli rivolgo prima di voltarmi di spalle facendomi spazio tra gli sperduti per uscire da quell'incubo, e potrei scommettere che in questo momento Peter Pan stia sorridendo vittorioso.

«Maddy cosa stai facendo?» domanda Belfire raggiungendomi poco dopo.
«me ne sto andando, non vedi?» domando leggermente tremolante ma la verità è che ho paura, sento già i sensi di colpa pervadermi per averlo abbandonato.
«stai bene?» domanda afferrandomi il polso e sto per annuire quando un urlo squarcia questo momento provocandomi milioni di brividi lungo la schiena.
«è morto» sussurro tremolante, mentre cerco di non piangere ma mi risulta difficile.
«non ho reagito» esclamo cadendo atterra in ginocchio, seguita da Belfire che subito si accascia abbracciandomi.
«potevo salvarlo» la mia voce è flebile, mi sento così male per non averci provato.
«hey Maddy guardami...» ordina dolcemente Belfire accarezzandomi il viso «non lo avresti salvato comunque» cercando di rassicurarmi ma invano.
«potevo provarci comunque» affermo asciugandomi le lacrime «mi dispiace, io non sono così»
«Maddy tu sei una persona fantastica, tutti gli sperduti incluso Pan volevano la sua morte, tu non saresti riuscita a salvarlo da sola, il tuo sarebbe stato un atteggiamento suicida» annuisco alle sue parole, non mi hanno tolto questo peso che sento sulla coscienza ma non voglio dilungare questo discorso, mi farebbe ancora più male. Per quanto mi risulti difficile devo metterci una pietra sopra e come ha detto Felix, pensare a me stessa.

~~~

Sono quasi arrivata alla grotta e per tutto il tragitto ho cercato di non pensare allo sperduto, ma mi è stato quasi impossibile. Cercavo un qualsiasi punto su cui concentrami per non pensare al suo sguardo sofferente, per non pensare a me, che invece di aiutarlo gli ho voltato le spalle.
Devo pensare ad altro, devo, altrimenti annegherò nei miei rimorsi e non so se riuscirò ad emergere.
Rilascio un sospiro quando noto di essere arrivata alla grotta, mi guardo primo intorno e poi mi avvicino spostando le foglie che coprono l'entrata. Mi abbasso leggermente per scavalcarla e una volta entrata vengo sommersa dal buio, ma per mia fortuna riesco a intravedere una fioca luce e avanzo verso essa, notando che più mi avvicino più il luogo diventa nitido.
Sembra una semplice grotta, tanto ampia quanto vuota, ma allora perché Peter Pan è venuto qua ieri sera? Ci sarà sicuramente qualcosa che vuole tenere nascosto, e probabilmente Wendy si troverà nascosta qua.
Stringo le mani in due pugni per farmi forza e cammino in cerca della ragazza, ammetto che ho paura, ho una strana sensazione allo stomaco, probabilmente dovuto all'accaduto di prima.
«che ci fai qua?» sbotta duro qualcuno dietro di me, mi pietrifico sul posto e deglutisco riconoscendo la voce scontrosa, conto fino a 3 prima di voltarmi e subire la sua furia.
Quando mi riconosce, un sorriso sfacciato appare sul suo viso e si avvicina a me, stringo le mani in due pugni e rabbrividivo al pensiero che abbia ucciso una persona nemmeno 1 ora prima.
«Mad, Mad, Mad...quante volta ancora ti devo dire di non ficcanasare nei luoghi proibiti prima di ucciderti?» domanda in tono ironico prendendosi gioco di me «si chiamano proibiti proprio per questo» si beffeggia ancora una volta di me mentre azzera le distanze tra di noi e passa delicatamente la mano sul mio viso fino ad afferrare una ciocca e giocarci.
Mantengo un contatto visivo con lui e ammetto che il suo sguardo mi provoca milioni di brividi lungo la spina dorsale, sono neri come la pece e spenti come sempre.
«quindi Mad» apre bocca di nuovo mentre mi scruta attentamente «cosa ci fai qui?» domanda mordendosi leggermente il labbro inferiore.
«ti attirano i luoghi proibiti?» domanda allungando l'ultima parola e abbassando lo sguardo sulle mie labbra, per poi, cautamente, ripassarle sui miei occhi.
«a me si» aggiunge, rispondendo alla sua stessa domanda. Noto come lui si trovi a pochi millimetri da me eppure mi sembra che la sua mente sia altrove.
Lo scruto anche io attentamente, alcune ciocche di capelli biondi gli ricadono davanti al viso, ma mi permettono comunque di notare la sua fronte corrugata, al contrario delle altre volte che invece è sempre rilassato.
Passo ai suoi occhi neri e sono la cosa che più mi attraggono in lui, perché si...Peter Pan è una persona subdola, dalle mille sfaccettature ma la sua bellezza colpirebbe anche un cieco.
«hai ucciso quello sperduto» cambio discorso, non sapendo che giustificazione plausibile utilizzare.
Arriccia il naso e finge di pensarci un po' prima di darmi una risposta «già, è proprio quello che ho fatto»
«perché?» domando sapendo già la sua risposta ma ho bisogno di tempo per pensare ad una scusa plausibile, sapendo che non mi lascerà stare così facilmente.
«perché Mad? me lo chiedi davvero?» domanda andando su di giri, e se prima credevo che la sua mente fosse altrove adesso sono certa che si trovi completamente qua, e il suo sguardo dapprima intimidatorio adesso sembra che mi stia implorando di capirlo.
«Li ho salvati da situazioni orribili! e loro mi ripagano scappando?» esclama infuriato, i suoi occhi si spalancano mentre mi sono perfettamente visibili le vene pulsanti che traspaiono dal suo collo.
«Come pretendi che loro rimangano se ti comporti come il diavolo? non so se tu te ne sia accorto ma tutti, su quest'isola, hanno paura di te» sbotto e noto come vacilla anche per un solo attimo, ma subito si riprende.
«sto solo cercando che gli altri mi portino rispetto, inoltre esistono delle regole su quest'isola per vivere civilmente» spiega cercando di assumere di nuovo un tono fermo.
«parli proprio tu di "vivere civilmente"?» mimo con le dita le due paroline «minacci di strappare il cuore ad ogni sperduto che cerca un minimo di serenità, come vuoi 'vivere civilmente' se obbligarli a rimanere su quest'isola non è vivere?» ribatto e prendo profondi respiri per regolarizzare il battito.
«sai Mad è inutile parlare con te...non sai nulla, non puoi affrontare certi discorsi. Tu pensi ancora troppo alle favole, non capendo che il lieto fine non esiste, che devono esistere regole, anche se rigide per vivere civilmente» spiega rilasciando un sospiro. Probabilmente ha ragione, anzi ha sicuramente ragione sul fatto che non so quasi nulla di quest'isola, ma io non voglio giudicare le regole, giudico il suo comportamento da tiranno.
«forse hai ragione ma permettimi di farti una domanda» non so da dove sto trovando tutto questo coraggio ma so che ho bisogno di risposte «hai detto che hai salvato ogni sperduto dalle condizioni in cui viveva» inizio e noto come annuisce curioso che io arrivi al punto «ma io e Baelfire avevamo una vita fantastica, avevamo una famiglia che ci amava, allora perché ci hai portato via?» la voce è incerta, trema ma mentre io sento di essermi tolta un piccolo peso, lo sguardo del ragazzo di fronte a me si incupisce.
«mi rammarica sapere che Bealfire non ti abbia raccontato tutto» questa sua affermazione mi lascia a bocca aperta ma prima ancora che io possa ribattere mi blocca.
«adesso te lo chiederò per un ultima volta, e non sviare il discorso» digrigna tra i denti «cosa ci fai qua?» scandisce parola per parola provocandomi brividi di paura.
«mi ci sono trovata per caso» controbatto cercando di sembrare più convincente possibile ma al contrario di ciò che speravo Peter Pan scuote la testa.
«non mentirmi» tuona «ti ho osservata, stavi cercando qualcosa» ma come se si fosse ricordato di qualcosa, il suo viso si illumina.
«oppure qualcuno» si corregge e il suo sguardo ritorna cupo come prima.
Deglutisco rumorosamente a causa della paura e prendo un profondo respiro sapendo di starlo affrontando in modo completamente sbagliato.
«non sono affari tuoi» esclamo mordendomi la guancia per non peggiorare ulteriormente la situazione.
Scatta afferrandomi il collo con le mani e sobbalzo al suo gesto, cerco di allontanarlo con tutte le forze che possiedo ma invano. La sua mente è offuscata dalla rabbia ma non è una giustificazione valida per il suo atto.
«allontanati! mi fai male» inizio ad annaspare cercando di togliere la sua mano intorno al mio collo dove stringe un po' di più la presa.
«Peter ti prego!» lo supplico ma non si scompone, nel suo sguardo è inevitabile leggere la pura follia che gli sta invadendo l'anima.
«mi avete descritto come un mostro! perché non me lo lasci fare?» dopo questa sua affermazione posso capire che Peter si sente semplicemente ferito, questa è una sua corazza per proteggersi, ha il bisogno di prevalere sugli altri per affermare il suo potere. Inizio a vedere offuscato e il mio istinto di sopravvivenza prevale, ma poiché la mia forza in confronto alla sua non è nulla, l'unica soluzione rimanente è quella di arrendermi.
«Wendy, Wendy Darling ti dice qualcosa?» la presa attorno al mio collo si affievolisce fino a sparire del tutto.
«Wendy...» ripete dopo qualche secondo  sottovoce mentre io cado a terra prive di forze, sento mancarmi l'ossigeno nei polmoni così prendo profondi respiri e tossisco.
Probabilmente rimarrà il segno per qualche giorno ma non grande quanto quello che ho nel petto, questo è un tipo di segno che difficilmente andrà via, è un qualcosa che ti tocca l'anima, che ti rimarrà dentro come un tatuaggio impossibile da togliere.
Mi alzo aggrappandomi al muro e con le forze rimaste cerco di tenere testa al ragazzo di fronte a me che sta ancora elaborando la situazione.
«chi ti ha parlato di lei?» sbotta fulminandomi con lo sguardo e prendo profondi respiri prima di rispondere, ormai il danno è fatto, non posso tornare indietro.
«Conosco suo fratello, la sta ancora cercando ed io gli ho offerto il mio aiuto» spiego tossendo un paio di volte «anzi...conoscevo anche l'altro fratello, Michael, prima che tu lo uccidessi davanti ai miei occhi» sputo acida e il suo sguardo scatta di nuovo sul mio.
«cosa volete da lei?» domanda digrignando i denti.
«solo che torni da suo fratello» rispondo aggrappandomi al muro per non cadere a terra, sento le gambe molli e non riesco a reggermi in
piedi.
Con un semplice scatto mi afferra il braccio mentre mi trascina con lui. Non riesco ad aprire bocca a causa della poca forza e a malapena riesco a tenere il passo di Peter che ogni tanto mi strattona per aumentare l'andatura.
«vedi quella gabbia lì in alto?» mi domanda indicando un punto in alto alla grotta, faccio come dice e alzo la testa annuendo alla sua domanda. È una gabbia fatta di rami, sospesa in aria da alcune corde.
«quella è stata per anni e anni la casa della piccola Wendy» afferma soddisfatto e per poco non vomito nel sentire ciò; come può una ragazza vivere in quelle condizioni per così tanto tempo?
«poverina, vero? si sentiva così sola...ma questa è la fine che fanno i doppiogiochisti, i manipolatori» le sue parole sono sputate come veleno mentre guarda con odio la gabbia in alto «questa è la fine che fanno i traditori»  scandisce parola per parola e sento sempre di più mancarmi il fiato.
«wendy è morta» sussurra al mio orecchio, accertando la mia tesi.




Spazio autrice
beh che dire...
il 15/12/2019 siamo arrivati a 2mila letture.
davvero non so proprio come ringraziarvi.
Per alcuni di voi potranno non sembrare tante ma per me lo sono, e anche troppe.
Sto dando il meglio di me a scrivere questa storia, ho solo 15 fottuti anni e sono consapevole di avere tanto da imparare ma solo esercitandomi potrò farlo, per questo vi chiedo spesso di darmi critiche costruttive in caso non vi piaccia un capitolo o tutta la storia.
Sapere che tanta gente segue questa storia mi da la spinta necessaria per continuare.
Sapete...wattpad mi ha salvato la vita, purtroppo non sto passano un bel periodo e quest'app è il mio unico modo per evadere dalla realtà, è l'entrata verso il mio di mondo.
Forse un giorno, se avrò abbastanza coraggio vi parlerò di questi problemi e vi assicuro che non parlo di stupidi capricci, come "mio padre non mi compra questo!1!1" oppure "mia mamma non mi vuole far uscire!1!1". Sto parlando di situazione davvero tristi, situazione che mi portano la sera ad affogare le mie lacrime nel cuscino sentendomi una nullità, per poi il giorno dopo sentire un vuoto che ti attanaglia lo stomaco, vi assicuro che la cosa più brutta è non avere più emozioni, alcune volta mi mancano quelle emozioni che, sia felicità o disgusto, mi dicano "hey guarda che sei viva!". Purtroppo non sono mai stata brava con le parole, in particolare ad esprimere le mie emozioni. Ma è una situazione complicata che non ho mai avuto il coraggio di raccontare ai miei amici più stretti per aiutarmi, avevo paura di essere giudicata. Ecco perché su wattpad nessuno conosce la mia vera identità e probabilmente mai la saprà (eccetto una ragazza conosciuta proprio su quest'app)
Vorrei solo farvi sapere quanto io sia grata per tutto ciò.❤️

p.s. se avete bisogno di sfogarvi o qualsiasi altra cosa, non fatevi problemi a contattarmi. Sarò felice di potervi aiutare💫

•𝑃𝑒𝑡𝑒𝑟 𝑃𝑎𝑛 𝑛𝑒𝑣𝑒𝑟 𝑓𝑎𝑖𝑙𝑠•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora